Regioni a cavallo, a Leonessa ha vinto la Sardegna
CON UN SENTITO OMAGGIO all’Abruzzo, a Leonessa si è aperta l’ottava edizione della Rassegna Nazionale delle Regioni a Cavallo. Sabato 20 in notturna, e in replica integrale domenica mattina, 9 Regioni si sono sfidate contendendosi la vittoria dell’edizione 2009 della manifestazione organizzata dalla YEG (Yastan Events Group) di Francesco Silveri.
Vittoria che, per soli due punti di scarto sulla Sicilia, è andata alla Sardegna, la cui spedizione a Leonessa è stata sponsorizzata dal Comitato Regionale Sardegna della FISE, dall'Ente Fiera di Cagliari e dalla selleria maremmana Alfa Tec
Successo dunque delle isole che hanno siglato il ritorno a Leonessa con due spettacoli di altissimo livello.
“Profumo di mirto”, grazie alla presenza in scena di cinque binomi affiatatissimi e di sei ballerini di Ballu Tundu, ha descritto la Sardegna più autentica e affascinante. La Sardegna delle tradizioni e della fierezza, tratto distintivo del carattere regionale.
Non solo bello da vedere, ma anche ipnotico da ascoltare, Profumo di mirto ha messo in campo anche i Mamutzones di Samugheo che con i loro campanacci hanno riempito l’aria di suoni e fragore strappando applausi a scena aperta ed entusiasmando pubblico e giuria.
Non meno apprezzata la rappresentazione della Sicilia che ha portato in scena “Federico II e la sua corte”. Con danzatori e acrobati, con un “narratore-cuntista” e un mangiafuoco-giocoliere, con una citazione evidente dell’antica arte dell’Opera dei Pupi, la Sicilia ha tratteggiato la figura dell’Imperatore che dedicò grande attenzione alle arti e alla cultura.
Un ritratto ricercato e ben interpretato, reso ancora più di pregio dai costumi e dagli oggetti di scena della Fondazione Teatro Massimo di Palermo e dalla colonna sonora appositamente composta per questo quadro dal carattere e dall’impianto fortemente teatrale.
Terzo posto alla Campania, ancora ad una regione del sud dunque, che ha portato a Leonessa “Pane amore e fantasia”. Trascinante l’entusiasmo con cui la squadra, con una ricca rappresentazione corale, ha proposto alcune scene di lavoro dei campi, le atmosfere spensierate e chiassose di un convivio e la contesa tra due giovani per il cuore di una donna.
La storia con i suoi intrighi e i suoi sfarzi, con le unioni passionali e le unioni di convenienza, ha ispirato l’Emilia Romagna che ha fatto rivivere i festeggiamenti per il matrimonio di Matilde di Canossa con Guelfo d’Este. Festeggiamenti durati molti giorni e raccontati a Leonessa in “Neri emiliani e bianchi romagnoli”, rappresentazione che ha visto anche il contributo in scena della squadra degli sbandieratori della Contrada di San Giacomo, campione d’Italia della specialità.
Sulle note della Tosca di Giacomo Puccini, si è aperto l’ideale sipario su “Invito alla Scala”, proposto dalla Lombardia. Un omaggio al mondo del teatro, all’opera lirica come alla danza, accompagnato da immortali temi d’opera e dalla conversazione di una sarta e di un macchinista, solitamente dietro le quinte, ma qui, a Leonessa, protagonisti sulla scena.
Elegantissimo e sensuale, il Piemonte con “Nero tango argentino” ha rappresentato il tema dell’emigrazione, e dell’integrazione, che ha portato oltre trenta comuni piemontesi a gemellarsi con altrettanti comuni argentini.
Quattro frisoni maestosi, costumi molto curati e le note di Libertango di Piazzolla per un momento di grande fascino.
Ancora un tema sociale è stato proposto dal Lazio che ha messo in luce una delle cause del brigantaggio. “Il male del benessere” ha infatti raccontato la voglia di riscatto dei contadini dai soprusi dei signorotti, dimostrando come spesso il desiderio di vedere affermati i propri diritti sia passato attraverso fatti di sangue.
I paesaggi della Maremma dipinti da Giovanni Fattori hanno ispirato “Vita da Buttero” che la Toscana ha portato in scena. Introdotto da Nessun dorma – ancora Puccini, ma da Turandot - l’affresco descrive la giornata di un buttero, tra stanchezza e lavoro, tra goliardia e fatica. Scene di lavoro e scene domestiche che sono state impreziosite dalla presenza di alcune vacche maremmane e di due vitellini.
Una favola per grandi e piccini, un successo letterario, e ancora più cinematografico, è stato portato in scena dall’Umbria e dai suoi piccoli attori in miniatura. Con un’età media bassissima – si andava dai sette ai dodici anni - i ventuno bimbi dell’Umbria hanno portato in scena “Le cronache di Narnia”.
In conclusione di serata, e di mattinata, ribelle e tenero, sbruffone e passionale, è sceso ancora una volta nell’arena di Piazza VII Aprile Rugantino, proposto fuori concorso dal Lazio, in quanto vincitore della precedente edizione.