Quella "strana" gente dell'endurance: aspettative e proposte
Gente “strana” quella dell’Endurance. Che esce dagli schemi, che ne combina di tutti i colori. Gente di cavalli, senza dubbio. Forse percorrere con il loro compagno di gara ore ed ore di percorsi, la condivisione di chilometri e chilometri macinati tanto in allenamento quanto in gara, ha fatto si che si creasse un rapporto più profondo, più intimo con il loro cavallo e che questa simbiosi diventasse sempre più profonda, fin quasi ad una fusione dell’uno nell’altro. Questi enduristi denotano un grande spirito di indipendenza ed una parte “selvaggia” che, nonostante tutti i tipi di doma usati, ogni tanto esce fuori prepotentemente.
Lo abbiamo visto venerdì 17 febbraio, alla Fiera di Roma. Ad un convegno sugli stati dell’Endurance. Nato quasi in sordina e per molti aspetti anche inizialmente sottovalutato, giorno dopo giorno acquistava voce, un richiamo via via sempre più forte. Come un branco di cavalli al galoppo che si avvicina, incontenibile, infermabile.
C’è tanta voglia di cambiamento, nell’Endurance.
Questo è ciò che abbiamo percepito chiaramente e senza ombra di dubbio. C’è una realtà sommersa fatta di allevatori, giudici, cavalieri, tecnici del settore che ribolle, come lava in un vulcano apparentemente quiescente, ma che si sta facendo sentire in modo sempre più chiaro.
A nulla è valso cercare di sottovalutarlo, arginarlo, cercare di ignorarlo, discriminarlo o disconoscerlo. Venerdì ne abbiamo avuto la prova tangibile. Erano in tanti. Attenti ascoltatori di diversi relatori che, anziché semplicemente e banalmente criticare ciò che era stato, si sono avventurati su un percorso molto più difficile ed impegnativo: formulare proposte per il futuro. Ne sono scaturite tante, tutte oltremodo interessanti. Tutte oltremodo valide e costruttive. Tutte scaturite da chi l’Endurance lo vive sotto ogni sua più svariata forma. C’era la base dell’Endurance. Una base che reclama la propria identità, che chiede a gran voce di essere ascoltata, incentivata, sostenuta. La stessa che ha contribuito con i suoi voti alla prepotente esigenza generale di voltare pagina, di cambiare.
E queste voci hanno finalmente avuto degli attenti ascoltatori. Primo fra tutti il Presidente della FISE, L’Avv. Marco di Paola che ha aperto il convegno parlando con simpatia ai convenuti. Se la memoria non ci tradisce, non ci sembra sia mai accaduto un fatto analogo, in ormai quasi trent’anni di Endurance nella FISE. Per questo il piccolo, selvaggio mondo dell’Endurance nutre grandi speranze oltre alle solite aspettative mai rispettate degli anni passati. Il Presidente c’è.
E con lui anche il Consigliere FISE, Eleonora Di Giuseppe che ha ascoltato tutte le relazioni con grande interesse e partecipazione e che è rimasta piacevolmente ed entusiasticamente sorpresa dalle tante inaspettate proposte scaturite.
Il Vice Presidente dell’ASI Equitazione Emilio Minunzio, intervento il suo che interpretiamo come un chiaro segnale di dialogo tra uno dei maggiori Enti di Promozione Sportiva CONI ed una Federazione più aperta al dialogo, attenta alle realtà collaterali. A tutte le realtà.
Anche il Vice Presidente della FITETREC, che però non ha potuto, per impegni precedentemente presi, fermarsi per tutto il tempo del convegno. Ma c’era anche lui.
Alcuni Presidenti Regionali: Abruzzo, Umbria, Lombardia, Calabria….. Tutti inaspettatamente assieme agli enduristi. Tutti seduti in platea, ad ascoltare. Ascoltare!
Ascoltati, finalmente. Ascoltati con interesse, ascoltati con partecipazione. La base che incontra il vertice. Il vertice che si siede con la base. Un momento importante, un momento da ricordare si, ma da ripetere.
Strana gente quella dell’Endurance. Che rompe gli schemi. Che potrebbe anche destabilizzare con le sue bizzarrie un più che collaudato sistema. Ma che potrebbe anche dare tanto, molto di più.
L’Endurance che nasce dall’Equitazione di Campagna, storico bacino di utenza e risorsa illimitata se ben gestita. C’è tutto un mondo intorno. Fatto di territori unici, bellezze artistiche e storiche. Di tanti indotti lavorativi. Fatto di cavalli, di persone, di appassionati.
L’Endurance di tanti: amatori, piccoli e grandi agonisti, allevatori, tecnici, di Atleti con la A maiuscola.
Un’Endurance pulito, semplice, fatto di meritocrazia e di passione.
Non dimentichiamoci questo momento. Perché è stato un grande momento. Che certamente non potrà essere ignorato ne sottovalutato. E’ stata aperta una finestra da dove è entrata una ventata di aria nuova, aria pulita. Chi doveva ha respirato quest’aria. Sa che c’è. E non richiuderà questa finestra. Ne siamo certi.
Merito di chi ci ha creduto. Di chi c’era.
Strana gente, quella dell’Endurance…..