Palii a rischio, la SEF Italia precisa
Caro Direttore, sull'Home page della Vs. rivista on-line risulta essere presente un articolo intitolato " Palii, come ti blocco un'Ordinanza del Ministero della Salute", il predetto articolo non risulta corrispondente alla realta' e in più non valuta tutti gli aspetti dell'Ordinanza. Nel precisare che la SEF Italia non organizza Palii e non rilascia neanche la patente "B Palii" a differenza di altra Federazione, si chiede di pubblicare una rettifica al predetto articolo e a tale scopo vi allego in word (per Vostra comodita') il proprio comunicato stampa che mette in chiaro l'attuale situazione.
L'occasione mi e' gradita per porgere distinti saluti.
PIERO ACQUARO
presidente della SEF Italia
IL COMUNICATO DELLA SEF ITALIA
La reiterata Ordinanza Martini non è stata sospesa in toto, ma solo per la parte che escludeva gli Enti di Promozione del CONI dalla possibilità di organizzare manifestazioni sportive equestri e "prove", mentre è tutt'oggi valida la parte inerente il sistema autorizzatorio e di norme di sicurezza inerente i Palii e le manifestazioni popolari ad attrazione turistica. La nuova Ordinanza Martini escludeva dalle manifestazioni autorizzate anche le manifestazioni non agonistiche e "prove" (allenamenti) organizzate dagli Enti di Promozione Sportiva del C.O.N.I. organizzate in luoghi pubblici e privati. Di conseguenza un cavaliere che ha il cavallo sotto casa o in un centro ippico non affiliato alla FISE o all'UNIRE non lo potrebbe allenare o muovere alle tre andature o fare una escursione equestre, in quanto le predette attività potrebbero essere assimilate a delle "prove", quindi con l'obbligo di richiedere un nulla osta alla Commissione di Vigilanza, un parere tecnico ad un consulente FISE o UNIRE, la presenza costante di un veterinario e di una ambulanza veterinaria.
Questo avrebbe bloccato sia le manifestazioni ludiche nei centri ippici ed agriturismi e anche le "prove" (cioe' allenamenti). Pertanto i cavalli non si potrebbero montare o muovere quotidianamente alle tre andature, se non fossero presenti un veterinario, un'ambulanza veterinaria, nulla osta dalle Commissione di Vigilanza, parere di un Tecnico FISE o UNIRE.
Nessuno ha pensato che l'attuazione di una simile Ordinanza andrebbe a realizzare un altro tipo di "maltrattamento" contro le esigenze etologiche del cavallo? Consistente nel lasciare i cavalli chiusi nei box senza poterli muovere e senza avere il piacere di montarli. E' giusto tutelare e preservare il proprio amico "cavallo", ma non è concepibile farsi scortare da un veterinario se si svolge una lezione di equitazione/escursione, ecc. Mentre tutte le predette formalità burocratiche devono essere attuate in caso di manifestazioni pubbliche ad attrazione turistica come il Palio di Siena, la Sartiglia, ecc...
Anzi nelle circostanze dei Palii le norme di sicurezza dovrebbero essere più ferree considerando che anche durante il periodo di attuazione dell'Ordinanza Martini dal 2009 ad oggi sono continuati scempi di cavalli morti, come ad esempio: : Palio di Savigno (BO) nel 2010, Palio del Ronciglione (VT) a Marzo del 2011 (3 incidenti mortali a cavalli). Pertanto l'Ordinanza Martini si è dimostrata inefficace e dovrebbe essere sostituita da un Decreto che sancisca norme severe per l'organizzazione dei Palii e certezza di pena, senza includere il libero svolgimento dello sport dell'equitazione o del turismo Equestre, la cui inviolabilità è sancita costituzionalmente.
Se in futuro l'Ordinanza dovesse realmente essere annullata, sicuramente il Legislatore avrà avuto il tempo (dal 2009) di seguire un iter legislativo più efficace per regolamentare i Palii, senza ricorrere allo strumento dell'ordinanza che è sancita solo per risolvere eventi urgenti e limitati nel tempo e non quindi per andare a normare i Palii che si svolgono con continuità da più lustri.
Visto che l’articolo cui fa riferimento la richiesta di precisazione della SEF Italia è un comunicato stampa dell’Associazione IHP, lasciamo ad Antonio Nardi-Dei da Filicaja Dotti (presidente dell’IHP) il compito di rispondere. Per quanto ci riguarda vorremmo solo sottolineare una cosa. Può darsi, e non abbiamo ragione di dubitarne, che tra le intenzioni di SEF Italia non vi fosse quella di nuocere ai cavalli favorendo una deregulation dei palii. Rimane il fatto però che la loro azione ha favorito un non auspicabile ritorno al passato. Saremmo in altri termini di fronte ad una scelta “colposa” piuttosto che volontaria .Ne prendiamo atto. Il punto su cui riflettere è però, a nostro avviso, un altro. Quando si scende in campo per difendere i propri interessi sarebbe eticamente corretto tenere conto anche di una visione complessiva dell'interesse generale. (Maria Lucia Galli)