"Olimpiadi a Roma, eppure eravamo favoriti..."
Egregio Direttore,non voglio alimentare una polemica sterile ed infinita con Carlo Cadorna ma alcune precisazioni sono necessarie altrimenti vere e proprie fanfaluche rischiano di trasformarsi mediaticamente in realtà.
Primo: quando è che la spesa pubblica non costituisce sperpero del denaro dei contribuenti? Evidentemente quando è finalizzata efficacemente all’interesse pubblico. Quindi, come è ovvio, non tutte le spese sono sperperi!
E cosa c’entra il mitico spread con la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020? Mistero!
Per le Olimpiadi del 2020 il Governo avrebbe dovuto garantire (come fosse una specie di fideiussore) la copertura di eventuali buchi di bilancio del Comitato Organizzatore. Niente deficit niente esborsi. Ripeto, perché Cadorna evidentemente lo ignora, che, ad esempio, le Olimpiadi di Torino hanno chiuso con un ampio utile. Di che sperpero va parlando quindi? In verità il Governo non ha deliberato di non spendere ma di non rischiare di dover spendere.
E’molto facile dire di essere contrario agli sperperi e ovviamente lo sono anche io. E un po’ come dire meglio ricchi e sani che poveri e malati. Ma con le Olimpiadi cosa c’entra?
E cosa c’entra il libro genealogico della fattrici, tirato in ballo in carenza di argomenti, solo per un'altra facile polemica.
Parlare di cose che non si conoscono è un esercizio pericoloso e Cadorna evidentemente non conosce la situazione giuridica dei Pratoni del Vivaro. I Pratoni del Vivaro sono di proprietà della soc. CONI Servizi s.p.a., società a totale capitale pubblico e costituiscono un patrimonio per lo sport nazionale, non solo per il pubblico che richiamano, ma specialmente per il livello sportivo che garantiscono. Cosa vuol dire che sarebbero “inidonei”? Inidonei a cosa? Dovrebbero essere meglio sfruttati caso mai. E comunque, ancora una volta, cosa c’entrano con le Olimpiadi e con i presunti sperperi! Ci mancava solo citare i progetti del Sindaco di Rocca di Papa che peraltro non mi pare abbia voce in capitolo sulle Olimpiadi !
Il massimo della banalità è, poi, sostenere che lo sport dovrebbe “camminare con le proprie gambe”. Bella petizione di principio, ma quale disciplina sportiva, a parte il calcio professionistico (ma è ancora sport?) è in grado di camminare economicamente con le proprie gambe? Non voglio neppure parlare del badminton o dell’hockey, ma anche discipline di grande tradizione italiana ad esempio come la scherma, o la ginnastica o il tiro a volo come possono pensare di sopravvivere senza un finanziamento pubblico? Lo sport si finanziava con il Totocalcio, ma questo sistema è stato smantellato (come quello delle scommesse ippiche) non dalle Olimpiadi, ma dalla introduzione delle scommesse sportive, del Super Enalotto, dei Gratta e Vinci, dei Videopoker.
Pertanto è ridicolo, sottolineo ridicolo, parlare di autosufficienza economica anche perché lo sport non è (solo) un impresa, ma è (specialmente) cultura, socialità, scuola di vita e tutela della salute, psichica e fisica. Nulla è sprecato se è finalizzato realmente ed efficacemente allo sport. Gli sprechi sono le Maserati degli alti burocrati di Stato, non gli impianti sportivi.
Ed infine, io non pretendo certo di insegnare la monta naturale di Federico Caprilli, ma Cadorna non pretenda di pontificare su cose che non conosce.
Per quale motivo Roma non avrebbe avuto nessuna possibilità di avere le Olimpiadi? Questo è l’ennesima fanfaluca priva di qualsiasi fondamento. A dire il vero eravamo i favoriti .
Certo sarebbe stata una battaglia difficile ma a mio parere valeva la pena di combatterla. A meno che Cadorna non voglia sostenere che la mancata qualificazione delle squadre italiane di salto a ostacoli e di completo per le Olimpiadi di Londra debba comportare l’abolizione dell’evento olimpico.
De hoc satis……..
Cordiali saluti.
RICCARDO ANDRIANI
Cadorna e Andriani 2-2, quindi la "par condicio" è rispettata: il no alle Olimpiadi di Roma non può diventare una telenovela. A titolo informativo, segnaliamo che la redazione di Cavallo 2000 è tra i "grilli parlanti" (circa l'80 per cento degli italiani) che hanno ritenuta giusta la decisione del Governo Monti. (r.g.)