''La madre e il puledro appena nato
non commettiamo errori'''
Caro Direttore, stavo scorrendo, come faccio spesso, le notizie presenti sul suo sito. Mi sono soffermato sugli articoli riguardanti Fieracavalli e sono rimasto colpito da uno di questi in particolare. All’interno di tale articolo è riportata una frase che mi ha lasciato a dir poco perplesso, la cito testualmente: “Un altro esempio? L’imprinting del puledro spiegato al mondo: appena nato e prima della poppata, da evitare anche trattenendo il piccolo a terra, bisogna avviare la desensibilizzazione alla mano, ai sacchetti di plastica ed eventualmente anche ai futuri contatti con i ferri del maniscalco; solo dopo il puledro potrà succhiare il colostro e il latte della mamma, ovviamente dal biberon”.
Lo sconcerto devo dire è stato notevole. Non so da dove questa frase abbia avuto origine né chi l’abbia detta, ma impedire ad un puledro la prima poppata di colostro (cioè impedire il primo contatto del nuovo nato con la madre) e nello stesso tempo attuare una serie di manualità (fra le altre cose costringerlo a stare sdraiato, quando sappiamo tutti benissimo che in natura il primo istinto, la prima necessità biologica, di un puledro è quello di alzarsi prima possibile per cercare la mammella della madre e per potersi difendere da eventuali predatori) per farlo “abituare” a oggetti e persone, come se la mente del puledro lavorasse solo per assuefazione/abitazione, è come dire a dir poco innaturale.
Vorrei precisare, per quello che è di mia conoscenza, che l’imprinting, ampiamente studiato e conosciuto per le specie volatili, non è stato ancora dimostrato essere scientificamente valido per i mammiferi superiori (ed alcuni ricercatori francesi, partendo dalle ipotesi di un famoso libro, hanno dimostrato che nel cavallo non esiste l’imprinting così come si intende per le specie volatili). Le manovre consigliate nelle poche righe sopra riportate, ed eseguite per trattenere il puledro a terra e impedirgli il contatto con la madre, oltre a rappresentare un rischio per la salute stessa del puledro, sono manovre altamente coercitive ed invasive, e riesce davvero molto difficile, dal punto di vista scientifico, pensare che questa possa essere la via per favorire un futuro e positivo legame fra puledro ed essere umano.
E se anche non credete alla scienza, chiudete gli occhi e pensate ad un puledrino appena nato che non ha ancora avuto il primo latte materno, che chiama la madre costretto a stare sdraiato a terra, mentre qualcuno gli fa passare sul corpo un sacchetto di plastica, con la madre che a pochi metri lo cerca e lo chiama, anche lei trattenuta e a cui viene impedito il primo contatto con il figlio. Che sensazioni provereste? Forse di qualcosa di troppo innaturale. Mi auguro che le frasi scritte siano state riportate in maniera errata.
Cordiali saluti
PAOLO BARAGLI