''Il progetto per l'ippica? Vecchio di vent'anni''
Caro Direttore, l ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Luca Zaia, a nove mesi di distanza dal clamoroso sciopero generale attuato dall’ippica nazionale, allora in stato semicatatonico, ha presentato a Roma, Mercoledì 29 Luglio 2009, il piano strategico per il rilancio del settore, particolarmente atteso da tutti gli operatori. Il progetto parte da una significativa premessa con la precisa fotografia dello stato fisiologico dell’intero settore, che in tredici anni, dal 1995 al 2008, è passato da un pubblico consistente, pari a 2.617.000 appassionati ad una vera inezia di 157.000 frequentatori, dato quantomeno raggelante, mentre il movimento di gioco ha perso un terzo del suo volume dal 1996 al 2008, scendendo da 3.368.000.000 di euro a 2.274.000.000 di euro. I disavanzi del 2007 e 2008 ammontano a 111 milioni, che l’Unire dovrà azzerare per mezzo delle proprie risorse.
Per uscire concretamente da questo quadro tragicamente negativo ed in discesa verticale, l’Ippica Italiana deve essere in grado di ridefinire lo spettacolo ippico, applicare rigorosamente e tempestivamente le sanzioni per le irregolarità nelle corse, di diffondere tra gli operatori la cultura della legalità e infine di poter contare inequivocabilmente su di una dotazione di scommesse più remunerativa, sia sul piano economico che emozionale. Al fianco di queste mirate iniziative sarà opportuno ridurre i costi complessivi del circuito dell’ippica, investire in marketing e comunicazione, inserire l’elemento spettacolare nella formulazione delle corse e ridurre la quota di prelievo sulle sommesse, che finanzia il settore, cioè il prelievo Unire, per contribuire in pari dignità con i concessionari e l’Erario ad aumentare il pay-out di almeno 8 punti di percentuale. L’aumento degli appassionati e degli scommettitori negl’ippodromi e nei punti vendita e dei proprietari dei cavalli - atleti sono gli obiettivi strategici fondamentali.
IL RIFERIMENTO principale del Sistema Ippico devono essere lo spettatore e il puntatore, punti cardine della destinazione del prodotto, cosidetti clienti finali. Lo sport dei cavalli da corsa o da competizione estetica attraverso la piena adempienza alle regole disciplinari ed etiche potrà raggiungere un’importante trasparenza che fungerà da elemento essenziale per il recupero ed il rilancio del prodotto ippico, costituito dalla corsa e dalla scommessa. La qualità potrà far crescere tutto il settore, con il supporto dell’imprenditorialità e del merito, fondati sulla cultura dei valori d’impresa, combattendo con forza tutte le forme deteriori di evasione fiscale e contributiva.
L’allevamento si orienterà verso una selezione di razza sempre piu’ accurata, per ottenere corse più emozionanti e spettacolari. Solo con la completa applicazione dei principi di qualità e selezione l’ippica potrà offrire condizioni di vera appetibilità nell’ampia gamma dell’intrattenimento sportivo. Il quinto principio, finalizzato alla costruzione di un futuro ippico migliore, riguarda una specifica sinergia fra gli ippodromi, i Comuni e le Regioni, che, se attuata con investimenti strategici, potrebbe riportare con efficacia lo sport ippico alla ribalta o quantomeno ad una maggiore attenzione del pubblico e dei media. Le Regioni dovrebbero investire nella realizzazione di strategie finalizzate all’incremento dell’allevamento dei cavalli con le strutture locali destinate allo spettacolo ippico, mentre i Comuni, qualora proprietari degl’ippodromi, dovrebbero concorrere al mantenimento degli impianti per renderli omologabili rispetto alle norme ed al decoro ed in generale promuovere l’ippica come spettacolo sportivo ad alta valenza ambientale. Agli operatori del settore viene affidato l’incarico di investire nelle aree della promozione della cultura ippica,della spettacolarizzazione delle competizioni e della comunicazione. Essi dovrebbero creare le condizioni per l’arrivo nel comparto di risorse economiche da parte di sponsor e di operatori esteri, tramite la diffusione della cultura della legalità e con comportamenti ineccepibili e corretti.
IN SINTESI il piano per il rilancio dell’ippica, prevedendo uno sviluppo realizzato con criteri qualitativi, strutture adeguate e programmi efficaci, potrebbe concretizzare il processo di fidelizzazione e di attrazione verso nuovi appassionati di ippica.
A nostro parere questo progetto è vecchio di circa 20 anni e per meglio dire riteniamo che i principi enunciati avrebbero dovuto trovare una giusta attuazione dalla fine degli anni Ottanta,quando le risorse economiche abbondavano, pur venendo impiegate male, in piena e nefasta assistenza .
Ora il problema più importante e urgente è impedire il continuo deflusso dei movimenti di gioco di derivazione ippica su altri circuiti. Ministero ed Unire devono inoltre partecipare fattivamente all’effettuazione del piano per il rilancio attraverso sinergie ed interventi diretti con tutti gli interlocutori, Monopoli e Governo compresi . L’ippica è ancora in vita, ma sono troppi gli squali che le girano intorno con cattive intenzioni.
Cordialmente
ROBERTO CESARI