I giovani cavalieri della Camargue a casa di Varenne
VIGONE, località della Pianura Pinerolese a una diecina di chilometri da Torino, è conosciuta per la coltivazione del mais (circa 1 milione di quintali di granella di mais essiccati all'anno) e per l'allevamento di cavalli, in particolare trottatori. E’ diventata famosa in tutto il mondo da quando Varenne, il più grande trottatore italiano di ogni epoca, vi è stato trasferito per funzionare da stallone nell’Allevamento Il Grifone di Roberto Brischetto.
Agricoltura e cavalli. Dall'unione di queste due realtà economiche presenti nel territorio è nata la Fiera del Mais e del Cavallo, la cui settima edizione si è svolta da venerdì 19 a domenica 21 ottobre.
Gli organizzatori della Fiera quest’anno hanno invitato per un gemellaggio una delegazione di cavalli e cavalieri provenienti da Les Saintes Maries de la Mer nella Camargue (sud della Francia). La delegazione era composta da dieci magnifici giovani cavalli camarguesi montati da altrettanti cavalieri e amazzoni (età media 12 anni).
Appena arrivati a Vigone, i giovani cavalieri, che indossavano i caratteristici vestiti tradizionali dei guardians, hanno subito regalato al pubblico un saggio della loro bravura in un primo, emozionante carosello.
Da notare che i ragazzi, giunti insieme ai loro genitori, non fanno parte di un circolo ippico, come avviene in Italia, ma hanno imparato fin da piccoli ad andare a cavallo seguendo i grandi nel quotidiano lavoro con i cavalli e il bestiame brado allevato lungo il Delta del Rodano.
Alla sera i giovani cavalieri hanno ripetuto il carosello con musiche e abiti differenti e nel corso dello spettacolo i loro numeri si sono alternati con quelli delle realtà equestri locali. Apprezzabili le gimkane di cavalli TPR attaccati a carrozze marathon, che hanno esaltato la potenza dei movimenti e l’eleganza delle andature di questi possenti cavalli da tiro. In vari giochi a cavallo (come quello del laccio o del mazzo di fiori, molto simili a quelli da sempre praticati anche dai nostri butteri) i giovani camarguesi hanno dimostrato non soltanto la loro abilità di cavalieri, ma anche le peculiarità proprie del cavallo della Camargue che non sono inferiori a razze più conosciute e blasonate come il Purosangue Arabo o il Quarter Horse: rusticità, duttilità, capacità di repentini cambi di mano con girate molto strette, velocità nei cambi d'andatura e impressionanti partenze da fermo al galoppo, caricando il più possibile all'indietro, come una molla, i potenti posteriori per lo scatto.
Nel pomeriggio della domenica si è svolta anche la sfilata dei cavalli per le vie del paese. In testa i cavalieri ospiti seguiti da altri gruppi di cavalli sellati e da svariate carrozze fra cui un raro tiro a quattro di TPR e un Frisone attaccato a una slitta.
Una nota “negativa” è stata riscontrata durante la vestizione dei Camarguesi: su alcuni di loro c'era una catena metallica a maglie strette attaccata alla testiera, che premeva sul naso del cavallo ed era collegata con redini e abbinata ad un morso intero con un altro paio di redini,. Insomma un insieme troppo severo per dei puledri di soli 4 anni (come erano la maggior parte dei cavalli provenienti dalla Francia). Un “marchingegno” che dava l'impressione che il cavallo fosse sottomesso all'uomo e certamente non considerato come un vero compagno di giochi durante gli spettacoli e di vita durante il lavoro nella terra sul Delta del Rodano.