Equitare per ben-essere, firmato Mazzoleni
Cara Maria Lucia, vorrei iniziare questa mia lettera sottolineando la definizione più avanzata di benessere che è stata proposta in ambito umano: “condizioni di vita e di lavoro che consentono lo sviluppo o il mantenimento di una qualità soddisfacente di salute psichica e fisica e non siano causa di malattia o morte”. Credo che possiamo riportarla integralmente anche quando parliamo del cavallo senza modificarne alcuna parola, perché anche il cavallo ha un ambito di vita ed un ambito di lavoro. Quindi la nostra attenzione deve rivolgersi verso tutti due questi orizzonti.
In questo momento mi sembra che la ricerca abbia fatto passi in avanti importanti soprattutto per quanto riguarda il primo aspetto, ovvero come benessere psichico e fisico principalmente legato alle condizioni “abitative” e come stato di salute, come cura e prevenzione delle malattie. La ricerca è ovviamente stata indirizzata a creare ambiti di vita quotidiana più adatti alla natura del cavallo: box meno ostili, paddok a disposizione con più frequenza, il paddok paradise o sotto certi aspetti la scuderia attiva. Nell’ambito della salute un deciso miglioramento l’ha apportato la ricerca sul cavallo scalzo o le briglie senza imboccatura. Tutte ricerche e novità importanti che indubbiamente fanno fare ai gestori di maneggio ed ai cavalieri attenti un passo avanti nello stabilire un comportamento più “etico” col cavallo, anche se, magari, non tutte queste novità sono condivise o condivisibili, in ogni caso indubbiamente hanno avuto il pregio di indurre una riflessione ed un dibattito che sta coinvolgendo molti cavalieri in tutto il mondo.
Più in sordina e forse più ostacolato è il dibattito rispetto alle condizioni di lavoro, altro termine inscindibile per l’obbiettivo benessere.
E’ fuor di dubbio che questo argomento trova i contrasti maggiori in vecchie concezioni militari, in uno spirito agonistico a volte esasperato, in pieghe commerciali non sempre acclarate, in pregiudizi a volte incomprensibili ed ancor più nell’ignoranza diffusa nella maggior parte dei cavalieri che vivono il cavallo come un’attività domenicale. In ogni caso è un dibattito che è diffuso in tutto il mondo, come ha dimostrato il convegno che la SIAEC ha tenuto l’anno scorso alla fiera Verona dal titolo “Il benessere del cavallo sportivo” a cui hanno partecipato Gerard Heuschmann veterinario FEI e autore del libro “il dito nella piaga “, il Col Cristian Carde ex ecuyer en Chef del Cadre Noir e giudice internazionale FEI, oltre al sottoscritto. Il dibattito è stato molto vivo con una partecipazione inconsueta ed imprevista, ed ha messo il dito proprio nella piaga: l’abuso nell’addestramento e l’uso di mezzi coercitivi contrari alla salute del cavallo.
IN TUTTO IL MONDO si discute di regole e comportamenti etici e soprattutto di nuovi metodi di analisi delle modalità equestri, ed anche su questi argomenti si stanno facendo passi in avanti cogliendo anche la sensibilità di amministratori e istituzioni pubbliche come ha dimostrato il recente decreto emanato dal ministero. Spero quindi che tu mi perdonerai se mi faccio un po’ di pubblicità, ma il nuovo lavoro che ho portato finalmente a termine dopo anni di studi è tutto sul benessere del cavallo, inteso soprattutto come benessere nell’attività quotidiana. Con questo mio nuovo libro “ Equitare per ben-essere: il metodo di equimozione e isodinamica” voglio spostare l’attenzione proprio sulle modalità della pratica quotidiana. Partendo da metodi di fisiatria moderna ed avanzata introduco considerazioni nuove sulla motricità del cavallo nell’attività di addestramento che hanno il fine di mantenerlo in buona salute e di potenziarne anche le prestazioni, senza doverlo sottoporre a pratiche che spesso producono proprio il contrario di ciò che nelle intenzioni dovrebbero ottenere.
Le basi si ispirano al metodo della dr.sa Mézières ampiamente utilizzate in fisioterapia umana, che rapportate al cavallo, hanno dato ottimi risultati nel recupero di cavalli danneggiati, nel loro riaddestramento e nell’addestramento di giovani cavalli. Le pagine che ho scritto partono da un’esperienza di oltre 25 anni di lavoro su cavalli e cavalieri e riportano i risultati sui primi. In questo libro tratto aspetti neurologici, psicologici, muscolo-articolari cercando di cogliere le condizioni che producono giovamento al cavallo ed al cavaliere. Il libro si inserisce direttamente nel confronto mondiale sui nuovi metodi e come mi ha sottolineato chi ne ha letto le bozze aiuta a fare un passo successivo rispetto al “dito nella piaga “ di Heuschmann , indicando un metodo possibile rispettoso e razionale per ottenere migliori risultati anche in campo agonistico.
GIANCARLO MAZZOLENI