Derby del trotto, si qualificano Vicino Mec e Vertigo Spin
ROMA. Tre domande a Paolo Allegri da Enrico Tonali titolare dell'agenzia di stampa H2O.
A Capannelle si disputava la batteria di qualificazione alla finale del Derby. Qual è stato l'esito?
Si è imposto in maniera molto importante Vicino Mec, guidato da Antonio Di Nardo. Il figlio di Ghiaccio del Nord si è prodotto in un volo all'esterno sulla retta di fronte e in curva è andato in pressione decisa sul leader Voltaire Gifont, che era entrato in scena al passaggio rilevando al comando Vir Del Ronco. Vicino Mec all'ingresso in retta se n'è andato da Voltaire Gifont che nel finale ha perso il secondo posto e, la qualificazione, alla finale del Nastro Azzurro per un finish sontuoso di Vertigo Spin, un coraggioso erede di Nad Al Sheba che Roberto Vecchione ha guidato con gran senso tattico. Media di 1.14 al chilometro per il vincitore. Il primo di questa batteria di qualificazione alla corsa che i cavali possono correre una sola volta nella vita è un allievo di Holger Ehlert. E' un cavallo che va forte che nel turno precedente si era distratto sull'ultima curva gettando alle ortiche un probabile successo. Va detto che nelle sgambature preliminari di questo heat romano era stato il più convincente. La guida magistrale di 'Tony Young' ne ha esaltato tutta la crescita potenziale di quest'ultimo scorcio di stagione.
Come si andrà a comporre il cast della finale del 90. Derby Italiano del trotto di domenica 8 ottobre?
Assieme ai due cavalli usciti dalla batteria di qualificazione, accedono alla finale i tre cavalli vincitori delle prove di gruppo 1 e i primi sette della classifica Derby Series. Dunque, c'è un plateau di 12 aspiranti al Nastro Azzurro ma il nuovo regolamento del Derby prevede la possibilità di due supplementazioni (un po' come avviene nelle grandi corse di galoppo, ad esempio Arc the Triomphe, KIng George, Gran Premio di Merano). Due cavalli i cui proprietari saranno disposti a staccare l'assegno di 50 mila euro potranno figurare nella lista dei partenti della finale dell'8 ottobre che, dunque, ha un numero potenziale di 14 partenti. Intanto, nella giornata di venerdì registriamo la dichiarazione del presidente degli allevatori del trotto, il torinese Ferrero, che si è detto disponibile per l'edizione 2018 del Derby Italiano ad apportare delle modifiche al regolamento della Derby series, accogliendo quelle osservazioni che gli addetti ai lavori hanno evidenziato. Ci sembra una linea molto ragionevole, che sintetizza correttivi in corsa anziché perdersi in quel vespaio di polemiche tipico del consueto disfattismo italico. Del resto tutti gli sport in questi anni sono andati verso l'innovazione, dal calcio al volley, dal basket, adeguando il format in funzione di creare interesse sul brand e sul momento agonistico. E' giusto che l'ippica adegui la sua corsa regina, il Derby, con una proposta più accattivante, capace di convogliare i riflettori per una stagione intera anziché solo su quattordici giorni tra batterie e finale.
Si è trattato di un sabato di grande ippica con motivi d'interesse sparsi su diversi ippodromi. Dove oltre a Roma?
A San Siro il galoppo in piano proponeva l'interessante confronto del Criterium Nazionale, vetrina per i due anni sui 1200 metri di pista dritta. Successo dell'atteso Sestilio Jet, un giovane di casa Marcialis che in estate si era già messo in luce e che nelle mani di Pier Antonio Convertino, un jockey che sta vivendo un momento costante d'ispirazione, si è imposto, pur a capo di un acceso duello, sull'altrettanto interessante Leonio. Roma trotto proponeva anche le batterie delle Oaks e la migliore impressione visiva era quella di Venariareale Font, che nel primo heat staccava netta con un crono velocissimo. Andrea Guzzinati l'ha portata al traguardo per l'Incolinx, il verde e fucsia noto anche per i tanti purosangue di alto livello del nostro galoppo. Infine, Maia, la cattedrale degli ostacoli, apriva il meeting che domenica vedrà la disputa del 78. Gran Premio Merano. Al sabato andava in scena la maratona del cross il Nazioni, nella quale, dopo 6000 metri e anche uno spettacolare passaggio dei concorrenti al laghetto, s'imponeva la grigia francese Brise De Kerser. Nella 63.a edizione della Gran Corsa Siepi-Trofeo Hotel Aurora vittoria della Repubblica Ceca grazie al cinque anni Kifaaya, che ben sorretto da Lucas Matusky dava l'allungo netto a 100 dal palo per sfuggire al grigio francese Taupin Rochalais che ha guidato la prova, sempre marcato stretto da Chicago, poi calato in fondo, con il terzo posto che è andato all'attendista Notti Magiche.