Derby cancellato, l'amarezza di un allevatore
SILVANO CAPARRINI, allevatore di Lord Capar uno dei favoriti del Derby del trotto, con una pagina pubblicitaria sul quotidiano Trotto & Turf ha ribadito la propria amarezza per la cancellazione (speriamo temporanea) della corsa più prestigiosa. Siamo lieti di pubblicare il testo di questa "lettera aperta" quale omaggio ai tanti che ritengono ancora l'ippica uno sport bellissimo e non uno strumento per fabbricare scommesse.
Titolo: L'ippica italiana ha stabilito un nuovo record: per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale siamo riusciti a non far correre il Derby del Trotto.
Testo: "Come tutti sanno, il Derby Italiano del trotto, in programma domenica 12 ottobre, non si è corso a causa di uno sciopero. Fra coloro che hanno reso possibile ciò figura anche l'ANACT (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Trottatore).
"A tal proposito vorrei fare alcune precisazioni. Venerdì 10 ottobre ero a Roma per l'annuale festa degli allevatori. In tale occasione, ho parlato della vicenda con il presidente dell'Anact, Viani.
"Viani mi ha detto che avevo ragione, che lui il Derby avrebbe voluto correrlo, ma che nella manifestazione avevano prevalso le posizioni di alcuni facinorosi che avrebbero oltrepassato le sue intenzioni. Sono davvero stupito nell'apprendere che il presidente della più forte associazione ippica italiana si sia lasciato sopraffare da alcuni facinorosi, accettando di non correre il Derby.
"Perchè il presidente Viani non ha emesso immediatamente un comunicato stampa nel quale si dissociava dalla proposta di non correre una corsa così importante per noi allevatori? Se questa è l'Anact, sono lieto di aver restituito la tessera di socio!
"A tanti amici allevatori dico: quando vediamo nascere e crescere un puledro, la prima cosa che pensiamo, tra il serio e il faceto, è che "sarà il puledro che vincerà il Derby". Questo è il sogno di tutti. Il sottoscritto ha avuto la fortuna di allevare Lord Capar, figlio dell'indimenticabile Varenne. Lord Capar aveva acquisito il diritto di partecipare alla finale del Derby. Diritto reso vano dallo sciopero. Ma, onestamente, vi sembra giusto? Vi domando: se dopo anni di sacrifici economici e di altra natura vi succedesse questo, sareste contenti?
"Con riferimento a chi ha guidato lo sciopero, voglio dir loro che, da parte mia, posso essere d'accordo sul fatto che si richiedano adeguate garanzie sul montepremi. Ma è anche vero che era già arrivata una convocazione ufficiale scritta ad alto livello governativo per giovedì 16: non sarebbe stato opportuno attendere l'esito di tale incontro, rimandando di pochi giorni una presa di posizione così dura come quella ha comportato la mancata disputa del Derby e di tutti gli altri gran premi del wwek-end?
"Inoltre dobbiamo riflettere bene e porci una domanda: se l'ippica è ridotta in tale stato non sarà forse anche colpa di certi fatti poco edificanti (corse sotto inchiesta, scambio di cavalli, doping ecc)? A causa di quanto è accaduto negli ultimi giorni, l'ippica italiana ha rimediato una bruttissima figura a livello internazionale, come risulta dalle notizie pubblicate sugli organi di nformazione di varie Nazioni, dalla Svezia alla Finlandia, alla Francia. Questo non è certo il modo migliore per rilanciare il nostro ambiente, che versa in una grave crisi. Quanto sono lontani i tempi di Varenne, quando l'Italia intera manifestava sincero interesse per il trotto...
Dopo quello che è successo, sarei sinceramente tentato di dire basta con l'ippica. Su ciò rifletterò a lungo nei prossimi giorni. La passione è tanta, ma l'amarezza è ugualmente grande".