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Sabato 6 e domenica 7 Maggio sono state giornate intense al parco della Versiliana a Marina di Pietrasanta. Si è svolta la consueta gara morfologica di cavalli arabi che da ventidue anni anima l’angolo verde di questo parco e anche se la gara ha una dimensione minore rispetto alle competizioni che si svolgono in altre location a livello internazionale
Il 99 è il numero dell’attesa. In queste due cifre c’è lo sforzo di ogni singolo punto per raggiungerle e oltre queste, una cifra tonda, qualcosa che ricomincia.
1 dicembre, Ippodromo La Maura. Mi raccontano una storia, se ne parlava in sala stampa.
Zaira dei Veltri, una femmina di otto anni, baio oscuro, aspetta di poter entrare in pista per la sua corsa di trotto montato. Così qualcuno sta andando a prendere il fantino in stazione, ma non è un autista qualsiasi, è Gustavo Matarazzo, Presidente dei Gentlemen Lombardia e l’amazzone che correrà è la figlia Marta che sta tornando a Milano, dove è nata.Pisa, Ippodromo di San Rossore, è una giornata di fine ottobre, ma sembra ancora estate
.C’è una bambina che si sporge sul tondino, in punta di piedi guarda i cavalli. Ha appena partecipato alle attività di Ippolandia, guardato i dromedari e ora vuole giocare coi cavalli tenendo tra le dita una moneta.
C’è sempre uno scarto nel destino di una persona e nell’ippica è il momento esatto in cui una donna diventa amazzone.L’ippodromo può essere solo la prospettiva visiva delle tue giornate eppure un giorno può trillarti il cellulare e in un messaggio qualcuno ti chiede se ti va di guidare un sulky, di correre su una pista di sabbia e, cinghie strette in pugno,
Ora so cosa sognano le giovani amazzoni; sono scivolata nel sonno delle cavallerizze in erba e ho spiato i loro desideri.Adesso so dove indugiava nell’ infanzia la mente delle donne che hanno sempre amato galoppare e vivere coi cavalli e me l’ha svelato un pittore, Adelchi Riccardo Mantovani, che fa dell’onirico e dei ricordi il soggetto dei suoi quadri.
“Napoli si annuncia libera, allegra e vivace: una folla immensa di gente corre alla rinfusa. Il re è a caccia, la regina attende il lieto evento. Tutto va per il meglio.”
Vorrei essere lì domenica; mi piacerebbe partire come fece Goethe che in una notte del 1786 improvvisò una fuga, presentò un passaporto con un nome che non era il suo, ma di un certo Philipp Möller, e se ne andò con una carrozza di posta. Voleva essere libero, cambiare identità per ritrovare paradossalmente se stesso e la sua creatività e solo quando fu arrivato a Napoli si sentì a casa.
Se, come dice un vecchio adagio cinese, le donne sostengono una metà del cielo, in un ippodromo sono l’altra parte del turf. Di questo se ne accorse ben più di cento anni fa, Giuseppe De Nittis che alla fine del 1800 si fece interprete della vita mondana. Impressionista, italiano che trovò a Parigi la sua fortuna, levò il suo sguardo dalla pista e in “Alle corse di Auteuil” lo posò su una elegante signora, in piedi sulla seggiola, come usava ai tempi negli ippodromi e la raffigurò così, bellissima e charmant, alle spalle di un uomo, intenti entrambi a guardare una corsa.