Ricerca: emanuela bartoli - 4 articoli
Uno studio pubblicato il 28/06/23 su Plos One, valuta gli effetti di un trattamento denominato “Equine Facilitated Psychiatry and Psychology” (EFPP).Tale trattamento è una forma di terapia assistita che coinvolge i cavalli dentro e intorno all’ambiente naturale dei maneggi al fine di supportare lo sviluppo del benessere comportamentale ed emotivo dell’assistito.
Nella prima parte dell’articolo pubblicato tempo fa, abbiamo visto delle importanti differenze tra addestramento, educazione e formazione.
In questa parte cercheremo di capire meglio cosa si intende con degli esempi.Esempio di addestramento.
Supponiamo di voler far girare un cavallo in tondino alla longia.
La procedura comportamentista utilizzata in questo caso è fondata sulla triade stimolo-risposta-rinforzo.
Quindi una corretta esecuzione potrebbe essere: alzo la frusta (o stick, o coda della lunghina): questo è lo stimolo - che in questo caso corrisponde a una pressione psicologica; se il cavallo non avanza agito lo strumento (aumento della pressione); se non avanza ancora lo tocco (pressione fisica). Quando il cavallo esegue (risposta), tolgo la pressione (rinforzo negativo).Nel panorama equestre le parole “addestramento” ed “educazione” sono sempre più spesso considerate sinonimi, ma in realtà esiste tra loro una differenza sostanziale.
Nell’equitazione tradizionale o classica si dice spesso che il cavallo viene educato e non addestrato, mentre nell’equitazione cosiddetta “naturale”, si dice che le pressioni utilizzate in addestramento sono le stesse utilizzate dai cavalli in natura nelle loro dinamiche di branco.
Tutto ciò induce confusione, poiché le finalità dell’addestramento e dell’educazione sono completamente diverse, cosi come le modalità con cui è possibile realizzarli.Nel panorama equestre il cavallo è sempre stato considerato come un "prestatore d'opera", e ciò ha comportato l’utilizzo di metodi d’addestramento che, in maniera più o meno coercitiva o più o meno “naturale”, hanno come fine l’obbedienza e le prestazioni, siano esse di tipo sportivo, lavorativo o ludico.
In quest’ottica utilitaristica ed egocentrica, difficilmente si tiene conto della sua cognitività e della componente psico-emotiva che, anziché essere sviluppate, vengono annichilite.
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