Lettere al Direttore
Caro Direttore
leggo sul sito il comunicato, piuttosto generico nell'articolazione ma ben chiaro nella sostanza, dell'ex sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole, Giuseppe L'Abbate, relativo all'ordine del giorno presentato e accolto dal Governo sulla riforma del comparto ippico, lo scorso 8 aprile. Il nodo della proposta, già esplicitata dall'on. L'Abbate circa sei mesi fa, verte sulla separazione tra le attività di allevamento e selezione, lasciate all'Agricoltura, e quelle sportive, trasferite a una nuova struttura nell'ambito del CONI.
Vi sono due scuole di pensiero nel mondo del cavallo domestico: alcuni proprietari scelgono di utilizzare la ferratura ed altri invece preferiscono evitarla, entrambe le possibilità possono certamente convivere, ma qui farò solo riferimento alle qualità del cavallo scalzo o barefoot. Il quesito espresso dal titolo é interessante perché potrebbe portarci ad una serie di considerazioni e collegamenti non così scontati:
Ho letto con interesse e preoccupazione l’intervento di Maurizio Soverchia dal titolo "La nostra ippica ormai naviga verso il nulla", con passione e speranza il libro di Raffaele Cherchi “L’ANGLO ARABO” e, da quando esiste, seguo Cavallo 2000, con i cui responsabili mi complimento per non essere mai venuti meno alla loro missione, dando spazio e visibilità a tutti gli attori e interessati del sistema ippico-equestre.
Caro Direttore,
utilizzo la consueta ospitalità per delineare alcune considerazioni sulla situazione di crisi nera del comparto ippico nazionale, tralasciando la storia degli eventi, e dei non eventi, che hanno interessato il settore - settore produttivo, con migliaia di addetti - perchè sarebbe inutile e superfluo rimestare la stessa ben nota minestra.
Ritengo che la fase attuale si debba considerare in qualche misura assurda, in quanto quello che vediamo ogni giorno è il risultato della mancata capacità e volontà di individuare ed intervenire sul nodo centrale e ineludibile...
Gentile Direttore,
Il tempo Pasquale, che ci ricorda un evento straordinario di circa 2000 anni orsono, fa sperare ancora in un risorgimento dell’ippicoltura italiana e mi ha regalato, oggi 24 aprile 2019, una giornata straordinaria all’Ippodromo di Ozieri Chilivani in mezzo ai cavalli ed agli addetti ai lavori.Gentile Direttore, Ho letto l’articolo del 02 aprile u.s. “Coordinamento, appello alla filiera perché superi ...la follia!!!!” di Attilio D’Alesio, come sempre molto attento, simpatico nella rappresentazione ironica dell’unità degli italiani e, nel particolare, degli ippici italiani.
Purtroppo la situazione è veramente paradossale e dal lontano 2008 ad oggi l’ippica italiana sta andando a “ramengo” ....Caro Direttore, Caesar morituri te salutant. Questo era quanto i gladiatori nella antica Roma pronunciavano prima della “pugna”; successivamente i sopravvissuti erano contenti e beati: noi ippici siamo come questi gladiatori destinati alla morte Anno dopo anno ci sono state imposte regole che hanno ridotto l’ ippica alla fame e non si vede niente di nuovo. Non sono pessimista ma realista, basta fare due più due .
Crisi dell’ ippica anno 2009: salvataggio a cura del Ministro Luca Zaia che riesce a far dirottare a favore dell’ ippica...Gentile Direttore,
Il mondo dell’ippica italiana si sta confrontando con le tante attese e speranze suscitate dall’arrivo di un Ministro, il Senatore Centinaio, che ha dedicato tempo ed attenzione al settore dopo tanti, troppi anni di assenza della Politica e disinteresse delle Istituzioni.L’intervista del Ministro al Tg 5 , la creazione di una task force per assistere il Mipaaft nella riforma del settore, l’ingresso di nuovi Dirigenti, i primi miglioramenti nel pagamenti dei premi, la sospensione (e speriamo presto la cancellazione) ....