Via Francigena per unire i popoli d'Europa
RELAZIONE di Mario Lupi, consigliere della Regiona Toscana, al convegno sulla Via Francigena (23-24 novembre a Siena).
“Riscoprire il valore della Va Francigena significa riaprire uno scrigno e godere di un immenso tesoro. La ViFrancigena è l'anima della nostra Europa ed il lento popolo della Francigena, paziente e tollerante, non conosce confini, lavora e cammina per e verso una vera integrazione culturale, sociale, politica ed interreligiosa. Con la via Francigena i confini spariscono, gli spazi e le distanze si colmano e si intersecano in una rete di strade, in una rete di solidarietà europea.
Occorre essere consapevoli proprio per questi motivi che la via Francigena appartiene a chi la percorre, a chi con questi presupposti la vive.”
“Così ho voluto sintetizzare in dieci righe un contenuto lungo centinaia di chilometri, centinaia di anni, colmo di storia, colmo di opere d’arte, di memorie, di popoli, di diversità, di valori e di significati impossibili da descrivere con completezza.
“Una strada, un cammino, al tempo stesso “essenzialmente una via di cultura” (Jacques Le Goff), od un cammino di penitenza e di redenzione verso una meta sacra, o ancora una greenway dove cultura, religione, spiritualità, storia, ambiente e natura, biodiversità, tradizioni, cibi, usanze, lingue, etnie, paesaggi e potrei continuare, si mescolano in un unico fascio, in un’unica via, in un progetto che per troppo tempo è rimasto dimenticato nel cassetto.
“E’ con questo spirito, con questa consapevolezza che abbiamo cercato con questa iniziativa , di dare un fattivo contributo, una ulteriore spinta a questa “macchina” che come la “macchina di Santa Rosa” ha bisogno del contributo e della “forza” di tutti per avviarsi, per decollare, per raggiungere la meta e per rappresentare una risposta sostenibile per il futuro delle nostre regioni e delle nostre nuove generazioni.
“Credetemi che è una emozione fuori del comune essere qua oggi, in questa città che trasuda storia e tradizioni, in questa sala le cui mura in silenzio parlano della Francigena, delle nostre radici, con voi, con molti protagonisti, viandanti, pellegrini, autorità e rappresentanti di paesi e regioni diverse, inglesi, spagnoli, francesi, tutti intorno ad un tavolo, tutti intorno ad un progetto comune.
“Ho trovato molte difficoltà a mettere insieme questi attori e sento il peso di altrettante assenze importanti, di cui mi scuso fin da ora chiedendo la vostra comprensione e rendendomi disponibile da subito a recuperarle.
“Dopo che il Presidente del Consiglio ha inaugurato il primo “cartello” della ViFrancigena a Monteriggioni, ci attende un lavoro serio, capillare ed univoco per portare avanti il progetto, e questa due giorni vuol essere solo un contributo a questa mission.
“Il percorso è stato definito, il simbolo identificativo della Va Francigena pure, la collocazione della cartellonistica di pertinenza del Ministero della Cultura ha preso avvio, quella analoga del Ministero delle Politiche Agricole, con il prezioso apporto del Corpo della Forestale, si prevede che sarà ultimata entro la prossima primavera, ed una prima parte di risorse per le infrastrutture è già disponibile.
“La Toscana è capofila del progetto italiano, i soggetti pubblici, privati, religiosi, associazioni sono molti, il rischio di sovrapposizioni è sinceramente alto, ed è proprio su questo che vorrei soffermarmi, perché all’indomani della costituzione della Consulta Interministeriale e del suo insediamento, dell’insediamento del Comitato tecnico nazionale, occorre in via prioritaria definire come muoversi, come interagire, come rapportarsi come non disperdere energie, sapere in maniera chiara chi fa che cosa e come. Occorre creare quella rete e quei nodi che manterranno salda la struttura ed il progetto, ognuno per le proprie competenze e specificità e senza dimenticarsi di niente e nessuno perché come ho detto in premessa, e come credo fermamente, la Via Francigena è soprattutto di chi la percorre, di chi la vive, è e deve essere una via aperta e democratica senza sbarramenti, senza barriere di sorta. Se l’Euro ha unito il mondo economico dell’Europa, la via Francigena è “la chiave di volta” per realizzare veramente l’unione dei popoli Europei. L’economia non è sufficiente da sola a far stare insieme un popolo e per “l’uomo europeo” che si è smarrito nei secoli, che è alla ricerca delle proprie radici, di una nuova identità e nuovi valori la risposta che stiamo proponendo oserei dire che è semplicemente rivoluzionaria, soprattutto in questo contesto storico di crisi culturale ed educativa.
“Le aspettative che pertanto pongo all’attenzione ed alla riflessione hanno come presupposto quanto sopra, stigmatizzato in “chi fa che cosa come e quando” e schematizzo per semplificarne la lettura in:
- massima apertura e partecipazione;
- ruolo degli attori;
- cabine di regia comunicanti;
- struttura a rete e nodi;
- chiaro quadro delle priorità progettuali ed azioni.
“E’ di massima importanza a mio avviso identificare quanto prima possibile le “tappe” del percorso e l’allestimento dei punti di sosta per il pellegrino, facendo tesoro dell’esperienza ormai ventennale del cammino di Santiago e dell’esperienza di chi da anni percorre con passione l’itinerario di Sigerico, accumulando notizie sul campo e disponendo di suggerimenti preziosi da offrire.
“Questo progetto europeo ha sollevato molto interesse diffuso, e non posso non rilevare che si sono registrate motivate richieste da parte di Enti locali, Comuni, Comunità montane che escluse dal percorso chiedono di farne parte, come affluenti di un fiume principale. Cito in Toscana ad esempio Pistoia del cui patrono S.Giacomo è conservata una reliquia nella Cattedrale, Seggiano e l’Amiata che ha aperto una via di comunicazione con alcuni comuni senesi della Val d’Orcia per avere un collegamento alla Francigena, comuni come Poggibonsi lambita dal percorso ed altri che consapevoli di non far parte del percorso sigerichiano hanno nella storia e nei toponimi un chiaro richiamo alla Francigena; come noto la via francigena è un districarsi di vie e sentieri, che come ben si può capire il tempo ha modificato ponendo ostacoli, strade, autostrade, viadotti, città ecc.. ma è altrettanto vero che il percorso approvato dal Consiglio d’Europa come ”grande itinerario europeo” è quello che Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, percorse nel 990 di ritorno da Roma puntualmente annotato e descritto.
“Non ho oggi la risposta da offrire a molti di voi, voglio solo dire che in questa fase il tracciato ed il percorso approvato è uno soltanto, ma non posso non cogliere le legittime aspirazioni di chi rimane escluso da progetto della Francigena. Ritengo che questo quesito, al quale ripeto, oggi non posso dare risposta debba essere oggetto di discussione in sede di Consulta per capire se possibile, magari con investimenti propri o con altre misure di investimento, sia possibile realizzare complanari e collegamenti alla via principale alla quale faranno riferimento ovviamente sia il chilometraggio che le tappe-base, così da creare ed avviare un processo virtuoso di infrastrutture leggere, strade bianche, ippovie che promuova i nostri paesaggi, la nostra agricoltura, la nostra ruralità.
“E voglio chiudere con un parallelismo tra l’evento odierno ed il mondo rurale: oggi è il 23 novembre, san Clemente. Un proverbio dialettale caro agli agricoltori recita “per San Clemente smetti la semente”; ebbene se abbiamo seminato bene il raccolto di primavera non potrà che essere ricco e prosperoso”.