Verso il Derby del 19 maggio, albo d'oro, statistiche e curiosità
ROMA. Ci siamo quasi, amici del turf, il Derby day è dietro l'angolo, domenica 19 maggio sta per arrivare con tutto il fascino di una corsa e di un convegno imperdibile nel bellissimo ippodromo delle Capannelle. The Italian Derby in una Roma che non finisce di meravigliarti, con la sua intatta bellezza. Tante le storie, le statistiche e le curiosità che l'avvicinamento al gran giorno ci consegna.
Due secoli e mezzo sono trascorsi ormai dal giorno in cui Mr Stanley, dodicesimo Conte di Derby con l’aiuto imprescindibile della moglie Lady Hamilton e del prezioso Lord Bumbury, misero in pista i protagonisti della prima edizione della madre di tutte le corse: il Derby che prese il nome da uno degli ideatori che mise anche in dote i terreni che adesso sono nella storia. La piana di Epsom nel Surrey a giusta distanza da Londra.
Un secolo dopo, circa, alle Capannelle nella primavera del 1884 Andreina vinse il primo Derby italiano con le stesse regole di ingaggio di quello inglese che per tantissimo sono state universali in ogni parte del globo: 2400 metri di distanza e solo cavalli di tre anni in pista.
La vera magia era proprio questa: puoi correre il Derby solo una volta e mai più. Le grandi prove di selezione assoluta sono date dai confronti intergenerazionali ma il Derby è unico e per questo è assolutamente in cima al desiderio di ogni operatore ippico.
Il Senatore del quale è appena ricorso il Settantesimo anniversario della scomparsa, lo vinse 21 volte per dire come Tesio teneva in considerazione il Derby anche se in tutta la vita il Mago di Dormello inseguì il sogno di costruire il campione per la Gold Cup di Ascot.
Scorriamo l'albo d'oro alla ricerca di grandi cavalli che hanno vinto il Derby. Archidamia, la femmina di classe e di tempra superiore, vinse nel 1936. A seguire i successi di altri due fuoriclasse, Donatello (1937), poi battuto di misura a Parigi, e Nearco, vincitore del Nastro Azzurro del 1938.
Andando avanti si trovano altri due assi da cuore tesiani, Tenerani, derbywinner nel 1947 e, sette anni dopo, Botticelli, trionfatore del 1954 prima di confermarsi a livelli assoluti anche in Inghilterra.
Memorabile la sfida attesa, fin dall'inverno, che alimentò la fantasia degli appassionati tra Gay Lussac e Tierceron protagonisti di un palpitante arrivo nel Derby del 1972. Vinse Gay Lussac, montato da Sergio Fancera, con la giubba della scuderia Cieffedì battendo il dormelliano.
Chi vinse il Derby di cinquant'anni fa, quello del 1974? Una giubba storica, quella della scuderia Aurora, grazie a Suffolk che, montato da Mario Cipolloni, nel finale prevalse su Wohlgemuth e Veio.
Uno show di eccezionale impressione visiva fu quello del biondo Sirlad, con i colori della Razza La Tesa, Tonino Di Nardo in sella, a staccare il gruppo, con Capo Bon, laureato di Parioli, a conquistare il secondo posto.
Tra i fantini ci sono cinque successi conseguiti da Cristian Demuro, due volte il Nastro Azzurro è finito sul frustino di Dario Vargiu, una volta, appena dodici mesi fa, ha alzato le braccia sulla corsa più bella dell'anno il pisano Dario Di Tocco, il gialo e beige di Goldenas a svettare a centro pista per il training mirato di Cristiana Brivio e Endo Botti, la bella Pisa che galoppa.
I tempi e gli steccati dicono qualcosa tra tutti i dati disponibili che l'archivio di una corsa così ricca di storia propone? Certo che sì, e aggiungeremo anche la chiave di lettura dei rating. Nelle ultime trentuno edizioni il cavallo che ha il più alto rating tra i vincitori del Derby Italiano è White Muzzle, 124 il valore conseguito dal figlio di Dancing Brave in giubba rossa con stella gialla.
Il secondo rating è quello del vincitore del 2011 CrackerJack King, 122. Nelle ultime edizioni il valore espresso in corsa dal laureato dell'Italian Derby si è abbassato, il tedesco Arkadan, che nel fotocolor che correda questo articolo vedete battere il dormelliano Tempesti, due anni fa vinse con 119, mentre dodici mesi or sono a Goldenas è bastato galoppare su un comunque lusinghiero 115.
E dopo aver vinto il Derby qual è il programma? La risposta più frequente è : "si va al Milano in giugno": negli ultimi 11 anni quattro volte il Derbywinner alla successiva uscita ha calcato il palcoscenico di San Siro facendo sempre l'arrivo. Si tratta di cavalli in un range di rating tra 107-11, Biz The Nurse vinse il Milano (2013), Summer Festival fece secondo l'anno dopo, Keep On Fly giunse terzo nel 2019 mentre Goldenas è stato il runner up dell'edizione 2023 del Gran Premio di Milano.
L'ultima annotazione per gli steccati. Qual è il numero ideale per uscire dalle gabbie del Derby delle Capannelle con la bonne chance di lottare la corsa? Lo steccato 5 sembra un buon trampolino di lancio, visto che tre volte nelle ultime 10 edizioni il Derby lo ha vinto il cavallo uscito da quello stallo. Tra gli steccati larghi buone opzioni sono il 10 e il 13 mentre tra quelli interni i più favorevoli sono il tre e il 4, si viene a casa anche partendo da gabbie più centrali come la sette e la otto. Da quando si corre sui 2200 metri il miglior tempo è stato fatto registrare nell'edizione del 2008 da Cima De Triomphe, il grizzettiano che vinse in 2.14.60.