''Trekking in Emilia perchè la vita continui''
Caro Direttore, ho sempre avuto grande stima di Cavallo 2000 e l'ho manifestato concretamente alla dott.ssa Galli in occasione di alcuni incontri intercorsi. Sono convinto che la critica e il confronto siano elementi fondamentali della democrazia, pertanto, ben vangano. Quella condizione, lo status democratico, negato al popolo italiano nel buio periodo fascista, nel quale pochi volenterosi del tempo tentarono di sovvertire il regime sino a giungere all'estremo sacrificio. Tra questi illuminati vi erano alcuni componenti della mia famiglia, purtroppo trucidati sulla piazza di Monchio il 18 marzo del 1944: insieme a loro donne incinte, bambini, anziani, invalidi, disabili... Il senso del viaggio in questione (Trekking sui sentieri della Resistenza - ndr) è proprio quello della memoria, senza rancore, affinché certi episodi non si verifichino mai più: esattamente come voluto dai famigliari delle 123 vittime di Monchio, Susano, Savoniero e Cstrignano che scelsero di edificare il Parco di Santa Giulia con identiche finalità.
Sono sempre stato schivo a parlare di me stesso e delle vicende dolorose che inevitabilmente mi hanno colpito nel corso della vita, ma credo sia opportuno, per una volta, trasgredire a questo impegno che ho preso con me intimamente.
Nel 2000 subii la tremenda alluvione che colpì la Valle d'Aosta, il mio centro equestre era ubicato a Pollein, uno dei comuni più colpiti dell'intera regione sia per numero di vittime che per danni materiali. Il dolore e lo smarrimento furono immensi, con tutto ciò che ne consegue, ma una delle sensazioni più terribili fu la solitudine nella quale mi trovai: un mese trascorso ad accudire i cavalli in un contesto spettrale - il paese intero era stato totalmente evacuato e dichiarato inagibile - quotidianamente mi recavo in scuderia a piedi percorrendo alcuni km, le strade non erano più transitabili...
Superato il primo mese la viabilità principale fu ripristinata, dopo le prime sommarie ricognizioni ricominciai a fare le prime uscite a cavallo in quel territorio devastato. Confesso, e non me ne vergogno, che mi è capitato di piangere. Il territorio e la sentieristica sono il primo patrimonio di una Guida di turismo equestre, soprattutto per coloro che vivono esclusivamente di questo mestiere, esattamente come il sottoscritto.
Cercai con tutte le mie forze di "tornare alla normalità", con il dolore nel cuore e con profondo rispetto per le vittime, molte delle quali di mia conoscenza.
Mi pare che il laborioso popolo emiliano, in questo, stia facendo altrettanto...
Se esercitare la mia professione è una colpa: allora sono colpevole!
In quel triste periodo non ricevetti alcun gesto di solidarietà da parte delle istituzioni, tantomeno dalla Federazione Italiana Sport Equestri.
Contrariamente a quanto accaduto allora mi pare che la FISE Emilia Romagna abbia adottato un comportamento ben differente, basta leggere il cominciato esposto sul relativo sito (www.emilia-fise.it). La nostra Presidente, ancora una volta, si è distinta per sensibilità, forma e contenuto.
La FISE centrale un po' meno...
Scevro da ogni polemica, saluto cordialmente,
TIZIANO BEDOSTRI