Storia di Ray tornato a nuova vita
San Terenziano è un paesino umbro che si stende lungo una delle strade della provincia di Perugia. Dopo un’ampia curva si apre un enorme cancello ed appare un campo di sabbia con uno steccato bianco che lo recinta. E’ il Centro Ippico San Terenziano dove Massimo, il titolare giura che quella sabbia fantastica è lì dal 1988 e resiste perché il terreno ha un drenaggio fantastico.
Domenica 8 maggio era in programma una manifestazione amatoriale di attacchi dell’ANTE con una decina di partecipanti provenienti dall’Umbria, dal Lazio, dalle Marche. C’era, ed è stato il più bravo nella categoria pariglie, anche l’ex candidato alla presidenza della FISE, Massimo Arcioni con due splendidi cavalli ed una magnifica carrozza Maratona. Ma tutti quelli che hanno partecipato si sono divertiti ed un paio di esordienti già al secondo giro hanno migliorato chi di 30” chi addirittura di un minuto la loro perfomance. In campo anche una signora olandese che col suo calesse ha rivissuto per una volta, l’emozione che viveva da piccola nella sua terra d’origine dove carrozze e calessi sono una tradizione quotidiana.
Ma ad attirare dal primo giorno i miei occhi, mentre assistevo alla paziente e meticolosa costruzione del percorso con la croce in mezzo al campo e l’ostacolo fisso dentro al quale bisogna fare un giro completo di ognuno dei tre elementi che lo compongono, è stato un bellissimo cavallo nero, un frisone, enorme, statuario che pascolava libero in un grande recinto accanto al campo di gara. Con lui due grigi più giovani che sembravano invitarlo più volte a giocare con loro.
La curiosità che mi porto dentro non ha avuto bisogno di niente per portarmi a fare domande su quell’animale così imponente e così regale nella sua postura che, almeno secondo me, mi guardava così come io guardavo lui.
E così ho saputo che Ray, il nome del cavallo, era lì da due anni e mezzo in riabilitazione. “Perché in riabilitazione – ho chiesto – ha avuto in un cidente?”. “Ma quale incidente – è stata la risposta - un tipo di queste parti lo teneva legato ad una catena di un garage sventrato con un filo di ferro intorno al collo da tre anni. Una ciotola d’acqua piovana ed ogni tanto un po’ di fieno. Ogni giorno passavamo di lì e vedevamo questo cavallo sempre più triste e smagrito, sanguinante, così alla fine ci siamo decisi e siamo andati a chiedere se ce lo vendeva”.
So che indecenze del genere capitano più spesso di quanto si vorrebbe, ma non bisogna mai smettere di indignarsi per un trattamento del genere nei confronti di un animale e che episodi di questo genere confermano che la bestia, nel significato peggiore del termine, è quella a due gambe.
Così animati dalle migliori intenzioni quelli del Circolo di San Terenziano hanno affrontato il padrone di Ray e gli hanno chiesto se lo voleva vendere. E lui ha avuto anche il coraggio di chiedere 3000 mila euro!! Ma Massimo e compagni non hanno battuto ciglio pur di mettere fine a quello scempio hanno pagato e lo hanno portato via, iniziando la lenta riabilitazione del cavallo.
Sotto peso di svariate decine di chili, mal nutrito, con una dermatite (malattia di cui mi dicono i frisoni soffrono specie se non governati come si deve) con una piaga impressionante sul dorso, che in parte resiste ancora, Ray è stato messo nelle migliori condizioni di rimettersi : dall’acqua fresca, al cibo giusto che gli è stato dato nelle dosi giuste un po’ alla volta per non appesantirlo subito, alle cure del veterinario alla libertà di muovere finalmente quelle potenti gambe su un prato verde.
Oggi Ray ha quasi dieci anni ed è quasi nella forma che dovrebbe avere un animale della sua razza a questa età. Tutti lo coccolano ma lui ancora non si fida completamente dell’uomo.
Mi sono avvicinato per accarezzarlo e lui vinta dopo un po’ la diffidenza si è lasciato toccare, grattare il naso dalle mie mani invece che farlo sulla staccionata, mi ha guardato fisso negli occhi, ha sempre controllato dove fossero le mie mani, mi ha appoggiato un paio di volte il muso sulla spalla quando mi sono girato a parlare con delle persone. Ma sempre col distacco di chi dice “Ehi, comando io il gioco, non mi fido completamente e non provare a fare scherzi!”.
A breve, superato questo mese di maggio, Ray comincerà a fare un lavoro, anzi il lavoro per il quale i frisoni sono famosi nel mondo: verrà preparato per potergli attaccare una carrozza con la quale portare la gente in passeggiata nei percorsi tra le vicine colline che circondano il Centro Ippico San Terenziano. E sarà finalmente una festa da celebrare. E per chi ha veramente a cuore la sorte ed il benessere dei cavalli, un esempio da imitare.