Sporting Club Monterosa, solidarietà con la caccia alla volpe simulata
Tradizione e solidarietà, sotto l’egida dello sport equestre, per aiutare le famiglie indigenti. Domenica 23 aprile è partita dall’importante centro ippico Sporting Club Monterosa Novara una delle più tradizionali manifestazioni equestri che affondano le proprie radici in Inghilterra alla fine del XVIII secolo.
“La caccia alla volpe”, oggi praticata in modo assolutamente virtuale, che rievoca quel sapore nel quale la tradizione si fonda con la passione della disciplina equestre, dove amazzoni e cavalieri mettono alla prova le proprie capacità e le qualità del proprio cavallo in un divertente percorso di campagna che richiede il superamento di ostacoli naturali ed artificiali.
Un evento assolutamente non cruento ma in totale armonia con i tempi che rendono protagonista, sempre di più, la natura circostante, la sua flora e la sua fauna. Grandi protagonisti, con i loro amici cavalli, sono i cani Foxhounds per rendere l'atmosfera davvero completa.
In questa occasione, Cavallo2000, ha intercettato la “volpe”, Gino Biasia, storico cavaliere e volpe per le caccie da oltre cinquant’anni; in questa occasione uno speciale passaggio di scettro a suo figlio Paolo Biasia, il quale avrà un lungo percorso di “fuga” da fare per non farsi raggiungere dai cavalli, cavalieri e i cani Foxhounds.
Un evento di costume, la cui tradizione impone delle norme molto rigide, legate alla sua storica tradizione, per quanto riguarda l’abbigliamento da osservare sia durante la caccia che dopo.
Per i cavalieri: cap, bombetta o cilindro, giacca da caccia nera o grigio ferro, cravatta a plastron bianca, gilet giallo o quadrettato beige, pantaloni bianchi, beige o avana, stivali neri e guanti bianchi o gialli; al master, ai field-master e ai soci della società ospitante è consentito montare con giacca rossa, rigorosamente abbinata a pantaloni bianchi e stivali con risvolto giallo o beige e guanti gialli.
Per le amazzoni: cap o bombetta con capelli raccolti dietro la nuca, giacca nera, blu o grigio scuro, cravatta a plastron bianca, gilet da caccia giallo o quadrettato, pantaloni beige o bianchi, stivali neri senza risvolto e guanti bianchi o gialli. Una signora non porta mai l’abito rosso: se è Master o Field-master veste in nero con il cap, ed eventualmente un nastro rosso legato al braccio.
Ma…anche il cavallo: la sua bardatura deve essere sobria, funzionale ed essenziale. Testiera tassativamente in cuoio e con capezzina, senza fronzoli e/o frontalino colorato. Il sottosella deve essere sagomato, preferibilmente in lana con colore naturale o comunque di colore bianco. Sono ammesse le normali protezioni, evitando comunque sempre colorazioni vistose.
La finalità di questa storica iniziativa è quella di creare un connubio tra sport e solidarietà. Tutti i partecipanti (amazzoni e cavalieri) dovranno contribuire all’evento con il diritto di "cap", che sarà devoluto per i progetti di solidarietà dell’Associazione Nessun Uomo è un’Isola ONLUS a favore delle famiglie indigenti.