Scommesse, Italia assente dal tavolo della World Tote Association
Scommesse ippiche.Espressione misteriosa nel nostro Paese, che in un'epoca non lontana si riferiva, come dovrebbe essere, alla fonte di reperimento delle risorse per mantenere, gestire e accrescere l'attività delle corse di cavalli, sotto ogni aspetto, dall'allevamento all'evento sportivo.A questo proposito la World Tote Association (WoTA), l'associazione mondiale dei gestori di scommesse ippiche, ha tenuto, alla fine dello scorso giugno, un evento online sulle normative e i regolamenti delle corse e il loro impatto sul gioco. Sono intervenuti il rappresentate svedese e quello statunitense dello Stronach Group, mostrando come e in quale misura l'organizzazione delle corse influisca sull'ammontare delle scommesse.Il direttore esecutivo della Federazione Internazionale del galoppo ha comunicato lo stato dei lavori effettuati sull'integrità delle corse, l'antidoping e il benessere del cavallo.La WoTA è l'organismo nato nel 2020 dalla fusione dell'associazione europea dei gestori e di scommesse e dall'omologa associazione africana e asiatica, e comprende 20 membri: dalla Finlandia alla Germania, dalla Francia al Regno Unito, dagli Stati Uniti al Sudafrica e all'Australia.E l'Italia?L'Italia non c'è.Eppure, come abbiamo già scritto, nel 2007 l'UNIRE e l'Agenzia dei Monopoli (AAMS) hanno ospitato a Roma una delle assemblee costitutive dell'associazione europea.Dal 2010 l'Italia è scomparsa dal novero dei Paesi che seguono e organizzano il settore delle scommesse. Ricordo nel 2007 i numerosi incontri tra UNIRE e AAMS per definire una nuova normativa sul gioco che è in caduta libera, passando da una raccolta di 2,77 miliardi nel 2007 ai 350 milioni del 2021.Rimane il dispiacere, certamente inutile visto il disinteresse e l'incapacità di intervenire su questi temi, dell'inutile assenza del nostro Paese dall'attività degli organismi internazionali.