Salto ostacoli, caccia alla serie A
Se in casa dell'impiccato è buona educazione non parlare di corda, in quella FEI accennare a Rolex e Global crea subito fibrillazioni. Il celebre marchio elvetico e il rampante circuito olandese (dal 2 al 4 settembre farà tappa a Roma Circo Massimo) stanno mettendo in crisi le tradizionali Longines Nations Cup targate Federazione Internazionale ed anche la validità dell'appartenenza alla Divisione 1, il ristretto gruppo di Paesi all'apice del salto ostacoli, la serie A. La finale della Longines EEF Series 2022 in programma dall'8 all'11 prossimi in Polonia, nel CSIO 4 stelle di Varsavia, si presenta perciò come una medaglia a due facce per gli azzurri.
Da una parte l’Italia, dato il prestigio di ritornare nella massima Divisione (dalla quale è stata messa fuori l’anno scorso), dovrà fare del tutto per vincere, o almeno superare le altre Nazioni di serie B (Austria che gli è giunta davanti ai recenti Mondiali per team, Portogallo, Spagna, Ungheria e Polonia che gioca in casa). Dall’altra, non rientrare in serie A non comporterà grossi danni in quanto il circuito FEI - che porta alla finale di Barcellona (29 settembre/2 ottobre) ed è riservato alla Divisione 1 - è sceso molto di caratura con il passaggio a Rolex dei prestigiosi CSIO di Aquisgrana (GER), Le Baule (FRA), Roma Piazza di Siena e centrare l’unica ammissione per team ai Giochi di Parigi 2024 a disposizione nel fine settimana iberico, non sarebbe facile per gli azzurri.
Senza inoltrarci nel pianeta sponsor - il quale rimane più una scelta commerciale che sportiva - avere alternative è comunque sempre, come nella vita, un fattore di crescita e soprattutto di visibilità che oggi, sotto l’incalzare di tv e marketing, è fondamentale per mantenere l’equitazione ai piani alti del CIO e, di conseguenza, dei Giochi Olimpici.
La scelta dei binomi italiani per l’importante trasferta polacca è stata fatta al solito - ne diamo atto a Marco Porro, c.t. FISE - su quanto di meglio è attualmente disponibile. Visto pure l’intreccio di interessi economici dei cavalieri ed amazzoni, dei proprietari e della valorizzazione dei cavalli, non dimenticandoci che saranno proprio questi ultimi a pesare sul 70% dei risultati.
Quella per Varsavia è una buona squadra, anche se sono più di uno i motivi della sua composizione. Ad iniziare dalla voglia matta di Cape Coral/Francesca Ciriesi di rifarsi dopo l’eliminazione ai recenti Mondiali in Danimarca e di Giovanni Camilli di dimostrare che il suo Chadellano PS è un’astronave come l’ha ribattezzato Bucci, entusiasta del destriero tirato su dall’allevatore tedesco (e suocero di Camilli) Paul Schockemoehle. L’esperto cavaliere abruzzese - rimasto durante le gare iridate di Herning in panchina, un po’ seccato ma senza mugugnare - e Riccardo Pisani salteranno rispettivamente con Carpe Diem J&F Champblanc e Charlemagne JT Z che sono le loro pedine di seconda fascia (o forse del futuro). Fedele al suo dichiarato impegno verso i giovani, Porro ha inserito nel team anche il ventitreenne caporal maggiore Guido Franchi con Vulcan de Retaud.