Ribot, sintesi di un lungo processo allevatoriale
Per gentile concessione di Trotto e Turf, pubblichiamo un ricordo del "Cavallo del Secolo" e dell'ippica tra fine ottocento e primo novecento tratteggiato dalla penna di Mario Berardelli, il nostro punto di riferimento per il turf declinato a cultura e tradizione.
Ogni stagione o epoca si dota di un retroterra culturale particolare, segue dei fondamentali di comportamento conseguenti. Ciò vale in senso lato nel costume, nella società, nella politica, nel pensiero. Non fa eccezione il mondo dell’ippica e quindi del Turf. Coloro che si sono formati intellettualmente negli ultimi dec enni dell’ottocento e nei primi del 900 hanno , tutti indistintamente, avuto in cima ai loro pensieri come corsa faro i quattro chilometri della Coppa d’Oro di Ascot.
Meglio ancora, a tre anni, essere passato per i 3000 del Paris. Senza sminuire ovviamente tutte le altre corse ( ricordate solamente che il confronto intergenerazionale oggi per eccellenza ovvero l’Arco di Trionfo data 1921) possiamo dire che il mondo del Turf operava per creare e progettare il cavallo in grado di affermarsi nella “madre di tutte le corse “ dell’epoca, con tutto ciò che questo obiettivo comportava. Prima di proseguire nella nostra chiaccherata e solo per suffragare il nostro assunto ricordate che sono stati vincitori o protagonisti di Gold Cup( magari passando prima per Derby e St Leger) campioni ottocenteschi come Touchstone, Flying Dutchman , West Australian, Gladiateur, ovviamente il faro Saint Simon, Isinglass, Persimmon di Re Edoardo allora Principe di Galles, Cyllene.
Un trend che continuò anche nei primi decenni del 90 se pensiamo che nella Gold Cup fu immolata Pretty Polly nella sua ultima uscita, la ventiquattresima, seconda dietro il fondista Bachelor’s Button. La vinse Bayardo nonno di Hyperion che non poteva arrivare a quella distanza perché, a sua insaputa, era già prototipo del cavallo moderno. Lord Derby , ippico appunto fieramente ottocentesco, dopo il chiaro assunto di Epsom , nella corsa di famiglia, lo volle nel St Leger dove a stento si salvo e per sola classe immensa da Felicitation . Ciò non lo salvò dalla Gold Cup dove naufragò a dieci lunghezze dal “greve” Felicitation. Attenti, la Gold Cup di Hyperion può essere assunta come data di inizio del Turf moderno , quello contemporaneo lo scopriremo alla fine del 900. Ad Ascot cadde anche Brantome. Questo retroterra intellettuale permeava la coscienza e stimolava l’azione anche dei grandi allevatori e proprietari italiani che diedero vita agli straordinari anni 20 e 30 del nostro Turf, indimenticabili per risultati e soprattutto per il respiro immenso della Cultura che hanno generato e lasciato in eredità. De Montel dopo la vittoria di Parigi volle preparare Ortello per Ascot. Lo portò in Inghilterra ma non riuscì a correre per un infortunio. Avrebbe potuto vincere, training di Luigi Regoli, Arc e Gold Cup con Orsenigo, bloccato dalla guerra . I fratelli Crespi e Federico Regoli fecero altrettanto con Crapom che non figurò. Impossibile per Federico Tesio sottrarsi al fascino della Gold Cup.
Di più : pienamente figlio del Turf dell’ottocento ma modernissimo nel vivere il suo tempo, il Mago di Dormello ha costruito il suo allevamento sempre con il retro pensiero finale rivolto alla “corsa”. Si, alla Gold Cup che alla fine gli fu donata postuma da Botticelli nel sublime 55 , l’anno anche del primo Arco del cavallo del secolo. Il Senatore ha selezionato, allevato e allenato per, implacabilmente, valutare e preparare il campione da Coppa. Non fosse stato di cristallo forse avrebbe già potuto esaudire il suo desiderio con Cavaliere d’Arpino , da lui sempre giudicato il più eccezionale.
Non potè vedere Ribot ma vide Nearco, attenti. Col Cavaliere avrebbe tentato dopo il Milano , a quattro anni, Parigi e poi a cinque immancabilmente Ascot. Sappiamo che in settembre il figlio di Havresac non resse all’intensificarsi necessario dei lavori di preparazione e fini in razza. Prima tessera del mosaico che porta a Ribot. Altro campione che costruì per Ascot fu Niccolò dell’Arca che migliorò la stamina del fratello ( ove possibile dato che parliamo di Nearco) grazie a Coronach premiante su Pharos in quei termini. La guerra non permise il tentativo. Torniamo alla costruzione di Ribot. Per Tesio , per tutti possiamo dire, St Simon era ciò che poi furono Nearco o Northern Dancer : lo stallone che diede l’impronta al suo tempo. Ogni volta che gli fu possibile andò a cercarlo. Quale occasione migliore di Havresac a due passi da casa ? Non fu facile per il Mago servirsi di uno stallone di proprietà di uno dei grandi rivali. Lo fece. Due volte fu ripagato in diamanti inestimabili. Gli Inviò nel 27 , dopo aver visto al prato il Cavaliere, Catnip che gli diede Nogara ed in Pharos poi cercò , attraverso Chaucer in sezione materna, di nuovo Saint Simon. Fu la luce : Nearco.
Il cui incrocio, attenti bene, rovesciò quando inviò Romanella a Tenerani. Ci arriveremo. Nel 25 Havresac che era un Rabelais dunque un Saint Simon, copri Chuette, ( come sono state importanti e sempre le importazioni di fattrici o foal femmine per il nostro allevamento, ci abbiamo costruito anche i successi degli anni 90) la madre del Cavalier d’Arpino. Per inciso forse De Montel comprò Hors Concours perché gravida di Ajax, al cui figlio Teddy inviò poi Hollebeck per avere Ortello. Che meravigliosi allevatori ha avuto il nostro Paese. Dunque dal Cavaliere fino a Ribot, il Mago ha costantemente selezionato con il retro pensiero, ne siamo convinti, di arrivare a creare il grande campione da Coppa. Perché a tutti, esatto tutti, i padri che portano a Ribot e che Lui ha allevato e fatto correre ha dato il Milano sui 3000, per il Senatore la “ corsa” e basta , in Italia. Da Cavaliere d’Arpino ( ha vissuto poco, 15 anni) passiamo negli anni d’oro, il 37, a Bellini costruito sulla importazione che portò a Bella Minna e che genealogicamente “sparigliava”. Bellini vinse l’immancabile Chiusura, altra corsa faro per il Mago che si rivolta nella tomba a vederla adesso “condizionata”. La diede a quasi tutti perché i 1400 in dirittura a Milano sono straordinari, infatti ci provò con tanti due anni. Evidentemente , perdonate il fatto personale, non siamo lontani dal vero se la auspichiamo come tracciato e distanza per il Gran Criterium. Dunque Bellini fece suoi Derby, St Leger e Nastro Bruno, a Berlino data l’epoca. Per promuoverlo il Senatore lo obbligò a due Milano che perse da Sirte e dal compagno Niccolò dell’Arca. In tempo di guerra, nel 43, fu obbligatorio per Tesio servirsi dei suoi soli stalloni. Mandò Tofanella che aveva costruito partendo da Try Try Again e con l’aiuto di Apelle, appunto a Bellini ed ebbe Tenerani con il quale iniziò le prove per la Gold Cup. Ovviamente con il “green pass” fornito dal Milano , prima a tre anni vincendo e poi, dose di richiamo, a quattro anni lasciandolo alla compagna Astolfina ma da lì si mosse per vincere la Goodwood Cup e le lunghe Queen Elisabeth. Il retro pensiero cominciava a diventare realtà. Lo fu , come detto , postuma con Botticelli . Nel 51 invia proprio a Tenerani che iniziava la vita di stallone la sua Romanella che aveva costruito attraverso la importazione di Bucolic da cui Barbara Burrini ( sia chiaro che tutte le madri tesiane furono selezionate in pista al massimo livello) la madre di Romanella che ottenne da El Greco, esattamente il Pharos con il quale ripeteva, rovesciandolo, il nik di Nearco. Nacque , nel 52, il cavallo del secolo per costruire il quale servirono 40 anni di assoluta applicazione e selezione diretta, madre per madre, padre per padre. Poi altri 30 ,prima, di studi , esperimenti, ricerche. Per questo Federico Tesio è stato un “genio”, ha fatto dell’arte di allevare e allenare un cavallo una scienza. Quasi esatta, almeno per i suoi risultati. I primi sei nomi del pedigree di Ribot sono tutti creazioni del Mago, nei primi 14 lo sono ben 11. Questo vuol dire allevare ! Per questo Ribot è il suo capolavoro, tutto suo assolutamente. Chiudiamo con un imperdonabile atto di superbia, quello di intervenire sulla Storia. Immaginiamo il Senatore capace di vivere altri anni dopo il 54 e dunque allenatore anche di Ribot. Non avrebbe cambiato il programma dei tre anni e ovviamente dei due. Finale di stagione a Parigi, perfetto. Secondo la nostra lettura fantasiosa ecco che a quattro anni porta il Campione ad Ascot per vincere la sua seconda Gold Cup consecutiva. Dopo la quale avrebbe venduto , lo fece con Nearco e Donatello, il suo campione. Altrimenti ci avrebbe vinto il secondo Arco ma non avrebbe fatto le King George. La Storia non si fa certo con la fantasia ma con i fatti. Ebbene questi ci dicono che Tesio ha creato in Ribot il suo assoluto capolavoro, il resto sono chiacchere come le nostre. Di più : quel retro pensiero non fu sparso invano. Il sapore delle coppe o simili ha portato Exar a Doncaster, Le Moss due volte alla Gold Cup, Voilà Ici e Way To Paris a sfiorare i 3000 in Francia e non sono stati ovviamente i soli. Grazie Senatore!