Quel derby del 1972 : il nostro Turf entra nell'era moderna
Per gentile concessione di Trotto e Turf, continua su cavallo2000, il racconto dei grandi personaggi (uomini e cavalli) del galoppo tratteggiato dalla penna di Mario Berardelli, il nostro punto di riferimento per il turf declinato a cultura e tradizione.
Nastro Azzurro maggio 1972, rigorosamente di giovedì ad imitazione del mercoledì inglese. Una data iconica : il Turf italiano entra nella sua era moderna. Intendiamoci, i segnali sono anche altri e distribuiti nel tempo ma una analisi di quel Blue Ribbon ci aiuta non poco a confermare il nostro assunto a tutto campo.
Innanzitutto un derby scarno quanto a partenti, solo dieci e ben tre sono accompagnatori ( Tangaro, Bassorilievo e Zoroastro) . Valori in campo ben definiti, un altro aiuto per la nostra tesi : Dormello contro Cieffedi ovvero Tierceron contro Gay Lussac.
Sul palo terminano in questo ordine : Gay Lussac, Tierceron a tre lunghezze, Ionico ad altre nove lunghezze, Alcindor ad ulteriori sei lunghezze. Quinto Spanevin. Un match, niente da dire, cui i due rivali giungevano immacolati ma con approccio differente.
Gay Lussac aveva già nel carniere il Criterium Nazionale e il Gran Criterium a due anni, dopo il quale Carlo D’Alessio ne acquistò il 50% da Giuseppe Barbieri titolare della GI.BI che lo aveva anche allevato. Con Gay Lussac Carlo D’Alessio cambia radicalmente il suo modo di vivere il Turf che frequenta dagli anni trenta.
Anche lui entra nell’era moderna : 20 anni per lasciare un segno indelebile e gigantesco nel Galoppo Mondiale. Gay Lussac il primo passo. A tre anni vince il Filiberto e si presenta al Derby avendo superato il canonico esame milanese da cui sono usciti tantissimi laureati di Blue Ribbon.
Tierceron , regia di Enrico Incisa della Rocchetta, conclude la sua preparazione per il derby a San Siro sui 2400 metri del Trivulzio. Chi scrive queste note, quel pomeriggio era in cima alla tribuna laterale del pubblico, in alto sull’ultimo praticabile dove la visione era la migliore possibile in epoca di binocoli. Accanto a noi la Contessa Orietta Hunyadi Incisa della Rocchetta che raramente si spostava ma , lei come noi, per Tierceron sapeva che doveva farlo. Per capire, per decrittare , per immaginare il futuro.
Il figlio di Tadolina volò, contro rivali inferiori, si allungò maestoso nel tratto conclusivo ma quando i nostri sguardi si incrociarono forse , senza parole, volevano dire la stessa cosa : il derby arriva troppo presto. Tierceron è stato uno dei tanti meravigliosi capolavori della Contessa che progettava gli incroci di Dormello post scomparsa del Senatore. Margherite Vernaut, Tadolina, Appiani, Antelami, Haseltine, Ben Marshal, Hogart, Ruysdael e poi ci saranno anche Mannfeld, Garrido e Marracci con pure Montorselli e non solo. Tierceron è stato il suo colto e devoto omaggio alla grandezza di Federico Tesio. In Tierceron la Contessa ha costruito l’ultima enorme espressione di campione tesiano. Classico per eccellenza , una costruzione genealogica per intenderci alla Donatello, Botticelli, Tenerani , Toulouse Lautrec e non solo.
Il cavallo progettato per vincere il Milano sui 3000 metri : Relko ( Tanerko e Tantieme) e Tadolina , seconda di Champion, da Neckar ( Ticino, Athanasius , Ferro tutta Germania) e Trevisana da Niccolò dell’Arca e Tofanella da Apelle e Try Try Again. Un fantastico concentrato omaggio alla grandezza del Mago di Dormello che partendo da Try Try Again ha costruito una famiglia colossale e senza ricorrere a Nearco. Tierceron tuttavia era il passato, non il futuro. Esplose come previsto nel successivo Italia a Milano davanti a Weimar e Card King stabilendo il record sui 2400 al momento, in 2.26.4/5. In autunno dominerà anche nel Jockey Club.
Gay Lussac era invece nello stesso tempo presente ed anche futuro. Tre per tre su Nasrullah, in quel momento ( 1968 quando Barbieri decise l’accoppiamento) il grande continuatore di Nearco, poi esplose Northern Dancer e a ruota tutti gli altri e sappiamo bene tutti che oggi, anno di grazia 2023 , esistono i discendenti di Nearco e pochi altri sopravvissuti. Gay Lussac era un Fabergè, secondo di Ghinee e piazzato anche di Middle Park, quindi brillante , il futuro appunto. E’ stato padre anche di Rheingold , dipinto da Piggott nell’Arco di Trionfo, di Giacometti che vinse le Champion, da noi di Grande Nube, tributo di Carlo D’Alessio che comunque vinse Elena e Lidia Tesio.
La madre di Gay Lussac era una Red God, anche lui Nasrullah, stallone ben sopra la media. Una sezione materna che si illuminava con l’ava Listen In.
Dormello è stato il Turf , non si discute ma Carlo D’Alessio ( insieme a Carlo Vittadini) è stato il più eccezionale proprietario moderno italiano e con spessore straordinario mondiale. Due Ghinee consecutive ( non succedeva da oltre 120 anni) , altrettante Gold Cup, il Million di Arlington, tutto il possibile in Italia e tantissimo nel mondo…. Bolkonsky, Wollow, Lemoss , Take You Place, Tolomeo, New Model, Valeriga fino a quel pomeriggio estivo di Goodwood, ancora un giovedì, a seguito del quale Sporting Life titolò a tutta pagina e caratteri cubitali … Un Sogno per Carlo.
Nel Glorious meeting Le Moss aveva vinto la Coppa e Valeriga la pattern sui mille metri, il massimo. Ecco perché quel derby idealmente proietta il turf italiano nella sua era moderna. Anche perché Sergio Cumani, troppo presto il destino lo ha sottratto a noi tutti, è stato il primo grande allenatore moderno italiano, disegnando la nuova figura di trainer manager alla Fergusson, ha davvero cambiato il modo di intendere la figura di allenatore di cavalli. Anche attraverso lui siamo entrati nella nostra epoca moderna.
Lo stesso possiamo dire pensando ai due grandissimi fantini : Marcellino Andreucci era stato , solo parlando di Derby, il demiurgo eroico di Varano e Diacono. Quella resa a 200 dal palo vale in fondo anche come passaggio di testimone ( lottò ancora un derby con Wolghemuth perduto a fil di palo contro Suffolk) nei confronti di Sergio Fancera straordinario protagonista degli anni 70 e 80 ma già a bersaglio a metà anni 60 , giovanissimo, nell’Elena con Anticlea. Sergio è stato davvero il grande fantino moderno del nostro Turf in quegli anni ( con Dettori e Ferrari) un Maestro assoluto nella corsa di attesa.
Tanti indizi dunque che ci possono far affermare che in quel pomeriggio di grazia di quel giovedì di maggio il nostro Turf ha forse iniziato a vivere la sua era moderna e contemporanea.
Cosa altro accadde in quella stagione ? Kerkenna ( gestione San Marzano) vinse Elena e Oaks, Fernet , casa Menichetti, vinse il Parioli, Hoche con la regia di Ubaldo Pandolfi andò a segno nel Repubblica, Beau Charmeur vinse il Milano, Irvine il Roma e Ciacoleta, gestione Luigi Camici, fece suo il Lidia Tesio. E all’estero ?
Innanzitutto , proprio per avvalorare la dimensione cosmopolita e moderna del Turf inteso alla Cumani e D’Alessio Gay Lussac dopo il derby provò le King George . Con in sella Piggott fu quinto correndo per vincere al cospetto di Brigadier Gerard , l’immenso, e seguendo Parnell, Riverman e Steel Pulse. Il dado era tratto, iniziavano i meravigliosi anni 70 del nostro galoppo : Ortis, Grundy, Orange Bay, Patch, Bolkonski, Wollow, Lemoss, Tolomeo, Mannsfeld, i successi di Luca Cumani e tutto il resto. Eh si, eravamo entrati nell’era moderna del Turf Italiano mentre intanto , in quel 1972, Roberto e Lester si esaltavano ad Epsom e San San vinceva l’Arco. Lo comprendiamo ancora meglio rileggendo la retta di quel Nastro Azzurro. Tierceron già in curva prova a sfondare per fare sentire al rivale i 2400, in retta insiste e spinge al massimo. Gay Lussac segue con freddezza, ai 200 o poco prima , Fancera sposta, il cavallo del domani cambia passo, allunga, scatto imparabile e sipario. Imperdibili quegli anni !