Premio Turilli, che dispetto a Zacon Giò
ROMA. Dopo il ritiro di Virginia Grif, sono stati dodici i protagonisti dell’edizione 2020 del Gran Premio Gaetano Turilli, per la prima volta collocato temporalmente in estate anziché ad ottobre (come negli ultimi 20 anni) o a Santo Stefano (come nelle edizioni dal 1959 al 1999).
Zacon Giò, fresco recorder del mondo in pista da mezzo miglio grazie all’ 1.09.3 ottenuto qualche settimana fa a Padova, si è presentato all’impegno da nettissimo favorito, preferito in maniera addirittura eccessiva ad un campione di assoluto livello come Vivid Wise As che aveva patito delle difficoltà in occasione della lunga trasferta svedese per l’Elitlopp di fine maggio ma tornato alle cure di Alessandro ed Enrico Gocciadoro da tre settimane a questa parte è stato ripresentato in una condizione davvero strepitosa, messa in mostra fin dalla sgambatura avvenuta dopo la quarta corsa del convegno.
Alessandro Gocciadoro è stato perfetto nell’interpretazione del 6 anni da Yankee Glide facendogli cogliere avvio perfetto dal numero esterno della prima fila grazie al quale è anche riuscito a sopravanzare di giustezza Zacon Giò che però ha sfruttato il numero interno e l’arrivo della prima piegata per difendere la posizione di testa costringendolo ad accodarsi in seconda posizione.
Roberto Vecchione, interprete di Zacon Giò, ha scelto di impostare corsa esageratamente tattica (addirittura sul piede dell’1.17 il chilometro successivo ai primi veloci 300 metri) cercando di ridurre la corsa ad una breve volata e sperando soprattutto di far rimanere chiuso nella sua scia l’unico avversario realmente pericoloso per il suo Zacon Giò. Zabul Fi, rimasto all’esterno nella fase di avvio, è stato ben felice di adeguarsi alla scelta tattica di Zacon Giò che solamente a 650 metri dal traguardo ha dovuto obbligatoriamente cominciare ad accelerare per dare un senso alla corsa. Zabul Fi è riuscito a rimanere in quota fino a 180 metri dal traguardo quando è fatalmente calato cominciando a liberare lo spazio vitale per Vivid Wise As che neppure Sharon Gar (compagna di allenamento di Zacon Giò lanciatasi in terza ruota ai 300 finali dopo aver agito in scia a Zabul Fi) ha potuto impedire con il suo fattivo sforzo all’esterno.
La “luce” per spostare dalla scia del leader Vivid Wise As l’ha compiutamente trovata a 140 metri dal traguardo e subito si è avuta la sensazione che l’attaccante fosse molto, molto più fresco del più accreditato avversario: infatti il portacolori della Scuderia Bivans è balzato a lato di Zacon Giò, lo ha rimontato sullo scatto secco e sul traguardo lo ha superato di slancio per mezza lunghezza. Vittoria clamorosa, strameritata per l’allievo di Alessandro Gocciadoro che ha volato i 600 metri finali in 41.5 (da 1.10.9 al chilometro) e si è imposto a media poco rilevante di 1.13.9, ovviamente figlia dell’andamento estremamente tattico imposto da Zacon Giò. Ottima terza, confermando quanto di buono fatto a Padova (quando è stata la prima femmina indigena a trottare al di sotto dell’ 1.10) l’anziana Sharon Gar che ha lasciato i compensi marginali ad Arazi Boko e Victor Ferm.