Premio Flambo, un impegno di amore per i cavalli
“ I cavalli sono amici potenti, silenziosi, così buoni che a volte si fanno scoppiare il cuore pur di accontentarci un pochino.. questi amici meritano solo amore”.
Un applauso fragoroso, un assenso totale tra le persone sedute in sala. Impossibile non essere d’accordo con il poeta Mogol, soprattutto quando tutti i presenti sono uniti dagli stessi sentimenti: desiderio di giustizia, amore e incontrollabile passione verso quegli amici che da secoli ci accompagnano nella nostra evoluzione ed esistenza.
Si è tenuta ieri sera la presentazione della prima edizione del Premio Flambo, presso il Circolo Ufficiali del Reggimento Lancieri di Montebello, un’iniziativa che ha avuto un successo enorme tra le istituzioni e i più comuni appassionati di cavallo.
Etica, perché a cavallo e con il cavallo non bisogna mai dimenticare i valori fondamentali della condivisione, dell’integrazione e di quella relazione che sta alla base di qualunque sella e tipo di monta.
Cultura, perché questi grandi animali sono una parte imprescindibile della nostra storia evolutiva, compagni di viaggi, guerra, divertimento e sport.
Scienza, perché non bisogna mai smettere di studiare, di scoprire e conoscere i nuovi orizzonti che possono fare approdare a nuove tecniche e nuove consapevolezze da mettere in pratica per migliorare il benessere e la relazione tra uomo e cavallo.
Infine, Sport, perché questo premio nasce dall’ispirazione generata dalla sofferenza di un tristissimo, precoce e ingiusto addio, quello del nostro Flambo. Nostro, perché Flambo èdiventato un simbolo. Quello della sofferenza e degli abusi subiti da tutti quegli animali, in particolare cavalli, la cui amicizia è stata tradita e sacrificata da chi al primo posto non ha messo più l’amore e il legame, ma il successo e spesso il denaro.
Ma l’affetto non si affievolisce dopo un addio forzato, al contrario si rafforza, per questo Laura Romanelli, insieme al marito Francesco Beccagutti e ad Eleonora di Giuseppe, ha deciso di non fermarsi alle lacrime per la sua perdita, ma di tramutare, almeno in parte, il suo dolore nell’impegno per la realizzazione di questo premio annuale.
A ricevere un riconoscimento sono tutti coloro che hanno apportato un contributo significativo in specifici contesti, anche in relazione ai più recenti studi, ricerche e attività sportive, o ancora, iniziative di carattere legislativo, nell’ambito del benessere animale e dell’affermazione dei diritti animali strettamente connessi con la crescita di quelli umani. A scegliere i più lodevoli ha iniziato il comitato organizzatore, per la premiazione del prossimo gennaio verrà costituita una giuria.
Una platea e un palco di grande importanza, numerose le figure di spicco, provenienti da tutta Italia, che hanno partecipato all’inaugurazione di questa importante, e per certi versi innovativa, iniziativa. Rappresentanti del Parlamento italiano ed europeo, alte cariche dell’esercito, una rappresentanza del Corpo Forestale, della Federazione Italiana Sport Equestri e del CONI, ancora, il patrocinio dell’ASI e del Comitato Italiano Paralimpico. Non è mancato l’appoggio della Commissione Nazionale Ambiente e in particolare del Ministero della Salute presente con una delegazione e con un messaggio del Sottosegretario Vito De Filippo che ha evidenziato l’importanza del Premio Flambo.
Un’iniziativa no-profit che si propone di gettare le fondamenta per una nuova era del rapporto tra uomo e cavallo, la prima tappa di un percorso che verrà sempre più ampliato e arricchito di altre iniziative e attività per raggiungere finalmente obiettivi che in altri paesi sono già una realtà consolidata.
Per tagliare questo importante traguardo le parole non bastano. Corsi di formazione, stage, studi e ricerche devono penetrare profondamente nell’iter formativo di tecnici, istruttori, allevatori e groom, perché come Flambo, ci conferma la Italian Horse Protection Onlus, sono milioni i cavalli che soffrono gli abusi degli umani, e questi allarmanti e tristi numeri devono scendere fino a toccare lo zero.
Con la partecipazione e l’impegno delle Istituzioni e delle Federazioni sportive la rivoluzione può esserci, ma soprattutto deve esserci, servono veri uomini e donne di cavalli che al primo posto, nel loro intimo, abbiamo un sentimento di amore e riconoscenza verso questi amici speciali e generosi a cui, bisogna sempre ricordare, siamo infinitamente debitori.