Premio del Presidente, una novità agrodolce
Difficile coronare certe imprese quando ti mancano le forze, quando ti accorgi che non hai più risorse né voglia di combattere, quando lo slancio che ti ha reso grande sui 1600 ti viene meno e allora ecco che il primo Repubblica accorciato si traduce in uno show dell’unico straniero in campo, Diplomat, nemmeno poi una celebrità a guardare il suo passato. Kaspersky non ce l’ha fatta, il filotto iniziato nel Ribot e proseguito senza sbavature fino al Natale di Roma, aveva illuso che potesse reggere una distanza per lui diversamente ostica, un tracciato severo al di là di ogni limite, che l’ha costretto a gettare la spugna senza per questo oscurarne i trascorsi di cavallo dotato e generoso come pochi.
Soltanto, un tempo si affrontava l’impegno assodando meglio le attitudini di un campione, verificando nei lavori la reale disponibilità a percorsi severi, come il miglio allungato del Repubblica si è rivelato per l’alfiere della Nuova Sbarra, e senza arrivare a Tesio che metteva in campo nei trial mattutini una task force impressionante con nomi stellari e bilancini che mantenevano serrata la cadenza sostituendosi ogni 400 metri, si potevano forse arguire le difficoltà che Kaspersky avrebbe incontrato nel suo tentativo finito quando Diplomat non ha fatto sconti chiudendo i giochi a metà dirittura. Ma non è facile.
Avvio, dunque, con qualche ombra per l’Ispahan italiano, come qualcuno ha incautamente definito il Repubblica nuovo corso, ennesima conferma che nel tema della programmazione classica nulla va cambiato seguendo l’esempio di chi rimane saldamente ancorato alla più ferrea tradizione e non sposta di una virgola i parametri ottenendo risultati che noi vediamo di continuo svanire senza rimedio.
Diplomat, tornato a Capannelle in ben altra veste rispetto all’autunno scorso quando si cimentò senza fortuna nel Premio Roma di Dylan Mouth, quando anche Circus Couture gli finì davanti, mentre domenica il bel sauro di Felice Villa si è trovato disarmato e senza argomenti da opporre all’avanzare sicuro del rivale montato da Vargiu, una resa che nessuno si aspettava dopo l’esito ormai lontano di novembre, sui 2000 però, indigesti come era parso quel giorno a Diplomat, tanto da indurre Hofer a ridurre il raggio d’azione del suo pupillo negli ultimi mesi.
Nessun dramma, tuttavia, Kaspersky tornerà a calarsi nel ruolo che più gli compete quando ritroverà il miglio che lo esalta, Cirrus metterà di nuovo in vetrina il suo talento regalando altre soddisfazioni al suo team, e ogni cosa tornerà come prima.