Pisa domenica ricorda Federico Regoli, prima fantino poi grande trainer
PISA. Domenica prossima l'ippodromo di San Rossore, con un handicap principale sul miglio, ricorda una delle figure più importanti dell'ippica italiana del Novecento: Federico Regoli, prima fantino eccelso poi grande trainer. Iniziò a montare in sella a 14 anni, in una corsa a Livorno. Fu quella la partenza di una grande carriera, che da fantino svolse per Federico Tesio.
Era un fenomeno Federico, così conquistò 8 Derby in 9 anni, con Giampietrina, Meissonier, Ghiberti, Michelangelo, Melozzo Da Forlì, Cima Da Conegliano, Lui e Apelle. Il giovane Federico da fantino collezionò classiche a ripetizione: 4 volte le Oaks e il Parioli, tre volte il Regina Elena e ben 7 il Gran Premio di Milano, compresa quell'edizione del 1930 in cui fu in sella a Cavaliere d'Arpino, quello che Tesio considerava il più grande di sempre, anche se non aveva ancora visto Nearco e non avrebbe mai visto correre Ribot. Con Scopas e Apelle Regoli aprì la strada dei successi all'estero di Tesio. Per problemi di peso si ritirò presto come jockey, nel 1932. Smise di montare e iniziò una carriera da grande trainier.
Subito un traguardo memorabile come il successo nell'Arc The Triomphe del 1933 con Crapom, montato da Paolo Caprioli per i colori della Razza del Soldo. Poi la fantastica Archidamia, l'ultima femmina a vincere il Derby. Federico fu fantino per 17 anni e allenatore per oltre mezzo secolo.
A Roma conobbe uno splendido finale di carriera, sellando per l'elegante casacca della Razza di Vedano due campioni come Capo Bon (Premio Pisa 1977 e Premio Parioli e secondo nel Derby dietro al grande Sirlad) e Dir El Gobi, che dopo aver stravinto l'Elena partì addirittura favorita nel Nastro Azzurro. Regoli al tondino spiccava per la sua eleganza. Quel Pisa del 1977, lo vide dal prato: indossando un montgomery nel binocolo inquadrava quel puledro che sapeva galoppare con classe, folate radenti sull'erba, Capo Bon. L'ennesimo cammeo di una splendida carriera di un personaggio unico, il Sor Federico, testimone di un'ippica florida e sognante. piena di progetti e di campioni ad ogni stagione.