Da sinistra: Diego Nepi Molineris, Gianluca Quondam Gregorio, Sara Riffeser Monti , Marco Di Paola foto Simone Ferraro
Piazza di Siena, doccia scozzese tra scottature e refrigeri.
Il giorno dopo Piazza di Siena è come a scuola, escono i quadri. Promossi, rimandati e bocciati. Per compilarli però servono i professori e con i cavalli di mezzo quello del docente di equitazione è un mestiere difficile e per pochi.
L’evento ha funzionato, nonostante il ciclone Hannibal abbia trasformato l’ovale di Villa Borghese in una sauna. La regia di Diego Nepi - direttore generale di Sport&Salute e dell’89° Concorso Internazionale di Salto Ostacoli romano - non ha fatto una grinza, la creatura del principe Marcantonio IV Borghese è sempre più verde, accogliente e dal prossimo anno connessa (ha promesso Nepi) a Internet, il dernier-cri dell’attualità.
Per giornalisti e fotografi - cioè chi ha raccontato gioie e dolori di Piazza di Siena agli assenti - la calura a volte soffocante della sala stampa è stata notevolmente mitigata dall’efficienza del settore CSIO della responsabile Caterina Vagnozzi, l’enciclopedico Luca Paparelli, la new-entry Mario Viggiani e di quello FISE retto da Enrico Perez, con Elisa Giuliani ed Emanuele Buffa alle ali. Belle le foto di Massimo Argenziano che evidentemente ha il dono dell’ubiquità perchè è stato su qualunque salto in campo.
Certe assenze però hanno lasciato la bocca amara. Non tanto quella del presidente Mattarella alla Coppa delle Nazioni, ormai il Quirinale ha un debolissimo feeling con i cavalli, pure dell’ippica. Sono distanti anni luce la presenza in tribuna dei vertici della Nazione nell’anteguerra o di Gronchi con la sua scuderia di galoppatori. Quanto la mancata presenza del sindaco Gualtieri al Gran Premio Città di Roma che persino la Raggi tradizionalmente onorò l’ultimo anno. La Lupa Capitolina data al binomio irlandese da un assessore è come quando in classe a fare da supplente al professore di matematica arriva quello di educazione fisica.
Nelle gare internazionali la compagine azzurra si è destreggiata con onorevoli piazzamenti ma purtroppo nessuna vittoria nelle clou, al di là di quella di Gaudiano nella 6 barriere, che il carabiniere di Matera ha però confessato di aver fatto per allenare il suo Chalou al Premio Roma.
Nella Coppa delle Nazioni abbiamo subito per il secondo anno consecutivo lo sfregio del penultimo posto in classifica, il c.t. Marco Porro da bravo capomastro ha cercato di costruire qualcosa con i mattoni e la calce che aveva a disposizione. Però, forse mai come in questa edizione, la sua squadra maschilista aveva bisogno di donne, Ciriesi e Martinengo tanto per non fare nomi.
In uno sport in cui al 70% contano i cavalli, la Federazione Italiana Sport Equestri del presidente Marco Di Paola non ha, nei suoi vasti uffici a Viale Tiziano, uno sgabuzzino con la targhetta “Allevamento” sulla porta. Gli italiani sono i Paperoni del salto ostacoli, a milioni foraggiano la produzione straniera, e la FISE pensa di risolvere tutto proponendo ogni anno a Piazza di Siena la gara nazionale del Master Talent Cavalli Giovani che però ammette anche soggetti stranieri. Ci vorrebbe un audace inversione di tendenza, se non altro per dare un po’ di "guazza" a chi, da incosciente, nella Penisola si dedica a far nascere e tirare su cavalli MIPAAF (sella italiani).
Come però, ne “I Promessi Sposi”, si scusava don Abbondio davanti al Cardinale: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.