Pasquetta alle Capannelle nel segno della ripresa
E’ sempre un conforto andare alle corse e constatare che lo hanno fatto anche alcune altre migliaia di persone. Significa che il fuoco ancora arde magari sotto la cenere e compito di tutti è appunto quello di tenerlo vivo . Vuoi per tradizione oppure per eventi collaterali , fatto sta che quasi ogni festività primaverile alle Capannelle offre un colpo d’occhio rincuorante.
Come nel lunedì di Pasqua , qui per effetto tradizione e gita fuori porta, famiglie, bambini, signore hanno festosamente occupato le strutture. Lavoriamo sempre di più su questo aspetto per ricreare le condizioni di un ritorno , lento d’accordo, nell’immaginario collettivo.
Non è il solo ambito di azione, fondamentale è rinnovare costantemente il respiro ed il retroterra di cultura del nostro mondo, in questo caso condizione indispensabile per un recupero qualitativo, parliamo di galoppo, senza il quale la nostra condizione internazionale sarà marginale. Non è un fatto solo di numeri ma di Cultura.
Negli anni trenta, quaranta , cinquanta e sessanta si allevavano pochi cavalli come adesso e se ne importavano molti di meno. Fu la enorme spinta intellettuale e culturale che permise la creazione dei grandi Campioni che ci hanno reso celebrati e che , perdonateci, giova anche ricordare : Apelle, Ortello, Crapom, Sanzio, Archidamia, Donatello, Cavaliere d’Arpino, Nearco, Niccolò dell’Arca, Orsenigo, Macherio, Tenerani, Astolfina, Trevisana, Nuccio, Botticelli, Toulouse Lautrec, Fante, Traghetto, Ribot, Molvedo, Prince Royal, Rio Marin, Sedan, Corfinio, Exar, Tadolina, Marguerite Vernaut, Appiani, Ruysdael, Hogart, Palatch, fino ad Ortis che apre la stagione degli anni settanta che possiamo definire come un’altra “golden age” del nostro galoppo e che tutti ben conosciamo.
Forse queste riflessioni apparentemente poco hanno a che vedere con le corse del giorno di Pasquetta, in realtà noi siamo convinti che questo debba essere il nostro “mantra” costante e continuo se vogliamo tentare di disegnare un futuro che non sia soltanto di mera distribuzione di risorse che sono anche poche. Tre belle corse ma anche due maiden che , ad onta del fatto che in aprile dovrebbero contare poco, invece ci hanno consegnato due deb vincenti molto interessanti. Dunque un pomeriggio che ha avuto spessore tecnico , autarchico d’accordo, che però appaga.