Parlare ai cavalli. Così Romano ha imparato a vivere
L’ETOLOGIA (ovvero lo studio scientifico degli animali nel loro ambiente naturale) appartiene a diversi ambiti quali la biologia e l’ecologia e ci permette di meglio comprendere sia gli animali selvatici che quelli domestici spiegandoci, come le interazioni con il loro ecosistema moduli e modifichi le loro risposte. I cavalli non sfuggono a questa regola.
Domestici da migliaia di anni. Alcuni commenteranno che “noi li conosciamo bene e da molto tempo”. E’ vero, ma abbiamo il tempo di lasciarci appassionare dal loro linguaggio? Sappiamo leggere i loro turbamenti? Sappiamo noi intessere dei legami di partnership?
L’etologia e l’equitazione etologica forniscono delle risposte complementari e benefiche a molti dei problemi che i cavalli incontrano nel mondo moderno e contemporaneamente aprono dei nuovi orizzonti a quei cavalieri che sanno intrecciare dei legami più profondi, più solidi per andare più lontano. Nelle competizioni, durante il tempo libero, in corsa, in allenamento, durante le cure, i rapporti tra uomo e cavallo avvengono senza conflitti se ci si concede il tempo di imparare a “parlare ai cavalli”.
Romano, due anni e mezzo trottatore francese, ha lasciato l’allenamento da diversi mesi. La proprietaria incontra delle difficoltà. Il cavallo utilizza a volte un comportamento aggressivo (questo problema si risolverà molto rapidamente con il lavoro) e soprattutto presenta un atteggiamento abbattuto che somiglia ad una sorta di prostrazione. E’ possibile che essendo stato sommerso da troppe informazioni quando non era ancora sufficientemente maturo per comprenderle, Romano si sia chiuso in se stesso. La sua difesa è stata una forma di immobilismo, si è protetto dietro una corazza, si è nascosto lontano…all’interno del proprio corpo, ha scelto di ripiegarsi in se stesso (poteva restare immobile sotto i colpi della frusta e dello scudiscio, senza capire perché…). Bisogna saperlo interpretare e aiutarlo a dare un significato al lavoro che dovrà svolgere in futuro.
Carole, la sua proprietaria e attenta compagna, ha riflettuto sui suoi problemi senza cadere nell’antropomorfismo, gli ha dato le attenzioni necessarie (integratori alimentari, minerali, vitamine, cure osteopatiche, dentista, uscite all’aperto). Carole ha realizzato un ambiente ed ha approntato cure adeguate. Poi mi ha contattato chiedendomi un intervento di natura etologica.
La prima cosa da fare è stato motivarlo facendogli, ritrovare il piacere e il senso dell’impulso.
Dopo una quindicina di sedute di equitazione etologica, nelle quali ha sentito parlare alle sue orecchie (molti esercizi effettuati con una longia di tre metri da fermo e in movimento, poi con una longia di sette metri e infine in libertà), è stato elaborato un linguaggio: il cavallo ha compreso le indicazioni di base e il lavoro ha assunto una valenza gradevole. Si è “sbloccato” come direbbero i professionisti del mondo equestre. Si muove alle tre andature, alla longia o in libertà senza essersi imbattuto in nessuna imposizione sia fisica che emotiva. Gli è stata data l’opportunità di riflettere e di sbagliare, senza che il lavoro fosse basato sul dressage, ma piuttosto su una comunicazione strutturata sulla base di un linguaggio corporeo.
Io rendo mobili le sue anche, lo chiamo verso di me, lui ferma il suo galoppo, si arresta a due metri da me e fissa il suo sguardo nel mio.
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CATHERINE MAGAGNOSC
amazzone e istruttrice francese. Nel 1986 Brevetto di Stato di Educatore Sportivo. All’inizio amazzone di concorso completo, poi anche di concorso ippico e di dressage. Ha insegnato in molti Clubs in Francia, in Messico, in Vanuatu e nell’Isola della riunione. Dal 2005 si è dedicata all’equitazione ecologica, partecipando tra l’altro a uno stage con una biologa etologa presso i cavalli di Prjewalsky (gli ultimi cavalli selvaggi al mondo).