Nasce in Italia la Prima Scuola di Equitazione Etica
Lo scorso 11 giugno, Andrea Montagnani e tutto il team dell’Oasi EquiLuna (Lunigiana - Moncigoli di Fivizzano, MS) hanno presentato la prima Scuola di Equitazione Etica (SEE) in Italia. La scuola è riconosciuta a livello nazionale dal CONI attraverso l’Ente di Promozione Sportiva Endas (Settore Equitazione Etica).
L’Equitazione Etica applicata
Con il riconoscimento della SEE, che nasce in maniera informale all’Oasi EquiLuna diversi anni fa (dal 2011 per l’esattezza), l’Italia si pone all’avanguardia nella promozione del corretto rapporto fra essere umano e cavallo domestico. Già tra il 2009 ed il 2015, il Ministero della Salute, assieme ad enti quali CONI, FISE e CIP (Comitato Italiano Paralimpico), aveva pubblicato una serie di opuscoli e libretti informativi, culminati nel marzo 2015 con la pubblicazione dei ‘Principi di tutela e di gestione degli equidi’ (http://www.fise.it/images/okPRINCIPI_DI_TUTELA_E_DI_GESTIONE_DEGLI_EQUIDI_6marzo2015.pdf). In un ambito come quello equestre, in cui il benessere o malessere del cavallo è strettamente legato alla gestione quotidiana, convertire in pratica i dettami teorici era un passaggio dovuto.
In questo contesto si inserisce quindi la Scuola di Equitazione Etica, che non solo propone, ma mette in pratica un modello di gestione del cavallo e di formazione dei cavalieri che si basa sul rispetto dell’etogramma della specie (sia umana che equina!). I 6 ettari di terreno occupati alla SEE sono organizzati in un Paddock Naturale (coerente ai dettami dell’ideatore del Paddock Paradise© Jamie Jackson), in cui i 23 cavalli ospitati possono muoversi in libertà, formando un unico grande branco di cavalli scalzi. Con diversi punti di distribuzione del fieno e per l’abbeverata, l’acqua corrente che forma dei canali nel terreno, ed aree di stimolazione cognitiva, ai cavalli è garantito movimento e dinamicità, sia fisica che mentale. Le attività con gli esseri umani si svolgono al centro del Paddock Naturale, in modo che i cavalli non siano isolati dal branco, ma possano vivere l’esperienza con il cavaliere in completa serenità. Allo stesso modo, gli elementi del branco non coinvolti nell’attività equestre passano spesso il tempo ad osservare il lavoro dei loro compagni, favorendo così l’apprendimento sociale, oppure partecipano volontariamente seguendo gli altri i cavalli in sezione. Questo contesto rilassante e piacevole stimola l’apprendimento da parte dei cavalli, favorisce l’emergere di emozioni positive anche negli esseri umani e riduce il rischio che il rapporto con il cavallo sia guidato dalla paura, che sfocia poi nel desiderio di dominanza.
La SEE ha quindi convogliato gli anni di esperienza dei suoi tecnici (un elenco dei membri dello staff è presente al link http://equitazioneetica.it/index.php/it/formazione_etica/see) con i risultati delle ricerche scientifiche sull’etologia del cavallo (cognizione, apprendimento, risposta allo stress fisico e psicologico), ed ha creato un Centro di Formazione unico in Italia. La SEE promuove la ricerca scientifica attraverso collaborazioni con Università ed Enti di Ricerca, ed ha già permesso la pubblicazione di importanti risultati su alcune capacità cognitive avanzate nel cavallo.
Formazione etica per appassionati e professionisti
La SEE propone percorsi per appassionati e tecnici etici. Gli attestati rilasciati sono riconoscimenti ufficiali a livello nazionale, e vengono registrati sulla tessera delle abilitazioni.
Il primo dei tre percorsi per appassionati insegna a relazionarsi con il cavallo da terra, a leggere i suoi segnali e a dargli la possibilità di comprendere i nostri, attraverso una progressiva presa di consapevolezza del proprio corpo e di quello che comunica ogni movimovimento. Nei due percorsi successivi si acquisiscono le competenze per uscire in trekking e quelle più avanzate per rafforzare la partnership con il cavallo. Molti trekking proposti in altri centri equestri esulano completamente dal rapporto cavallo-cavaliere: il cavaliere sale in sella ad un cavallo qualsiasi, viene portato in giro o si destreggia fra salite e letti di fiume e, finita la passeggiata, ‘ripone’ il cavallo. Un trekking con la SEE ha come obiettivo il divertimento di entrambi gli elementi della coppia: la passeggiata è un momento importante non solo per noi, ma anche per il nostro compagno equino, che nel trekking ritrova il gusto della scoperta. Lasciare che possa odorare, guardarsi intorno, godersi un bel prato di erba fresca è un dovere (e un piacere) per il cavaliere etico!
I professionisti possono diventare: Tecnico di base di 1˚ livello che, fra le altre cose, può aprire subito il suo centro equestre e rilasciare l’abilitazione A per appassionati; Guida Etica (Tecnico di 2˚ livello), che ha le competenze per intervenire sul profilo emozionale del cavallo e condurre la coppia umano-equino in trekking di più giorni; Istruttore Etico (Tecnico 3˚ livello), che si occupa in particolare di curare il fisico del cavallo e le sue abilità avanzate, e che può aprire un Centro Etico Certificato SEE; Educatore Etico (Tecnico 3˚ livello), un esperto in etologia equina che guida lo sviluppo del puledro ed il rapporto con il proprietario fin dal primo incontro.
I principi dell’Equitazione Etica
La SEE forma quindi appassionati e tecnici, che saranno un giorno in grado di aprire i propri centri e diffondere questa cultura del rapporto fra essere umano e cavallo. Per questo la SEE richiede che i tecnici rimangano coerenti ai principi etici promossi dalla scuola non solo durante i corsi di formazione, ma anche nel loro quotidiano approccio al cavallo e al suo partner umano: l’11 giugno i 22 tecnici della scuola hanno firmato un codice deontologico in cui si impegnano a tener fede ai principi dell’equitazione etica dettati dalla Scuola, pena la radiazione dalla lista dei tecnici etici. In particolare, la scuola promuove innanzitutto la gestione naturale del cavallo (vedi a proposito il volume ‘Guida pratica alla gestione naturale del cavallo’, di Claudio Saba, Andrea Montagnani e Laura Ascione - http://equitazioneetica.it/index.php/it/pubblicazioni), perché riconosce che non può esistere una relazione etica quando l’etogramma della specie non è soddisfatto. La SEE ha stilato una serie di parametri di gestione naturale necessari per poter aprire un Centro di Gestione Naturale ufficialmente riconosciuto, che tendono a soddisfare il più possibile le motivazioni di ciascun individuo ed i bisogni della specie: numero minimo di elementi del branco, di punti di foraggiamento e abbeverata, assistenza da parte di un pareggiatore esperto e molta libertà di espressione per i cavalli.
Proprio questa libertà di espressione è uno dei punti di forza dalla SEE, che fra i suoi tre principi di eticità include il riconoscimento dell’alterità: si passa da un quadro di specie (cavallo) ad uno individuale (Leo, Gelo, Sharon…), in cui la personalità del singolo non viene frustrata per utilizzo in serie, ma diventa proprio il suo punto di forza per instaurare delle relazioni sincere con i compagni umani. Anche per questo, la SEE promuove l’utilizzo delle classi di socializzazione: due individui al primo incontro si fanno avvicinare in modo che possano odorarsi reciprocamente il fiato (il corrispettivo delle prime chiacchiere di cortesia nel nostro mondo). Rampate, brevi nitriti, scarti… non fanno paura a chi frequenta la SEE, perché fanno parte del repertorio naturale dei comportamenti equini e permettono anzi di capire se i due individui potranno, ad esempio, camminare vicini o meno in un trekking (anche se di poche ore). Questi stessi comportamenti, se castrati, diventano invece pericolosi perché, prima o poi, saranno manifestati senza mediazioni, in maniera esplosiva. Infatti, come dice l’ultimo dei tre principi di eticità della scuola, il cavallo è un essere senziente, ed i suoi comportamenti non sono dettati da semplici reazioni di stimolo-risposta. Ogni comportamento ha una motivazione, e comprendere queste motivazioni è uno degli obiettivi degli appassionati e tecnici etici.
Il codice deontologico firmato dai tecnici non si applica solo al rapporto con i cavalli. Scegliere di essere un tecnico etico rispecchia uno stile di vita corretto sia nei confronti dei cavalli che degli esseri umani. Il tecnico etico si prende l’impegno di non illudere i propri allievi di raggiungere risultati improbabili e di non speculare sul desiderio di conoscenza proponendo un numero eccessivo di corsi. Non giudica, ma ascolta.
Auguriamo quindi alla SEE di ampliare la rete dei Centri di Equitazione Etica e di Gestione Naturale in tutta Italia (per un mappa dei Tecnici attualmente presenti, visita il sito della SEE http://equitazioneetica.it/index.php/it/formazione_etica/referenti), per diffondere sia una cultura del cavallo basata sul rispetto e la conoscenza, sia la consapevolezza che è molto più appagante divertirsi assieme al nostro compagno equino che a suo discapito.
