Museo Storico Vaticano, una splendida collezione di carrozze
Il “Padiglione delle carrozze papali”, all’interno del Museo Storico Vaticano, si trova al piano principale del Palazzo Apostolico dei Musei Vaticani in Roma.
Si compone di un’affascinante collezione, unica al mondo , di 14 carrozze di vario genere( berline, berlinotto, carrozze da viaggio e un landau), complete di finimenti , selle, portantine, ( fino alle prime limousine), accompagnate da un’accurata descrizione della manifattura, dell’uso e del “glamour” che rappresentava all’epoca ogni passeggiata del Pontefice in carrozza.
Le numerose testimonianze pittoriche esposte raccontano, infatti, della “cavalcade”, la cerimonia solenne inaugurata da Papa Pio VII (Gregorio Barnaba Chiaromonti 1800-1823) nella quale il neo-eletto Pontefice sostituisce il cavallo sellato con la carrozza per recarsi a prendere possesso della Basilica di S.Giovanni in Laterano.
L’uso della carrozza fu ritenuto piu’”adeguato ai tempi” e fu immediatamente assunto nei protocolli vaticani.
Come riportato nel protocollo Vaticano per i Cardinali(1841), la berlina è una dei due tipi di carrozze “ammesse”per il passeggio dei cardinali;l’altro tipo è il “frullone” mentre i “carrozzini” e le “bastarde” si usavano solo di notte o per andare a trottare.
Le berline erano costruite di legno nobile e dipinte di rosso, con intagli, metalli e dorature.
La cassa era decorata con fregi e miniature esterne; l’interno era addobbato con damaschi,setini rossi e la cassetta del cocchiere portava un drappo rosso.
Il frullone era ugualmente dipinto di rosso, come la cassa e le dorature: il tutto era meno ricco e l’interno era foderato di panno, velluto o seta.
Tra tutte le carrozze in esposizione, colpisce l’attenzione del visitatore soprattutto la piu’ opulenta fra tutte le carrozze di re e imperatori, la Berlina di Gran Gala.
Tuttavia anche la Berlina di Gala con Trono e la Berlina del Cardinale Lucien Luis Bonaparte possiedono particolarità da raccontare, come la portantina di Papa Leone XIII.
BERLINA DI GRAN GALA
Fu proprio per l’opulenza dell’immagine che Papa Leo XII (Annibale della Genga 1823-1829) ordinò la costruzione della Berlina di Gran Gala.
La Berlina fu considerata subito uno degli esemplari piu’ ricchi di carrozze reali e fu completata da Papa Gregorio XVI (Bartolomeo Cappellari 1831-1846).
La Berlina di Gran Gala fu costruita da Felice Eugeni a Roma nel 1826 ( FELICE EUGENI METALLARO/FECE IN ROMA ANNO MDCCCXXVI, come da iscrizione alla base della colonna dell’Allegoria della fede Cattolica) e fu completata da Gaetano Peroni, sempre a Roma,nel 1841.
La migliore descrizione della carrozza si rinviene nello “Inventario delle Scuderie Rimesse e Sellarie Pontificie tanto al Quirinale che al Vaticano”, redatto nel gennaio 1841.
Prima carrozza di gran gala di Sua Santità,è il pezzo piu’ straordinario della collezione.
Costruita per essere tirata da sei cavalli,non ha posto per il guidatore poiché veniva condotta da tre postiglioni con guida alla “Daumont”.
Durante le processioni nobili o cittadine, meno formali degli eventi sacri, il guidatore conduceva il cavallo leader; due grooms camminavano dietro la carrozza con ombrelli in caso di pioggia.
All’interno, la sedia papale è costituita da un trono con tre sedili e sette aperture per la luce; vi si trovano sei compartimenti per le necessità minute del Papa (come i memoranda e simili) finemente adornate. Il trono è sovrastato dallo Spirito Santo che irradia i suoi raggi d’oro.
L’abitacolo è tenuto da larghe cinghie in cuoio rosso; le due anteriori sono decorate da ricami in seta oro.
Ai quattro lati e tra le finestre vi sono rami di quercia,foglie d’acanto, bouquet di fiori e la rappresentazione delle Allegorie delle virtu’ pontificie.
La parte anteriore è decorata con motivi di foglie d’acanto e cesti di fiori; al centro, su due bracci di ferro decorati con rami d’ulivo, segno di pace, troviamo due cherubini con i simboli pontificali.
La parte posteriore porta i medesimi ornamenti, tra i quali spicca un’aquila, simbolo di Papa Leone XII.
Nel 1841,il valore stimato della carrozza iscritto in inventario fu di 12.250 scudi papali, giudicati, già all’epoca dal compilatore dell’inventario, una cifra da capogiro.
La berlina non fu piu’ usata a partire dal 1870, dopo la breccia di Porta Pia di Roma.
BERLINA DI GALA CON TRONO
La Berlina fu costruita dai Fratelli Casalini di Roma tra il 1823 e il 1829 ( FRAT. CASALINI FABB.RI ROMA,come da iscrizione sulla carrozza).
Sembra che sia stata ordinata da Papa Leone XII, sotto il cui pontificato fu costruita, dopo che fu terminata la Berlina di Gran Gala. Come questa, la Berlina di Gala porta una testa di leone, simili ornamenti, un vano del viaggiatore simile a quello dell’altra; possiede un trono con due sedili; otto cinghie (quattro ellittiche e quattro a “C” o “Polignac”).
I legni della parte inferiore sono dipinti di rosso e decorati in oro.
Recenti lavori di restauro hanno mostrato il blasone di Papa Pio IX e di Papa Pio X, rispettivamente sulla porta sinistra e sulla porta destra.
Il vano del viaggiatore possiede quattro maniglie di bronzo dorato: due, che riproducono motivi di foglie dorate e un cherubino, servono ad aprire le porte; due, che portano un serafino, servono solo come aiuto per la salita.
L’interno è rivestito di seta di damasco cremisi; così il trono con bracci in legno.
Il tappeto mostra un motivo floreale;così i tre gradini della scaletta ( probabilmente aggiunti successivamente) che è retrattile e porta il blasone di Papa Pio IX in legno cremisi e oro.
Il soffitto di seta di damasco cremisi è decorato con lo Spirito Santo con raggi d’oro.
Nella parte posteriore della carrozza si trova l’alloggio per il groom con scalino in cuoio nero.
Le decorazioni laterali sono in ferro dorato e riproducono motivi di foglie d’acanto, fiori e bacche.
BERLINA DEL CARDINALE LUCIEN LUIS BONAPARTE
La Berlina fu assemblata nel 1868 da Gaetano Peroni, come da placca sulla carrozza, su ordine di Napoleone III.
La carrozza porta l’incisione del blasone del cardinale Lucien Luis Bonaparte al quale appartenne prima di essere donata a Papa Leone XIII (Gioacchino Pecci 1878-1903).
Fu donata al cardinale il 13 marzo 1868 da suo cugino, l’imperatore Napoleone III, che lo aveva tenuto a battesimo.
La carrozza fu costruita in Francia e assemblata in Italia da Gaetano Peroni che lavorò spesso presso le scuderie papali e che vi pose la placca con il proprio nome accanto al blasone papale; la placca porta l’insegna di Napoleone, ossia un’aquila con corona. La corona sovrastante l’aquila potrebbe significare che il cardinale sia stato ammesso nella famiglia reale.
La particolarità di questa carrozza risiede nel dipinto del pannello centrale del vano viaggiatori
dove, a destra, è dipinta l’Allegoria della Chiesa di Roma, una donna seduta su un altare con una croce di legno nella mano destra e le chiavi dell’Apostolo Pietro nella sinistra.
Nella parte sinistra è dipinta l’Allegoria della fede Cattolica, rappresentata da una donna con in mano i simboli dell’Eucaristia.
Accanto alle Allegorie vi sono dei cherubini che alludono alla Legge del Vecchio e Nuovo Testamento ed alle Virtu’ Teologali ( Fede e Carità).
il vano viaggiatori porta quattro persone, due larghi sedili frontali e quattro cuscini.
LA PORTANTINA DI PAPA LEONE XIII
La portantina fu donata dalla città di Napoli al papa Leone XIII (al secolo Gioacchino Pecci) per il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
La portantina fu costruita con il contributo di tutte le categorie di cittadini, compresi abili artigiani, che lavorarono gratuitamente all’arricchimento dei decori.
La portantina è fatta di legno di tiglio dorato. E’ alta m. 1,70 e pesa kg 60.Ciò perché il Papa vi si potesse adagiare comodamente.
Il manufatto riproduce una nave, in ricordo di S.Pietro che era pescatore, ed assume un significato mistico se si pone l’attenzione sul ruolo che l’iconografia cattolica fa rivestire al Papa come “nocchiero”, ossia come colui che con l’esperienza e la “santità” salva l’equipaggio (l’umanità) dalle tempeste.
Questo simbolo di “nocchiero” è difatti riportato anche sull’anello papale.
La parte bassa della portantina è una poppa di nave, con timone e reti da pesca; la parte alta, che appare come scossa dai venti, è costruita come quella parte della barca che protegge il timoniere. Le stanghe appaiono come remi.
Sulla parte frontale troviamo un olio su legno di Domenico Morelli ( Napoli 1826-1901).
L’olio rappresenta S.Pietro che consacra S. Aspreno primo Vescovo di Napoli. Il quadro è stato rimosso e portato nella sezione dei Musei Vaticani dedicata alla pittura del IX secolo (sulla portantina è stata posta una copia).
Il nome di Domenico Morelli viene riportato in una placca a lato del dipinto.
Sui lati della portantina si ammirano due delfini posti su una rete da pesca; l’ancora per attraccare si trova nella parte posteriore; tutto lo scafo era ricoperto da guscio di tartaruga e decorato da motivi vegetali a bocciolo fatti di corallo.
Sui lati sono state inserite 12 nicchie che originariamente contenevano ciascuna una statua di un apostolo; attualmente ne rimangono 9; tra le statue si segnalano S. Giovanni e S. Andrea sul lato destro e S. Pietro sul lato sinistro).
La rimozione delle statue è avvenuta nel 1929 ma non si hanno notizie circa la loro collocazione.
Il posto del Papa ha 3 aperture per la luce. Il bordo della finestra centrale è decorato da 7 cammei ( 6 sono cherubini e 1 rappresenta la colomba dello Spirito Santo).
Il baldacchino porta piccole stelle d’argento sul soffitto; l’interno era rivestito di velluto amarantino, colore presente nel blasone del Papa; il giglio e la cometa, simboli anch’essi presenti nel blasone di Leone XIII, sono rivestiti d’argento.
Il restauro, come si può osservare , non include molte parti del capolavoro ma è stato limitato ad una pulitura generale ed al rinforzo di pezzi portanti del manufatto.
Il documento principale dal quale sono state tratte informazioni sulla storia della costruzione della portantina si intitola “Napoli. Il dono dell’Arcidiocesi al S.Padre” 1887, ripubblicato in “ L’Esposizione Vaticana Illustrata” del 1888.
Si riporta testualmente un passo scritto a proposito della città di Napoli che offrì questo impareggiabile capolavoro al Papa e dei numerosi doni che continuamente a questo venivano offerti:
“Napoli, città ricca e fiorente, piena di fede e di amore per il Pontefice, non si limiterà a quest’unico oggetto, altrimenti resterebbe vinta in questa fraterna gara…da altre diocesi…
All’Esposizione Vaticana dovrebbero far bella mostra nel riparto di Napoli i doni dei Corpi morali, dei Capitoli, del Collegio dei parrochi, del Seminario, delle scuole cattoliche, degli istituti di educazione… delle famiglie patrizie e cittadine, delle tante Società, Circoli, Comitati cattolici, delle Confraternite, Pie Unioni, Congregazioni..”
Immaginiamo quanti e quali doni sono stati offerti al Papa, pagati con il contributo economico non solo dei ricchi!