Musei del Trotto, Italia insieme a Usa e Francia
Credo che una pur minima riflessione sui musei dedicati al mondo del cavallo sportivo, in qualche modo, costituisca un momento di presa d'atto di una duplice realtà.Da una parte bellissime strutture, vitali, animate, legate alla storia del settore - che è allo stesso tempo attività produttiva e contenitore di passione e intelligenza - e dall'altra la disturbante realtà dell'ippica italiana dei nostri giorni, lasciata morire per cattiva volontà e incapacità, senza progetti e prospettive, soffocata in una stanca dolorosa quotidianità.
Ma i musei esistono, vivono e danno ancora la possibilità a chi li visita di persona o li frequenta virtualmente, da lontano, di accedere ai loro appassionanti contenuti che raccontano cavalli, uomini, storie, corse.
I musei del trotto, dunque, tutti da visitare.Nei tre Paesi che storicamente hanno per primi sviluppato questa branca delle corse nei tempi moderni.Il primo nato, nel 1949, è lo statunitense The Harness Racing Museum & Hall of Fame di Goshen, nello stato di New York, costituito per l'impegno di un gruppo di rilevanti operatori del settore delle corse.La ricerca di un locale adatto li portò ad utilizzare l'edificio di una scuderia, la Good Time Stable, di oltre 3.500 mq.I box furono trasformati in sale d'esposizione e gli scivoli convertiti in bacheche. Al pianterreno sono ora esposti alcuni famosi sulkies, mentre il piano superiore è diventato una galleria.Negli anni, numerosi restauri hanno consentito un uso dello spazio più funzionale. Fu aggiunto un settore che contiene le opere di Currier e Ives, i prolifici incisori ottocenteschi autori, tra l'altro, di una vasta serie di dipinti e litografie di cavalli e corse, soprattutto americane. Ogni anno oltre 20.000 visitatori ammirano oggetti d'arte, ricordi storici, filmati e utilizzano il web, che è anche molto frequentato da remoto.
Non poteva mancare la Francia, dove dal 2010, in un'ala del Castello di Grosbois - sede del centro di allenamento e della scuola dei trottatori, vicino Parigi e l'ippodromo di Vincennes - è stato aperto al pubblico un museo di oltre 600 mq.Anche qui reperti di ogni genere, fotografie, pitture, disegni sulla storia e le storie del trotto.E' anche possibile vedere le riprese delle corse francesi degli ultimi ottanta anni e vagare per una ricca biblioteca di oltre 2.000 volumi.
Siamo arrivati in Italia.Nella contrada Asola di Civitanova Marche c'è il Museo Storico del Trotto, come l'ha chiamato Ermanno Mori, il Capitano, fondatore, organizzatore, curatore della struttura.Adesso il museo si sviluppa su una superficie di 600 mq. Il nucleo centrale è l'imponente biblioteca di 60.000 volumi italiani e stranieri, che narrano le vicende, l'arte e la scienza del cavallo, non solo del trottatore. Si aggiunge una straordinaria raccolta di fotografie sui campioni delle corse - animali e uomini - e i manifesti, le stampe, i dipinti, le giubbe, le bandiere. Un complesso unico per vastità e qualità.
Concludo con un ricordo personale. Alcune passeggiate sulle sponde della Senna a Parigi, col Capitano Mori, tra i banchetti dei rivenditori di libri, i bouquinistes, alla ricerca di foto, cartoline, manifesti da aggiungere alla collezione di una vita. E il Capitano mi chiedeva mentre fumavo un sigaro: "Che ne dice, è bello, no?"