Madonna delle Milizie: la potenza di un simbolo antichissimo
L’immagine della Santissima Madonna delle Milizie, venerata a Scicli, é decisamente fuori dai tradizionali canoni della storia dell’arte. La Vergine Maria, infatti, é raffigurata nel cavalcare un destriero. Inoltre, nella statua portata in processione, indossa un’armatura. Nulla a che vedere, ad esempio, con l’immagine angelicata della “finestra aperta sul cielo” nel dipinto di Raffaello della “Madonna Sistina”.
La rappresentazione di Scicli ricorda piuttosto un altro celebre quadro dell’Urbinate: “S. Giorgio ed il Drago”.
Questo particolarissimo culto mariano é legato ad un evento avvenuto intorno al 1091. Secondo la tradizione popolare, le truppe normanne vinsero miracolosamente contro i saraceni grazie al potente aiuto della Vergine. Si tratta di un episodio che presenta connotazioni simboliche, in cui verosimilmente si intersecano storia e leggenda legate ad incursioni piratesche di epoca successiva.
A curiosare nelle Sacre Scritture, nel passo di Efesini 6, 10-20 si legge: “Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.... Tenete sempre in mano lo scudo della fede.....prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito”.
L’uso di un linguaggio militare non é una prerogativa di S. Paolo. Egli utilizza metafore, già presenti nell’Antico Testamento, per affermare sostanzialmente la difficoltà del combattimento interiore, spirituale. Esso richiede un “abbigliamento” adeguato, quello del guerriero, non certo quello di chi intende recarsi in spiaggia. E’ forse per questo che la Madonna di Scicli impugna una spada, un’ arma utilizzata nel combattimento ravvicinato, quello corpo a corpo.
Nella Bibbia, inoltre, il binonimio “cavallo e cavaliere”, (che formano un’unità), é un termine tecnico che indica una potente macchina da guerra in grado di sbaragliare il nemico o superare le barriere difensive. In linguaggio moderno potrebbe corrispondere ad un missile a lunga gittata ed al suo potere deterrente. Questa versione da invincibile combattente a cavallo potrebbe generare in alcuni forti perplessità. A tal riguardo, in alcuni scritti di Don Tonino Bello si legge: “ Santa Maria, donna coraggiosa, alcuni anni fa in una celebre omelia pronunciata a Zapopan nel Messico, Giovanni Paolo II ha scolpito il monumento più bello che il Magistero della Chiesa abbia mai elevato alla tua umana fierezza, quando disse che tu ti presenti come modello “per coloro che non accettano passivamente le avverse circostanze della vita personale e sociale, né sono vittime della alienazione”. Dunque, tu non ti sei rassegnata a subire l’esistenza. Hai combattuto. Hai affrontato gli ostacoli a viso aperto. Hai reagito di fronte alle difficoltà personali e ti sei ribellata dinanzi alle ingiustizie sociali del tuo tempo. Non sei stata, cioé, quella donna tutta casa e chiesa che certe immagini devozionali vorrebbero farci passare. Sei scesa sulla strada e ne hai affrontato i pericoli, con la consapevolezza che i tuoi privilegi di Madre di Dio non ti avrebbero offerto isole pedonali capaci di preservarti dal traffico violento della vita”.....
Inoltre, MariaLucia Galli, nel suo libro “Il cavallo e l’uomo” scrive: “Anche in molti riti sciamanici degli indiani d’America il cavallo ha un ruolo centrale, non solo come animale totemico, ma anche come simbolo di saggezza per la sua capacità di ricordare le esperienze della propria esistenza capendone il significato e utilizzandole positivamente per il futuro. (Nel Vangelo di Luca 2,19 si legge “Al contrario Maria conservava queste parole meditandole nel suo cuore). Ma il meccanismo di identificazione tra i popoli delle praterie ed il loro partner a quattro gambe é talmente forte da far sì che cavallo e cavaliere portassero dipinti sulla pelle, in battaglia così come durante la caccia, le stesse figure simboliche, a testimonianza di una condizione di spirito comune”. Non c’é forse tutto questo ed altro nella Santissima Madonna delle Milizie, venerata a Scicli?