Le anomalie comportamentali nei cavalli modificano i mediatori del sistema immunitario
Fin dagli anni ’70 la necessità di trovare un sistema che riesca a misurare il benessere animale ha indotto il mondo scientifico a sperimentare diversi tipi di approcci metodologici utilizzando differenti tipi di indicatori diretti e indiretti. Tra gli indicatori diretti o animal-based sono compresi gli indicatori etologici, fisiologici, patologici e produttivi, mentre tra gli indicatori indiretti o environmental factors rientrano le caratteristiche dell’ambiente in cui sono allevati gli animali, quali le strutture, i sistemi di allevamento ed il tipo di management. L’insieme degli indicatori sono stati utilizzati dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), in un documento di sintesi pubblicato nel febbraio 2012 dal titolo “Guidance on Risk Assessement for Animal Welfare”, al fine di fornire una metodologia scientifica condivisa in grado di quantificare in modo oggettivo l’impatto dei fattori di allevamento sulla salute e sul benessere animale, prendendo spunto dal progetto scientifico europeo del 2009 Welfare Quality e dal successivo Animal Welfare Indicators (AWIN, 2011). Sulla base del solido impianto scientifico costituito dai progetti di ricerca europei sopra citati, un equipe di ricerca del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, coordinata dal prof. Michele Panzera, Ordinario di Etologia veterinaria e Benessere animale, ha condotto un’indagine sul cavallo, mirata ad individuare le correlazioni esistenti tra la sofferenza indotta da privazioni sociali e cinetiche e le citochine, particolari markers del sistema immunitario.
E’ stata studiata l’influenza delle condizioni infrastrutturali e di management sull’espressione genica delle citochine, potenti molecole immunomodulatrici. Queste molecole sono tra i principali regolatori del sistema immunitario in grado di modificare vari processi metabolici con ripercussioni sull’efficienza produttiva; sullo stato generale (febbre, depressione, inappetenza) e sul comportamento dell’animale. Recenti ricerche hanno evidenziato che la risposta immunitaria di tipo acuto con il coinvolgimento di citochine proinfiammatorie (quali l’IL-1, l’IL-4, l’IL-6 ed il TNF-α) o regolatorie (quali l’INF-γ e l’IL-10) non si ha solamente in risposta a stimoli di tipo infettivo o flogistico in genere, ma anche in risposta a stimoli aspecifici quali l’ipertermia da stress da calore o da esercizio fisico estremo. In altri termini si viene sempre più delineando un nesso complesso di interazioni tra immunità, modificazioni comportamentali e fisiologiche e stimoli ambientali di tipo non immunitario.
La ricerca del prof. Panzera ha apportato conoscenze innovative sul comportamento del sistema immunitario degli animali in relazione alle situazioni di stress ambientale connesse con la tipologia di allevamento ed i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica di settore Journal Veterinary Behaviour, nel numero di novembre-dicembre 2015 (JVB, 2015, 10, 556-560), evidenziando come le citochine esplicano un ruolo chiave sia nelle differenti strategie di adattamento a difficili condizioni ambientali, sia nelle differenti manifestazioni comportamentali riconducibili alle atipie manifestate dagli animali soprattutto in condizioni di poor welfare.
L’indagine è stata effettuata n. 66 cavalli stabulati in differenti tipologie di management, classificate nel seguente modo: tipologia 1 (n. 21 soggetti), considerata idonea al soddisfacimento dei bisogni etologici del cavallo; tipologia 2 (n. 9 soggetti), considerata scarsamente idonea; tipologia 3 (n. 36 soggetti), considerata totalmente inadeguata. La valutazione delle componenti infrastrutturali, al fine di pervenire al giudizio di idoneità, verteva sulla possibilità di poter far espletare ai cavalli i seguenti comportamenti di mantenimento: attività cinetica, esplorazione, interazioni sociali, grooming e riposo, assegnando il relativo giudizio di merito. Sui cavalli oggetto di studio, sono state compilate le check-list relative alle diverse atipie riscontrabili nel cavallo (tic d’appoggio, ballo dell’orso, tic aerofagico) e la valutazione etologica è stata correlata con i livelli di espressione genica delle diverse citochine oggetto d’indagine. L’esame comparativo globale del quadro di espressione genica delle diverse citochine nelle differenti tipologie di management considerate, ha consentito di evidenziare livelli normali di espressione genica della IL-1, IL-2, IL-6 e Il-10 nei soggetti appartenenti alla tipologia . Mentre nei soggetti appartenenti alla tipologia 2 ed ancor di più in quelli appartenenti alla tipologia 3, è emersa la disarticolazione dei rapporti di espressione genica tra la IL-10 ed il TNF-alfa altamente correlata alle anomali comportamentali riscontrate nella tipologia III di management dove l’87% dei soggetti ha manifestato atipie comportamentali chiaramente ascrivibili a condizioni di scarso benessere, avvalorando la finalità dell’indagine e l’ipotesi interpretativa circa le funzioni che le citochine svolgono a livello del sistema nervoso centrale.
La lettura combinata dell’insieme dei risultati ematochimici, dei valori di espressione genica delle diverse citochine e di quelli etologici, consente di poter considerare come l’insieme delle strategie fisiologiche e comportamentali messe in atto da ogni organismo vivente complesso per fronteggiare situazioni ambientali lesive o potenzialmente tali, rientrano nel tentativo di mantenere condizioni fisiche ed emozionali di benessere e come le varie citochine costituiscono un importante biomarker per una sempre più idonea ed adeguata valutazione dell’animal welfare.