L’amara storia di The Conqueror e dell’ippica del grazie.
Papa Francesco dice che in famiglia la parola “grazie” non deve mai mancare. Spesso può servire a sbloccare una situazione. Deve essere questo il motivo per cui, nell’ippica italiana, alcuni addetti ai lavori recentemente stanno inviando i loro sentiti ringraziamenti ai dirigenti del MIPAAF (il dicastero delle Politiche Agricole che dai primi anni del Duemila ingloba trotto e galoppo) e in particolare al sottosegretario Francesco Battistoni.
Che il cinquantacinquenne senatore di Montefiascone stia dando il meglio di sé nell’ippica (o almeno quanto riesce a sgraffignare alla pesca, altro settore di competenza) è confermato dalle sue frequenti apparizioni a Capannelle e dai 12 minuti abbondanti concessi ai delegati delle 28 sigle di settore, convenuti a Via XX Settembre in piena bagarre elettorale del Presidente della Repubblica, a perorare cause perse. O almeno che così sembravano.
Con mossa a sorpresa Battistoni, in quella occasione, ha ridato (perchè di questo si trattava, pur se la decurtazione era stata effettuata dal quasi adiacente Ministero delle Finanza) 7,5 milioni alle esauste casse di ippodromi e premi. Niente - come promesso in un incontro pubblico a Via Appia - Direzione Generale dell’Ippica e pagamento premi tramite le società di corse, ma si sa che nella vita non si può avere tutto.
“Il mio obiettivo non è governare l’emergenza ma programmare il futuro dell’ippica” ha enunciato il senatore il 17 dicembre a Capannelle e più di una sigla gli sta dando fiducia e lo ringrazia anticipatamente. Peccato che all’estero non gli credano e seguitino a bastonarci nel galoppo sulle corse di gruppo e perfino sulle listed. (Il trotto tiene botta anche perché è diventato un pendolare verso Francia, Svezia, Norvegia e Finlandia).
L’ultima amarezza quelli del turf l’hanno dovuta ingoiare venerdì alle February Sale, le aste, di Newmarket, al di là della Manica. Il nostro miglior sprinter in attività, The Conqueror, è stato battuto per 31 mila euro scarsi, roba da mezzi brocchi. E’ vero, a Roma ha perso ultimamente da Agiato e, già venduto ad una scuderia inglese, non ha entusiasmato i palati british. E’ solo questo? Oppure un cavallo di 7 anni, campione nel nostro Paese, è considerato poco o niente sul mercato estero perché tanto vale l’ippica italiana?
Grazie.