La vita? Per vincere ci vuole il cavallo giusto
NON CREDO di essere particolarmente originale quando sostengo che la vita in ogni sua fase rappresenta spesso, se non sempre, per ciascuno di noi, un vero e proprio percorso ad ostacoli, con tanto di diritture, gabbie, doppie gabbie, oxer, passaggi di sentiero, muri e via dicendo. Ostacoli a volte agevolmente superabili, più di frequente, per dirla in gergo equestre, tecnicamente impegnativi.
Barriere che incontriamo da subito,fin dal momento che precede la nascita,quando dal grembo materno,grazie ad un’abile ostetrica,saltiamo nella vita.
Poi viene la scuola,con le interrogazioni da affrontare,i compiti in classe da svolgere,gli esami da superare,per non parlare della sudorazione fredda e dei tremori che precedono tali prove.
Quante pene e che gioie ci danno i percorsi d’amore,frastagliati di ostacoli che via via si frappongono tra noi e l’estasi amorosa:i rifiuti delle ragazze,le nostre paure inconsce,ogni sorta di incertezze e titubanze.
La vita a due: le incomprensioni,le liti,i problemi della quotidiana convivenza,come muri e triplici di una gara di potenza.
In ogni caso,come nel concorso ippico si è in due nell’affrontare il percorso(cavaliere e cavallo),nella vita ogni cavaliere(ciascuno di noi)può contare-anche se non sempre-su cavalli di razza che lo mettono in condizione di saltare gli ostacoli sul tracciato della propria esistenza(la mamma,il papà,una sorella,i nonni,uno zio,un amico,una donna,una persona per bene con i suoi preziosi consigli,ecc.).
E il lavoro,direte voi? Nella coda,il veleno!
Quanti di noi,lavoratori seri,scrupolosi,con sane e non eccessive ambizioni,si vedono negare dai propri superiori una promozione tanto desiderata,dopo anni di costante impegno,senza aver “prodotto”meno di altri colleghi che magari,essendo stati più “signorsì”nei confronti dei capi,vengono premiati,a volte al di là dei loro stessi meriti?
In soldoni,quando per quella mancata promozione si è,di fatto,”eliminati”dal percorso di una più gratificante carriera lavorativa,si ha proprio la spiacevole sensazione di non avere il cavallo giusto per saltare(né più né meno come a volte capitava a Piero o Raimondo D’Inzeo quando,trovatisi privi di cavalli adeguati,erano costretti, a malincuore,a rinunciare all’amata Piazza di Siena).






















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