La scienza e il problema del trasporto dei cavalli/5
IL DR. CARLO BARNINI, direttore sanitario del Centro Medico Equino di Limena (Pd), ha scritto un saggio scientifico sul trasporto dei cavalli, argomento che è allo studio anche all’Università di Padova. Il saggio, ovviamente molto lungo, è stato da noi pubblicato in cinque puntate nell’arco di dieci giorni.
PROTOCOLLO DI CORRETTO TRASPORTO
L’adozione o meno delle seguenti situazioni è in stretta relazione con il benessere o la malattia di un cavallo trasportato.
posizionamento della testa;
i due maggiori meccanismi di difesa dei polmoni alle infezioni sono dati dalla presenza dell’epitelio mucociliato che riveste l’albero respiratorio e dalla presenza dei macrofagi a livello alveolare.
Questi meccanismi sono continuamente attivi a livello di apparato respiratorio ma è risaputo che quanto più in profondità penetrano gli agenti patogeni tanto più probabile è l’insorgenza di una qualsivoglia patologia.
Il sistema mucociliare costituisce una barriera alla penetrazione dei batteri e funziona come un filtro che ne impedisce la progressione e quindi il raggiungimento delle aree più in profondità , ma non solo, fa anche in modo, tramite il movimento ciliare, di convogliarli verso l’esterno espellendoli.
L’aumento di batteri all’interno all’ apparato respiratorio associato alla diminuita efficienza delle difese organiche, determinano una maggiore probabilità di contrarre malattia.
I macrofagi sono gli elementi cellulari deputati alla difesa dei polmoni e sono importanti nel controllo dei batteri , delle tossine e delle polveri che invadono i polmoni per via aerogena.
La loro azione si espleta in tre fasi distinte , la prima consiste nel riconoscimento degli elementi potenzialmente patogeni , la seconda consiste nel fagocitarli e la terza nell’ inattivazione degli stessi.
I macrofagi alveolari sono altresì deputati a dare inizio alla risposta infiammatoria tissutale ed a quella immunitaria , in esito ad una sorta di comunicazione intercellulare , sono dipendenti da alcuni messaggi ormonali che vengono via via indirizzati loro da altri distretti ed una loro ridotta attività viene determinata ad esempio da un alto tasso ematico di cortisolo ormone che abbiamo visto essere prodotto in abbondanza nelle situazioni di stress.
Durante il trasporto ,il cavallo che viene ad essere confinato in piccoli spazi , con un inadeguato ricambio d’aria specie nei mesi freddi e con la testa ed il collo costretti in posizione innaturale , e con scarsa possibilità di movimenti sia in senso verticale che orizzontale è soggetto all’accumulo , per gravità ,di una grande quantità di polveri , tossine e batteri in profondità nel tratto respiratorio fattore che predispone all’insorgenza di patologie polmonari.
Se pensiamo ad un cavallo al pascolo ,la testa viene sempre tenuta a livello del terreno mentre mangia ,favorendo la clearance polmonare , se invece , come succede durante i trasporti , i cavalli vengono alimentati usando delle reti contenenti il fieno e appese in alto , davanti ai cavalli ,si produrrà una grande liberazione nell’ambiente e all’interno delle narici , specie se il fieno è di scarsa qualità , di muffe e di batteri.
Questo sistema di alimentare i cavalli in viaggio è assolutamente sconsigliabile , in quanto aumenta la penetrazione e la stasi per gravità dei patogeni a livello dell’apparato respiratorio.
Altro fattore predisponente alle patologie respiratorie è l’alta umidità , specie se associata ad alte temperature , in quando si costituiscono le condizioni ottimali alla replicazione batterica e fungina.
Una inibizione dell’attività ciliare viene inoltre provocata dall’aumentata concentrazione di ammoniaca (gas che si libera per fermentazione dalle feci ) ambientale che determina una alterazione della barriera difensiva esistente tra gli alveoli e il circolo e una riduzione della capacità ciliare di movimento.
In cavalli sani sottoposti a trasporto per 36 ore in trailer è dimostrato che l’attività macrofagica risulta inibita per più di una settimana e questo è dovuto alla concentrazione di cortisolo ematico , che permane elevata.
Le malattie respiratorie come la pleuropolmonite (febbre da trasporto) possono essere asintomatiche per tre o quattro giorni dalla conclusione del trasporto e manifestarsi nella loro gravità solo successivamente quindi ricordiamoci che scolo nasale , perdita di appetito , tosse , depressione , febbre anche se moderata , possono essere dei sintomi precoci che nascondono patologie ben piu gravi e che , se rilevati precocemente , possono salvare la vita al cavallo. Non sottovalutiamoli !!!!
Registrare mattino e sera la temperatura rettale dei cavalli che hanno subito un trasporto è una buona prassi per minimizzare gli effetti del trasporto.
E’ riportata la morte di cavalli 30 giorni dopo il trasporto per pleuropolmonite.
Terapie apportate precocemente possono minimizzare i danni conseguenti al trasporto e salvare la vita degli animali.
TURBE DELL’APPARATO GENITALE
Stalloni sottoposti a trasporti disagiati al momento dell’arrivo dimostrano una diminuita qualità del materiale seminale che permane per circa una settimana.
Cavalle che vengono trasportate allo stesso modo hanno delle turbe con variazioni della tempistica del ciclo estrale .
Altro avvenimento catastrofico in esito al trasporto , è quello relativo alla morte embrionale precoce , questo evento è stato registrato in diverse specie tra cui quella equina.
Durante le prime fasi della gravidanza , vi è un equilibrio ormonale che risulta essere molto difficile da mantenere e l’aumento della secrezione di cortisolo altera questo equilibrio determinando la morte embrionale precoce.
ACCORGIMENTI DA ADOTTARE IN PREPARAZIONE AL TRASPORTO
Un cavallo con sintomatologia clinica o subclinica di malattia respiratoria non dovrebbe essere mai messo in viaggio per i rischi suindicati. Sarebbe bene fare eseguire una visita clinica specialistica sull’animale contrariamente alla prassi di non farla .
Un aggiornamento del piano alimentare precedente il trasporto , mentre non è fondamentale per trasporti brevi , risulta necessario per trasporti lunghi al fine di minimizzare gli effetti che il viaggio ha sull’apparato gastroenterico.
Sarebbe utile alimentare i cavalli con prodotti contenenti amidi facilmente digeribili a livello prececale( avena )
La somministrazione di lassativi prima di un viaggio , è una pratica che in cavalli nervosi , che tendono a dimostrare diarrea naturalmente , rischia di esacerbare questa sintomatologia legata allo stress e che può portare ad uno stato di disidratazione.
La disponibilità di fieno deve essere continua e la scelta deve essere rivolta ad un prodotto con il minor contenuto di polveri e con una buona digeribilità ( si consiglia un fieno di medicaio vecchio )
Ai cavalli l’acqua dovrebbe essere data ogni 6/8 ore . Chiaramente questo è un dato indicativo in quanto dipendente dalla situazione ambientale , che varia in relazione alla temperatura e all’umidità. Ci sono cavalli che mentre sono caricati non ne vogliono sapere di bere e che quindi vanno fatti scendere per essere abbeverati.
Concedere la massima libertà nei movimenti della testa , compatibilmente con il sistema di carico degli animali
Temperatura ed umidità dovrebbero sempre essere sotto controllo e quindi l’entrata dell’aria dovrebbe essere dosata , sia come quantità che come direzione , in modo che l’animale non sia sottoposto ad un flusso di aria che lo colpisce direttamente.
Nei mesi caldi , sarebbe opportuno non mettersi in viaggio nelle ore più calde e non lasciare il mezzo di trasporto parcheggiato al sole per lunghi periodi.
CONCLUSIONI
Abbiamo visto che i cavalli rispondono allo stress da trasporto in diversi modi.
Identificare e minimizzare queste situazioni stressanti permette di salvaguardare il benessere del cavallo e la sua salut,e e consentendogli di esprimere al meglio la sua capacità di performare , di darci quello che ci aspettiamo da lui.
Avere la massima attenzione per il benessere del nostro cavallo significa salvaguardarne anche il valore economico.
5 - FINE