Ippodromo Caprilli, una morte annunciata
LIVORNO. Sta finendo la favola del Caprilli, il gioiello dell'Ardenza e quelle estati di un pubblico anche giovane che abbracciava letteralmente i purosangue nelle serate all'ippodromo, a pochi passi dal mare. Il quotidiano Il Tirreno ha documentato il degrado di una pista storica del nostro galoppo, abbandonata dal Comune, da un'amministrazione cieca che dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione all'Alfea, ha giocato la carta del rinvio sistematico.
La Livorno Galoppo, l'ultimo gestore protagonista di una rinascita del Caprilli nelle ultime stagioni, con alcune idee formidabili, con le mani legate. Esautorata da una sentenza e adesso siamo all'inaccettabile degrado: reti divelte, erba altissima, luce staccata, non c'è piu' l'acqua, nessuno paga le bollette, neanche il Comune comunque proprietario e moralmente responsabile di un luogo caro ai livornesi e che è nella storia e del tempo migliore di una città che è la capitale dello sport italiano per numero di olimpionici.
Triste y solitario final ed è inaccettabile che un bene pubblico, un patrimonio di cultura, sport finisca così. Lo scarica barile tra i soggetti, l'impotenza di alcuni ippici, vedi i Botti e i loro partners che avevano fatto un investimento importante. La città che dopo lo scandalo della nettezza urbana, finisce sulle prime pagine per la morte annunciata del suo caro e vecchio ippodromo dalle lampade a filo, che adesso non illuminano piu' quel prato dei sogni perchè chi amministra la città non riesce neanche a fare un tavolo e a fare una scelta per i livornesi, prima che di quegli incalliti appassionati delle corse.
I politici quando sono lontani dal cuore della gente fanno piu' danni della natura quando si ribella alla volontà dell'uomo. Ma chi ha ancora voglia di salvare quel meraviglioso impianto che ha oltre Centocinquant'anni di Storia?