Ippica italiana, scommesse sempre più marginali
Un bell'argomento quello delle scommesse ippiche, "vasto programma" in qualche modo. Infatti, il gioco sulle corse è lo strumento che consente il reperimento delle risorse del settore e quindi è (o dovrebbe essere) la premessa fondante dell'intera filiera sportiva.
Lavorare su questo tema non è agevole, in quanto i dati a disposizione, in modo particolare le sintesi a livello internazionale, sono di difficile reperimento o talvolta non sono aggiornati.
Il galoppo - fino al 2019 - ha raccolto le informazioni attraverso la Federazione Internazionale delle Società del Galoppo (IFHA).
In quell'anno il volume mondiale di scommesse è stato di 115.444.000.000 di Euro, suddivisi a livello continentale tra l'Asia (che include Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica) con 69.312 miliardi, l'America con 11.219 e l'Europa con 34.913.
Nel trotto i dati utilizzabili sono quelli europei, raccolti dall'Unione Europea del Trotto (UET). Da essi si evince che la raccolta continentale dal 2016 al 2020 è passata da 7.358.999.000 di Euro del 2016 ai 6.480.074.170 del 2020, con una diminuzione di quasi il 12%. Tra i grandi paesi l'Italia ha avuto un calo di circa il 40%, la Francia una diminuzione del 12,50% e la Svezia un aumento dell'1,23%.
Ma la Svezia ormai da anni è diventato il secondo paese nella raccolta, staccando enormemente l'Italia. Questo è avvenuto nell'ultimo decennio, utilizzando il gioco telematico. Nella raccolta ormai l'Italia è superata anche da Norvegia e Finlandia.
E veniamo all'Italia. La raccolta totale sulle corse di trotto e galoppo, a cura dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stata di 456 milioni nel 2018, 414 nel 2019 e 213 nel 2020, con il covid che ha dato una mano a farla ancor più calare, dato che il gioco è effettuato in massima parte nelle agenzie, che sono restate chiuse a lungo.
Per concludere, una notazione tecnica, politica e di gestione, che in parte prescinde dal mancato intervento di riforma del gioco, di cui nessuno parla più.
Dal 2010 l'Italia non è più presente nell'Associazione Mondiale dei gestori di scommesse ippiche (WoTA), rimanendo fuori dai momenti di confronto, analisi e dibattito a livello internazionale, nonostante che nel 2007 l'Unire e l'Agenzia dei Monopoli abbiano partecipato a Roma all'assemblea costitutiva dell'Associazione europea del settore, che nel 2020 si è trasformata nell'attuale organismo mondiale.
Immagino perchè in quella sede non saprebbe cosa dire.