Intervista a Pippo, una voce fuori dal coro.
Mi chiedevo: cosa posso scrivere - nel mio piccolo - di “buono” su e per i cavalli? Sono tanti anni che li osservo, studio, lavoro e vivo con loro, così pensavo di trattare un argomento o una situazione specifici… Poi mi sono detto: con un po’ di ricerca, chi davvero vuole, può trovare approfondimenti su quasi ogni tipo di tematica, almeno in lingua inglese, spesso basati su test e ricerche ben particolareggiate; sulle quali ricerche molto ci sarebbe da discutere (ma questo semmai potrebbe essere l’argomento del prossimo articolo). Stavolta vorrei provare a fare qualcosa di diverso! Così mi è venuta la balzana idea di interpellare uno che se ne intende davvero e che, purtroppo, viene interpellato assai raramente. Data l’eccezionale circostanza gli ho semplicemente chiesto di dire… quello che voleva dire. Buona lettura.
"Vi sento sempre parlare di BENESSERE del cavallo, di RELAZIONE, di RISPETTO… fate tante belle foto sui social con attestazioni di stima, esprimendo buoni sentimenti o addirittura amore nei confronti dei vostri cavalli con tanto di cuoricini rossi di contorno; per non parlare degli aforismi, che si sprecano. Oppure immagini video accompagnate da frasi belle infiocchettate in cui campeggiano aggettivi come etologico, scientifico, naturale, etico e via dicendo.
Sai invece qual è la verità? Nella stragrande maggioranza dei casi o regna l’Ignoranza o cercate solo di appagare il vostro Ego. Spesso, tutte e due le cose insieme: Ignoranza ed Ego. Ovviamente poi c’è di mezzo anche il denaro. Se la prima è semplicemente un “non sapere”, ignorare, appunto, e in teoria vi si potrebbe porre anche rimedio, per la seconda c’è poco da fare. Sì perché l’Ego contamina anche le persone che possono avere conoscenze e abilità, e vi frega sempre, precludendo così una possibile VERA relazione umano equino. Per quel che riguarda il denaro – anche se per noi non ha senso – meglio che non ti dica cosa penso di chi specula sulla pelle degli animali. In questa bagarre, a volte brutalmente evidente e a volte ben nascosta dai lustrini, la sincerità non trova posto. Non ci sono né BENESSERE, RELAZIONE, RISPETTO… e via dicendo. Parole vuote a cui non corrispondono i fatti.
Detto questo, caro il mio testa di legno, lascia che ti parli di alcune cose, giusto le prime che mi vengono in mente.
Confinamento. Cominciamo dal… Lock Down.
Tu: “Non ce la faccio più a stare in casa!”
Ah sì? La vostra consuetudine di volerci confinare in spazi angusti pone la maggior parte di noi in lock-down perenne. Eppure proprio in questi giorni ne avete avuto un assaggio! VOI, che oltre tutto siete "abitanti delle caverne", dopo un mese di confinamento forzato stavate già sbroccando di brutto! Nonostante tutti i vostri agi. Poverini, avete pure sofferto di qualche problemino psicologico? E fisicamente come vi sentivate? Ecco, adesso potete lontanamente immaginare quanto straziante sia per noi essere relegati in spazi angusti. Noi abitanti delle praterie e dei grandi spazi. Poi, addirittura, osate lamentarvi perché in questa angosciante situazione prendiamo dei “vizi”, ballo dell’orso eccetera eccetera. Senza menzionare l'artrite e altri problemi fisiologici che si sviluppano dal perdurare del confinamento in una piccola area.
Prova a immaginare come staresti tu, magari con la puzza delle feci accumulate e dell'urina, senza poter in nessun modo contattare un altro umano o vedere il cielo o sentire il vento. Ora prova a moltiplicare per mille il disagio che senti. Questo dovrebbe darti un'idea approssimativa di come ci sentiamo quando ci chiudi in box o strutture simili.
Isolamento.
Tu: “Ti ho fatto un paddock (ndr 3x3) solo per te!”
Nel nostro mondo (quello davvero naturale), non siamo MAI soli. Nelle nostre famiglie dobbiamo generalmente andarcene una volta raggiunta la maturità per cercare di formare la nostra famiglia (vedi alla voce esogamia). I giovani stalloni che lasciano la famiglia detestano di dover rimanere soli a tal punto che si uniscono velocemente e ben volentieri a branchi di scapoli che, come loro, proveranno probabilmente un giorno a formare la propria famiglia. Le giovani cavalle di solito quando si allontanano dalle famiglie si uniscono o sono “rapite” dallo stallone di un'altra famiglia o da uno degli stalloni del branco di scapoli. Lo dico in due parole perché all’interno di queste situazioni ci sono tutta una serie di dinamiche, rapporti e relazioni che neanche immaginate, ma una cosa è certa: tutti i cavalli hanno disperatamente bisogno della compagnia di altri individui della stessa specie! Ficcatelo bene in testa e cerca di ricordarlo quando magari vorrei tornare indietro dai miei compagni perché con te da solo fuori in passeggiata non mi sento al sicuro.
Vogliamo parlare di Alimentazione?
Tu: “Ecco la tua pappa, buona eh, te la divori in un baleno!”
Ecco, appunto: qui siamo proprio all’assurdo! Il nostro apparato digerente è strutturato in modo da dover elaborare piccole quantità di foraggio alla volta per un lungo periodo, praticamente quasi l'intera giornata. I nostri habitat migliori sono distese piuttosto aride e pascoli poveri di varia natura, non campi lussureggianti… Maciniamo chilometri su chilometri su ogni tipo di terreno alimentandoci allo stesso tempo, insomma ci manteniamo in forma così. I cavalli dovrebbero mangiare frugalmente ma per molte ore, e muoversi, fosse solo per pascolare, in continuazione.
Per carità, non pretendo che si torni proprio al nostro stile di vita naturale ma, se è vero che possiamo adattarci a condizioni molto diverse, è anche vero che nutrirci con mangimi raffinati, granaglie e legumi troppo ricchi due volte al giorno è assolutamente deleterio per il nostro sistema digestivo. Oltre a provocare reflusso acido può portare a coliche, laminiti, ulcere o anche semplicemente un disagio che influenza le nostre prestazioni o il nostro umore. L'ondata di zuccheri sul nostro sistema ci rende ipertesi e spesso ci induce a comportamenti che in condizioni normali non penseremmo neppure ad avere. Praticamente, in un paio d’ore complessive sulle 24 della giornata consumiamo la nostra razione di fieno (che dovrebbe invece essere sempre presente) e mangimi… E poi? Sai cosa fanno i nostri liquidi gastrici quando lo stomaco è vuoto e non hanno più nulla da fare?
I sensi.
Tu: “Ma cos’ha questo cavallo? È proprio vero il vecchio detto: matto come un cavallo”
I nostri sensi sono molto diversi dai tuoi. Cerca di capire che possiamo sentire suoni e rumori che tu non puoi sentire, possiamo vedere cose che non puoi vedere, odorarne altre che non puoi odorare e percepire situazioni di cui potresti non essere mai consapevole. Ti sei mai soffermato a cercare di capire come funziona il nostro sistema olfattivo, visivo e via dicendo? E a cercare di metterlo in relazione con i nostri comportamenti? O solamente ad aspettare e rispettare i nostri tempi e le nostre soglie di paura? Santo cielo, mi pare il minimo! Quindi, quando abbiamo atteggiamenti di paura o apprensione solo APPARENTEMENTE senza motivo, prova ad accettare e a comprendere le nostre differenze!
Tu: “Sei proprio un fifone, hai paura anche della tua ombra!”
Il nostro pensiero, rispetto al vostro, è molto più "lineare", diretto… Se qualcosa ha ferito uno di noi, se qualcosa ha solo provato a fare del male a uno di noi, o se pensiamo che qualcosa possa ferirci, cerchiamo di evitarlo. Semplice no? In natura poi a volte non dobbiamo “pensare” nel vostro significato del termine perché… sarebbe già troppo tardi. Però siamo molto perspicaci e, se ci insegni nel modo giusto, impariamo a fidarci, apprendere nuove cose e a mitigare le nostre paure.
Ma se già siamo stressati o spaventati NON possiamo capire o imparare nulla di quello che vorresti insegnarmi o comunicarmi. Sempre che tu sappia comunicare in un modo per me comprensibile.
Così, se siamo spaventati da un qualcosa mentre ti trasportiamo, non è nostra intenzione spaventarti o ferirti. In effetti, può essere l'opposto. Nel nostro branco naturale, segnaliamo istantaneamente un potenziale pericolo per l’incolumità di tutti. Quindi, quando ci spaventiamo di qualcosa, nella nostra mente cerchiamo di salvarci e, magari, di salvare chi è con noi. Se capissi per tempo… oppure se avessi solo impiegato un po’ più di tempo PRIMA per costruire quel legame essenziale tra noi, e ci avessi spiegato che nulla può farci del male quando siamo fuori da soli, non ci saremmo impauriti così tanto.
Se senti urlare "AL FUOCO" in un cinema affollato ecco, quello che senti quando corri in preda al panico, non è diverso da quello che sentiamo noi quando qualcosa ci sorprende (soprattutto quando stiamo cavalcando con te sulle nostre spalle).
Il cavaliere.
Tu: “Al galoppo con il mio cavallo mi sento libero come il vento”
Eccoci all’argomento principe. Qui le frasi fatte si sprecano…Sì, dico proprio a te che ti dai tante arie: forse pensi di essere leggiadro/a come una libellula quando sei in sella al galoppo o salti un ostacolo ma io sento ben altro, fisicamente e mentalmente.
In natura non portiamo mai niente sulla schiena. Qui dobbiamo trasportare in groppa un peso che quasi sempre ci fa sentire goffi e sbilanciati. Spesso ti siedi su una sella non adatta alla nostra schiena, e ciò provoca ulteriori danni. Sei un peso che rallenta la nostra capacità di reagire fisicamente e di fuggire da un attacco di un potenziale predatore (ti ricordi la nostra natura di preda vero?). Di frequente il cavaliere non ha idea dei nostri naturali movimenti di locomozione e non fa nulla per agevolarli nel cavalcare, all’opposto, li intralcia; oppure, pur conoscendoli, se ne frega perché ha un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Le conseguenze sono talvolta disastrose: le zoppie indotte dal “cavalcatore” sono molte di più di quel che si pensi.
Senza dilungarci sul pezzo di metallo che ci avete messo in bocca e che, facilmente intuibile, crea molto dolore oltre a limitare la respirazione.
E meno male che ci vuoi tanto bene!!!
Ah, non abbiamo neanche i ferri ai piedi in natura e stiamo benissimo, il nostro passo è sicuro, i nostri arti sempre pronti in caso di necessità… E se, per esempio, siamo riluttanti a farci alzare e trattenere un arto da qualcuno di voi potrebbe essere perché, intrappolati in quella posizione, non siamo in grado di fuggire in un attimo così come ci ha insegnato madre natura. Essere in grado di correre all'istante per fuggire dal pericolo è il nostro principale mezzo di sopravvivenza. Pensaci la prossima volta che ti sembriamo restii a farci intrappolare un arto da un umano, e rassicuraci, dacci tempo.
Sesso.
Tu: “Forza sbrighiamoci!”
Noi non castriamo gli stalloni. Nel "nostro mondo" non abbiamo alcun conflitto emotivo o confusione su cosa sia un cavallo maschio o quali siano le sue responsabilità per la nostra famiglia e specie. Permettiamo ai giovani di osservare il nostro processo riproduttivo in modo che sappiano che è una parte della vita e qualcosa da accettare come normale invece di vivere un'esperienza sconosciuta, apprensiva, paurosa con uno stallone straniero che le cavalle non hanno mai incontrato prima (e viceversa). Più o meno come succede nella maggior parte dei vostri “allevamenti”, vero?
Tradizioni
Tu: Eh, ma si è sempre fatto così.
Quante volte avete sentito questa frase? Appunto! Perché continui a fare tutto questo generazione dopo generazione quando sarebbe così facile semplicemente comprendere la NOSTRA cultura, i NOSTRI istinti e il NOSTRO modo naturale di vivere e di percepire il mondo? È davvero così difficile per voi cercare di comprendere qualcosa di diverso dal vostro perverso modo di fare e pensare? Finora hai fatto tutto il possibile per rendere la nostra vita miserabile, caotica e snaturata mentre ti servivi spudoratamente di noi. Quando tutto potrebbe essere un piacevole percorso insieme!
Rispettare e cercare di comprendere ciò che è diverso, ciò che non si capisce del tutto è un processo molto interessante e di grande crescita interiore; un arricchimento che porta benefici a entrambi. Potrebbe, ma non è! Perché il profitto, l’ego e la smania di dominio sono caratteri prettamente umani (soprattutto maschili) e prevarranno sempre. In questa situazione predominante anche chi è animato dalle migliori intenzioni, spesso si adegua, perché… si è sempre fatto così. E così sempre si farà, almeno fin quando capirete che c’è dell’altro…
Cavalli “cattivi”.
Questa storia, con qualche rara eccezione, dura praticamente da sempre: per questo ci sono stati così tanti "cavalli cattivi", abusati, maltrattati e finiti male, oggi come allora; perché, generazione dopo generazione, avete continuamente cercato di stabilire una relazione di dominio e sottomissione che spesso è la causa principale di tutti quei problemi comportamentali con i cavalli di cui sono piene le cronache e i nostri ricordi.
Del resto noi siamo rimasti fondamentalmente IMMUTATI nei nostri cuori e nelle nostre menti per milioni di anni. Voi, invece, siete cambiati moltissimo, pensate di esservi evoluti in tutto nel tempo, soprattutto negli ultimi secoli… certo, forse dal punto di vista tecnologico o scientifico e via dicendo, ma non si può dire altrettanto sotto altri aspetti, in particolare quello empatico e spirituale; la vostra evoluzione prevaricatrice non ha tenuto conto degli “altri” esseri viventi, nel vostro “sviluppo” avete creato dei vuoti abissali, sia nella vostra interiorità sia tra voi e gli altri abitanti del pianeta, e con la natura in generale.
Il tutto quando invece potrebbe essere così semplice e armonioso.
Pensando a tutto il sangue, la sofferenza e l’incomprensione che ci avete inflitto
Firmato:
Pippo, uno dei tanti cavalli dei maneggi o centri ippici
NB: la direzione non si assume responsabilità se qualcuno si sentisse offeso o chiamato in causa da quanto segue; per qualsiasi lamentela o rimostranza rivolgetevi direttamente all’autore. Grazie
Nota finale: capisco che questo scritto descriva un panorama buio e non lasci molto spazio all’ottimismo ma, purtroppo, questa è la realtà che vive la maggior parte dei cavalli domestici. Vedremo, per la prossima volta, di chiamare in causa un cavallo più fortunato che ci spieghi se e come è possibile vivere una vita comunque piena e appagante assieme agli umani, in pace, e senza snaturarne l’indole.