Intervento di D'Alesio (Coord. Ippodromi)
alla Commissione Agricoltura
INTERVENTO di Attilio D'Alesio, presidente di Coordinamento Ippodromi, nella audizione della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Signor Presidente
Questo intervento è condiviso dagli Ippodromi (dodici) distribuiti su tutto il territorio nazionale ed associati al Coordinamento Ippodromi.
Premesso che come è a tutti noto la situazione della nostra Ippica è gravissima: senza riscuotere le nostre spettanze da oltre un anno, privi di qualunque prospettiva di rilancio, con in vigore un Decreto Interministeriale del 31 Gennaio scorso assurdo e che paradossalmente aggrava ulteriormente la situazione, senza punti di riferimento se non il dipartimento Agro Alimentare del Mipaaf, senza aver ancora visto costituito un rapporto formale di collaborazione tra il Ministero e la Rappresentanza Unitaria dell'Ippica che rappresenta l'intera Filiera: proprietari, allevatori, professionisti ed Ippodromi e che da tempo chiede la istituzionalizzazione di una “ Consulta Ippica Tecnica”.
Insomma una situazione completamente allo sbando dopo l'improvvisa chiusura dell'Assi ex Unire, avvenuta per Legge lo sorso agosto: una Legge che ha chiuso un Ente pubblico di secondo livello che ha governato il settore per oltre 70 anni; un Ente molto simile al Coni, in quanto il legislatore nel nostro Paese ha sempre ritenuto meritevole di tutela pubblica sia lo sport che l'ippica e questo noi lo consideriamo un grande valore della nostra Storia.
Nell 'affrontare quindi il tema della necessaria riforma dell'ippica Italiana non si può prescindere da questo principio: LA CONFERMA DELLA TUTELA PUBBLICA.
A questo si aggiunge che su 43 Ippodromi italiani ben 30 sono di proprietà pubblica: Comuni e Regioni (2); ed in questo senso si auspica un coinvolgimento costruttivo con Anci e Conferenza delle Regioni; gli altri 13 Ippodromi sono di proprietà privata e quindi anche di questi importanti investimenti privati dovrà tenersi conto nel progetto futuro di Riforma..
Sul tema Ippodromi potremmo ricordare le chiusure di Roma Tor di Valle, di Milano Trotto, di Napoli, di Padova, di Livorno etc ma questo argomento meriterebbe una audizione specifica per approfondire le cause di quelle chiusure e le prospettive di un loro eventuale rilancio, anche in linea con le scelte urbanistiche e non solo , adottate dai vari Comuni e dalle scelte delle rispettive Proprietà.
Per quanto sopra e soprattutto perché non è pensabile che l'ippica italiana possa
Continuare ad essere amministrata da un Dipartimento Ministeriale, è necessario ed urgente lavorare su un testo di Riforma Condivisa, come concordammo nella passata Legislatura con l'On.le Russo e con il Sen. Scarpa Bonazza e come abbiamo concordato la settimana scorsa con il Presidente Formigoni.
Nel merito alle proposte di Legge presentate noi concordiamo sui seguenti "principi"richiamati da tutte e tre le proposte:
1- Tutela pubblica: vigilanza e controllo esercitato dai Ministeri agricoltura e Finanze.
2- Istituzione di un soggetto no-profit per la gestione tecnica e sportiva affiancato e sostenuto da Enti tecnici o Federazioni o Commissioni tecniche.
Che questo Soggetto si chiami Unione Ippica o Consulta o Lega è assolutamente indifferente.
3- Costituzione di una Governance espressione dell'intera Filiera Ippica.
Questi tre principi sono presenti in tutte e tre le proposte e sono da noi ampiamente condivisi.
Riteniamo inoltre opportuno esprimere la nostra opinione decisamente contraria in merito ad alcuni punti, presenti in qualche articolato e proporre alla vostra attenzione, alcune nostre riflessioni e proposte:
1 - È impensabile suddividere gli Ippodromi italiani in: Ippodromi di interesse nazionale ed Ippodromi di interesse locale come purtroppo viene fatto in due proposte di Legge. Tutti gli ippodromi infatti sono di interesse nazionale e locale.
.
Gli Ippodromi dovranno essere “inquadrati” rispetto al loro "ruolo" con una procedura Scientifica e Condivisa, gestita dal Ministero delle Politiche Agricole.
2 - Con i Concessionari dei Giochi ci deve essere per Legge, come c'era nel 1998, una incompatibilità per evidente conflitto di interesse, salvo le situazioni in essere, come peraltro prevedeva la sopracitata Legge. I Concessionari facciano il loro lavoro di venditori delle scommesse ippiche e noi facciamo il nostro lavoro di organizzatori del prodotto corse. È evidente che non si possono mescolare i ruoli.
3 - La Convenzione con gli Ippodromi deve essere fatta e gestita dal Ministero, che addirittura stà ancora aspettando il parere del Consiglio di Stato sulla natura giuridica di tale rapporto convenzionale.
4 - Gli Ippodromi non possono trasformarsi per Legge in Casinò, ma devono essere dei teatri aperti ai bambini, ai giovani ed alle famiglie, per lo svolgimento delle corse, per il tempo libero e per tutte le iniziative culturali e spettacolari che ogni ippodromo promuoverà per avvicinare il grande pubblico ai cavalli.
Poi se a livello locale un Ippodromo avrà le necessarie autorizzazioni per ospitare slot machines, Bingo, Poker etc. quella sarà una sua scelta ed una scelta delle Istituzioni Locali..
5 - le risorse per sostenere l'ippica derivano tutte e da sempre dallo Stato: dall'erario e da contributi speciali e così è anche per l'anno in corso (250 milioni complessivi) e sarà così fino a tutto il 2015 come previsto dal Bilancio di previsione del Mipaaf.
Questo sistema di finanziamento pubblico dovrà essere “ottimizzato” puntando a far crescere la passione e l’amore per i cavalli, a migliorare le scommesse ippiche (che non sono un gioco), migliorando il prodotto corsa e l’accoglienza negli ipodromi, potenziando il sistema televisivo e realizzando finalmente il famoso totalizzatore unico.
6 - Si preveda una percentuale su tutti i giochi a favore dell'ippica, come peraltro è già stato fatto in Francia ed in tal senso crediamo che il modello ippico francese possa rappresentare un punto di riferimento.
7 - Per la costituzione del nuovo "soggetto" di governo dell'ippica si prenda a riferimento la struttura delle Federazioni Sportive. .
8 - Nella Governance sia prevista la presenza di tutte le componenti la filiera ippica in modo paritario ed equilibrato.
Per rendere più concreto e costruttivo questo intervento abbiamo lavorato sui tre testi presentati e ne abbiamo fatto una sintesi che vi consegniamo e che vorremmo poter discutere più dettagliatamente in un prossimo incontro con gli On.li Faenzi, Lattuca e L'Abbate, relatori delle tre proposte di Legge.
Quanto sopra al fine di giungere, come ricordavamo in premessa, ad un testo di riforma condiviso tra le Commissioni Parlamentari e le parti sociali della intera filiera ippica.
Questo è il nostro obiettivo e nonostante i tanti diversi, o presunti tali, interessi, le tante assurde divisioni, antiche incomprensioni, e la reale difficoltà a comprendere la complessità della nostra ippica, noi continuiamo ad essere ottimisti.
Signor Presidente, noi siamo pronti a dare il nostro contributo ed aspettiamo una Sua proposta concreta ed operativa di lavoro.