Il viaggio nell'Equitazione Etica parte da Bollate
Il 10 e 11 giugno presso la Seconda Casa di Reclusione di Bollate si è svolto “L'Inizio del Viaggio nell'Equitazione Etica”, stage formativo organizzato da Barbara Valentino (tecnico di Equitazione Etica). La Casa di Reclusione di Bollate ospita infatti una scuderia nella quale vivono cavalli che hanno subito abusi, sono stati sottratti alla criminalità o sono più semplicemente a fine carriera e bisognosi di una casa. Come racconta Claudio Villa, ideatore e fondatore del progetto Asom (Associazione Salto Oltre il Muro) la scuderia è un luogo di incontro privilegiato per i detenuti che qui hanno la possibilità di avere a che fare con persone esterne e di acquisire determinate competenze. Per i detenuti la relazione con i cavalli è di forte impatto emotivo: abbandonando ogni aggressività si crea una relazione nella quale bisogna sempre essere presenti a se stessi e rispettosi dell'altro.
Dalla collaborazione tra Claudio e Barbara è nata l'idea di far sì che proprio la scuderia di Bollate ospitasse questo corso, fiduciosi che fosse il luogo ideale per parlare dell'importanza della comunicazione e della relazione, creando una piccola comunità tra cavalli, partecipanti e detenuti che per due giornate si sono confrontati con l'Equitazione Etica.
Abbiamo chiesto a Barbara Valentino di spiegarci meglio il cuore di dell'Equitazione Etica e di raccontarci l'esperienza a Bollate:
Che cos’è l’Equitazione Etica? Cosa cerca di promuovere?
B.: L’Equitazione Etica si differenzia da tutti gli altri metodi e tecniche equestri, perché pone l’attenzione sul modo di approcciare il cavallo anziché sull’applicazione di una disciplina o tecnica. Essa nasce da un connubio di studi di etologia, zooantropologia, scienze cognitive e dall’osservazione diretta di cavalli che vivono in modo naturale. L’obiettivo della Scuola, creata da Andrea Montagnani, è quello di promuovere l’attenzione al benessere del cavallo, riconoscendolo come persona equina, dotata di una mente in grado di ragionare e provare emozioni. Punto saldo e condiviso da tutti i tecnici di Equitazione Etica è l’importanza di garantire al cavallo una vita che gli consenta di soddisfare le proprie necessità di specie, vivendo in branco, scalzo e in grandi spazi aperti, in cui potersi muovere liberamente e creare relazioni sociali con i conspecifici. L’umano che si approccia al cavallo ha la responsabilità di creare un clima di condivisione positiva nell'interazione con lui, ponendosi come scopo quello di fargli vivere esperienze positive e piacevoli. In quest’ottica, il focus, nel momento in cui siamo con il cavallo, non è su “cosa” facciamo, ma sul “come” lo facciamo, e la relazione diventa il punto di partenza per affrontare delle sfide insieme.
Quali sono i temi de “L’Inizio del Viaggio nell’Equitazione Etica”?
B.: “L’Inizio del Viaggio nell’Equitazione Etica” è un corso di base diretto sia alle persone che desiderano avvicinarsi per la prima volta al cavallo, in modo sensibile e rispettoso, che a chi già pratica equitazione ed è interessato a comprendere meglio tanto come il cavallo comunica, quanto come l'uomo può comunicare con lui. Il corso è teorico-pratico: durante le parti teoriche si parla dei principi di base dell’Equitazione Etica: emozioni, motivazioni di specie, etologia equina, relazione e comunicazione.
Nelle parti di attività pratica invece i partecipanti hanno la possibilità di sperimentare l’interazione con un branco di cavalli liberi, imparando ad osservare il modo in cui comunicano e a comprendere i loro legami sociali. Le attività di interazione con il cavallo prevedono parti di relazione da terra (classi di socializzazione, giochi, attività cognitive e altro) e da sella. I cavalli vengono montati rigorosamente senza imboccatura e altri strumenti coercitivi. Nelle attività da terra, quanto in quelle da sella, viene chiesto ai partecipanti di prestare attenzione al prendersi cura del proprio partner equino, cercando di fargli vivere emozioni piacevoli e accompagnandolo con sensibilità nell’affrontare le proprie paure e difficoltà. Tutte le attività vengono svolte in branco.
Le persone che hanno partecipato hanno apprezzato il corso? Cosa gli è piaciuto di più?
B.: Tutti i partecipanti sono rimasti entusiasti delle esperienze che abbiamo vissuto. Hanno apprezzato moltissimo vivere un approccio nuovo e più consapevole al cavallo. Inoltre si è creato un forte legame tra i partecipanti del corso, questo ha dato loro ulteriore forza e motivazione e ha inoltre consentito di lavorare in un clima sereno, di condivisione e supporto reciproco. Sono state molto apprezzate le attività che abbiamo fatto da terra: proporre oggetti nuovi ai cavalli, camminare insieme alla ricerca di qualcosa di interessante, fare le bolle di sapone nel branco…
I ragazzi ospiti del carcere hanno in qualche modo partecipato alle attività del corso?
B.: Sì, hanno preso parte ascoltando, con attenzione e curiosità, le parti di teoria. Nelle attività pratiche ci hanno supportato aiutandoci nella gestione degli spazi e delle attrezzature, si sentivano in qualche modo padroni di casa ed erano volenterosi di assecondare le nostre esigenze, mostrandoci quello che nei mesi di corso da artiere avevano imparato. Ci sono stati anche diversi momenti comuni, come il pranzo, in cui siamo stati tutti insieme in un clima di serenità e condivisione.