Il tatto equestre e l'intelligenza del cuore
La prima volta che sentii del "tatto equestre" fu a uno stage di Philippe Karl. Sul momento non mi soffermai particolarmente sul significato, consideravo il tatto equestre come una sorta di tempismo nella capacità di formulare le richieste al cavallo e esercitarle correttamente sotto forma di pressioni. Oggi credo che questa dote non riguardi semplicemente il tatto del cavaliere ma piuttosto un senso extra , quello del cavallo, che ognuno di noi può sviluppare e coltivare.
Anni dopo parlando con una brava e appassionata insegnante di scuola superiore mi rimasero impresse le sue parole. Mi disse che a scuola un gruppo di ragazzini molto bravi a calcio prendevano in giro un compagno piuttosto modesto nello sport, non perfettamente integrato nel gruppo ma molto sensibile e intelligente. Lei insegna ginnastica e scelse di svolgere diversamente la successiva lezione. Spiegò agli alunni che esistono diversi tipi di intelligenza e che quelle più importanti non sono necessariamente le più popolari nella nostra società`.
Disse che chi il calciatore possiede un’intelligenza del piede, il chirurgo l`intelligenza della mano, il cantante quella della voce e chi riesce a mettersi nei panni degli altri e ha la sensibilità di comprenderli e rispettarli possiede l`intelligenza del cuore. Questa è la più importante e ricca di tutte le intelligenze, in assoluto supera tutte le altre.
Trovai subito il parallelismo nel mio modo di vedere l’equitazione: l’intelligenza del cuore di cui parlava è la base su cui sviluppare la tecnica equestre.
Il tatto equestre è la capacita di mettersi nei panni del cavallo e agire di conseguenza, non può esistere senza ascolto e, a mio parere, non si limita all’applicare e togliere pressioni. Se vogliamo condizionare un cavallo velocemente ci basterà avere tempismo, ma se vogliamo addestrarlo senza togliergli la luce che ha dentro, la sua esuberanza nella volontà e fiducia di seguire la nostra guida dovremmo sviluppare doti più profonde.
Come possiamo dimostrare al cavallo empatia nei suoi confronti ? Dobbiamo restare in ascolto e dimostrargli con i fatti che lo vediamo.
Nella pratica ? Valutare bene le sue capacita fisiche e di apprendimento nel momento in cui ci troviamo, comportandoci diversamente con un cavallo giovane da uno anziano, uno in lavoro rispetto a un cavallo che deve riprendere l`attività dopo una lunga pausa. Adotteremo programmi diversi per cavalli esuberanti rispetto a cavalli da motivare, lasceremo possibilità di sfogo ad un cavallo represso prima di richiedergli concentrazione . Non lo metteremo per nessuna ragione in difficoltà con richieste troppo difficili nella fase di addestramento in cui ci trova, non gli chiederemo di svolgere per noi compiti o affrontare situazioni se non quando sarà nelle condizioni di riuscire con successo.
Le priorità e gli scopi del lavoro varieranno in base alle esigenze del cavallo. È spaventato ? E` demotivato, affaticato o a disagio ? Si sente parte di una squadra proponendoci o chiedendoci del prossimo esercizio ?
A uno stage una ragazza mi chiese come facciamo ad accorgerci quando il cavallo ha bisogno di una pausa o come facciamo a non esagerare nella difficoltà delle richieste che effettuiamo. La risposta risiede nel nostro tatto equestre. Rimaniamo in ascolto del cavallo e alleniamoci su questa qualità, sarà allora molto difficile non accorgerci del senso di affaticamento o disagio del cavallo. Avremo fatto nostro questo sesto senso quando saremo in grado di comunicare e progredire nell`addestramento senza mai mettere in difficoltà il nostro partner rendendolo entusiasta e gioioso di collaborare con noi.
Un horse-man molto famoso usa queste parole “ Quando sei con il tuo cavallo metti il cuore nelle tue mani”. L`ho sempre interpretato come “ ama il tuo cavallo prima di toccarlo e fai in modo che lui lo senta”, ora so che amare significa comprenderlo e fargli capire attraverso le nostre attenzioni e azioni quanto teniamo a lui, essere responsabili per lui. Se riusciamo in questa responsabilità e capacità di guida, il cavallo, animale sociale per natura, cercherà spontaneamente la partnership con noi.
Se riusciamo a comprendere il cavallo e ad agire attraverso il nostro cuore possiamo guadagnare la sua stima, a quel punto, imparare il giusto tempismo nell`applicare le pressioni e nel premiarelo è solo una questione di allenamento. “ Senza amore non si può creare un’opera d’arte” - Nuno Oliviera, nulla di più vero in equitazione.
Giulia Gaibazzi www.equitazioneinarmonia.it