Il “moderator dog”: quando è il cane a insegnare agli altri cani
Forse saprete che esistono nel meraviglioso universo dei cani dei soggetti chiamati “cani moderatori”. Ma che cosa significa? Che cosa fanno, nella pratica, questi soggetti? Inoltre si tratta di un metodo riconosciuto e davvero funzionante?
Per capirlo sono andata a trovare un istruttore cinofilo esperto in questa materia: Luca Santamaria. Lo raggiungo presso il suo centro “Family Dog’s”, non senza perdermi un paio di volte, per le campagne dell’entroterra pisano.
Sono in compagnia del mio inseparabile bracco, ovviamente, e Luca ci accoglie insieme a Medea, un’elegante signora, originaria di una particolare regione francese, la Beauce: è una fiera Beauceron. Scodinzola, e poi si siede ai piedi del suo umano lasciando il bracco alla sua attività preferita: annusare ogni angolo del campo.
Luca mi spiega che si è avvicinato al mondo della “socializzazione interspecifica” fin da bambino, grazie a suo cugino, Giuseppe Distefano, che gli ha insegnato il metodo “moderator dog”; nel 2010 si è specializzato in tecniche e metodologie di socializzazione e comunicazione del cane domestico. Quando si è trasferito dalla Sicilia in Toscana, accogliendo una cucciola di pastore di Beauce, Sheila, ha iniziato a frequentare la Scuola d’Interazione Uomo Animale (SIUA) nella sede di Bologna, diplomandosi come educatore cinofilo FICSS e CSEN.
“Il mio sogno è quello di diffondere una corretta cultura cinofila – mi racconta Luca sotto lo sguardo vigile di Medea – attraverso metodi che rispettino la natura del cane rendendo quest’antica convivenza il più serena e leale possibile”.
Gli chiedo di spiegarmi meglio come funziona l’educazione con approccio etologico cognitivo, messa in pratica attraverso non soltanto l’operato di un essere umano, ma con l’aiuto appunto di un altro cane: “il cane moderatore”.
“L'obiettivo principale – continua Luca – è quello di formare un soggetto equilibrato, con uno stato psicofisico ottimale, e di rafforzare la relazione con la famiglia di appartenenza. In Family Dog’s, studio ed esperienza hanno permesso di adottare metodi focalizzati sulla libertà di espressione del cane. Da anni siamo pionieri, nella provincia di Pisa e non solo, di un approccio che vede i cani adulti regolatori come protagonisti del processo di apprendimento”.
Ma come funziona esattamente, che cosa fa un cane regolatore? Gli chiedo.
“In concertazione con i cani regolatori, facciamo in modo che il cane da educare si senta libero di esprimersi e che, grazie all’aiuto del suo referente, umano o animale, possa imparare in maniera naturale a relazionarsi al mondo esterno. Gli adulti regolatori permettono un apprendimento pratico dei comportamenti sociali da mantenere; con questo approccio i cani possono agire grazie al ragionamento. È questo che contraddistingue questo metodo da quello comunemente inteso come ‘addestramento cani’. Gli amici a quattro zampe non imparano a compiere manovre meccaniche o ad eseguire comandi. Al contrario, riescono a valutare situazioni e comportarsi in maniera corretta di conseguenza”.
È un approccio molto affascinante, e pare davvero strano che sia così raro poterlo vedere applicato, dato che fu Konrad Lorenz stesso, a metà del secolo scorso, a sostenere “Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L’essere umano non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva”. Perché mai, dunque, dubitare che un cane sia perfettamente in grado di decidere come comportarsi in una data situazione, a maggior ragione se a suggerirglielo è un suo simile, che ha già acquisito quella competenza e la mette a disposizione del compagno?
“Proprio così. L’adulto regolatore o moderator dog, è un cane con un ottimo profilo emozionale che, lasciato libero di coltivare la propria indole fin da piccolo, ragiona, analizza e decide in modo completamente autonomo, e non solo. È pronto a modificare il suo approccio, laddove il soggetto interlocutore (uno o più di uno), la situazione o l’ambiente lo richiedano e lo consentano. Sono fondamentali nell’educazione di altri cani, poiché influenzano positivamente la capacità di comunicare e perché riescono a stabilire effetti immediati all’interno di un gruppo”.
Verrebbe quasi da pensare che in questo ambito di comunicazione l’essere umano sia inutile o quantomeno resti estraneo dal processo che si innesca…
“L'istruttore cinofilo senz’altro coadiuva il processo di apprendimento, facendo in modo che i cani possano sentirsi sicuri all’interno dello spazio sociale e fisico.
Il nostro obiettivo è assecondare la natura dei cani, facilitando la comunicazione durante le fasi di gioco, di socializzazione e di rieducazione nei soggetti difficili, ottenendo ottimi risultati, con modificazioni comportamentali permanenti”.
Io osservo il mio bracco in piena agitazione perché ha scoperto che nel giardino a fianco, beate e ignare del fiero predatore, due gallinelle, poi guardo Medea che resta accovacciata e tranquilla senza curarsi del gran da fare che si dà il suo collega canide e mi chiedo se stia pensando che sia un caso irrecuperabile…
Luca mi consola, dicendo che è solo stanca, dopo una giornata di lavoro, e ha compreso che il mio Cirano è solo un ospite e non un “caso da osservare”, e poi tutto sommato le galline sono al sicuro e lui non può fare nulla di male.
Del resto sembra aver compreso anche lui la filosofia del posto: in Family Dog’s ogni cane è libero di esprimersi, sia nella relazione con i conspecifici che nel rapporto con le altre specie, uomini o animali (galline in questo caso) che siano.
Prima di salutare Luca e Medea, ringraziandoli del loro tempo, Luca mi racconta le varie attività che vengono fatte utilizzando questo metodo, che spaziano dall’asilo, ai gruppi di socializzazione, sia per cuccioli che per adulti, entrambe queste attività servono a rafforzare o estinguere alcuni comportamenti migliorando le loro strategie comunicative. Il tutto coadiuvato da adulti regolatori e professionisti nella socializzazione.
Ci sono poi corsi di formazione, per chi desidera saperne di più attivando un percorso educativo che non prevede l'utilizzo di coercizione e rinforzi alimentari, ma solamente facendo esprimere in maniera corretta la socialità del soggetto e spiegando al proprietario come “ascoltare” il proprio cane.
E ancora: pensione educativa, pet therapy, recupero comportamentale, oltre ad attività di promozione della zooantropologia applicata alla didattica per migliorare la relazione del bambino con l’animale, insegnargli il corretto approccio ed educarlo al rispetto e alla diversità del mondo animale.
Insomma, quando si ha a disposizione un ottimo cane moderatore non c’è nulla da temere: potrà aiutarvi a spiegare al vostro cane qualsiasi cosa. O quasi. Che Medea insegni a Cirano che non si inseguono le galline la vedo durissima… ma potremmo sempre provarci!