Il primo oro italiano per l'equitazione alle Olimpiadi
In occasione della presentazione, presso la Sala Giunta del CONI del libro dal titolo “Parigi 1900, i primi allori italiani – Storia di un cavaliere che si scoprì olimpico”. Cavallo2000 offre ai suoi lettori la recenzione del volume curata da Maurizio Soverchia.
Stavolta una bella sorpresa in uno splendido libro, piccolo di formato e di pagine, ma ricchissimo di fotografie, documenti, narrazioni, scoperte: "Parigi 1900, i primi allori italiani. Storia di un cavaliere che si scoprì olimpico" (Giorgio Bottalo Trissino dal Vello d'Oro. Editoriale Delfino, Milano, 2024, Euro 22,00).
In sintesi è la storia del ventiduenne cavaliere vicentino, il sottotenente Gian Giorgio Trissino, scritta dal bisnipote che porta il suo stesso nome. Trissino conquistò la prime medaglie olimpiche italiane della storia, nella Seconda Olimpiade di Parigi: un argento e un oro.
Le Olimpiadi di Parigi, per quanto riguarda l'equitazione, furono un avvenimento insolito in qualche misura, in quanto i risultati di quelle competizioni furono accettati come "olimpici" solo dopo lunghe discussioni. I Giochi Olimpici moderni ancora cercavano un assestamento per quanto riguarda le attività sportive da praticare, che erano le più disparate, addirittura era prevista la pesca con la canna e il tiro alla fune....come in una fiera! Non venivano consegnate medaglie ai vincitori, ma coppe, trofei di vario tipo e anche premi in denaro.
Trissino si era formato essenzialmente alla Scuola Militare di Pinerolo, da cui uscì nel 1898. Il suo maestro istruttore era stato Federigo Caprilli, di nove anni più anziano, che lo seguì a Parigi, come amico e allenatore. Caprilli volle candidare Trissino ai "concours hippiques" della capitale francese, che si disputarono in tre giorni, tra la fine di maggio e i primi di giugno, I due arrivarono il 27 maggio, con i tre cavalli - tre hunter irlandesi - che Caprilli aveva scelto per le gare, dotate di ricchi premi in denaro.
Il 29 maggio Trissino arrivò quarto nel salto a ostacoli, il 31 secondo nel salto in lungo. Il 2 giugno si disputò la gara del salto in altezza, alla quale Trissino si presentò con i due cavalli con cui aveva gareggiato nei giorni precedenti. Allora ogni concorrente poteva gareggiare con più cavalli, cosa oggi non consentita. Nella prima prova il cavallo Melopo toccò un ostacolo a 1,80 m e fu squalificato, ottenendo il quarto posto.
Trissino quindi utilizzò Oreste, il suo cavallo preferito, e si qualificò per la finale superando 1,85 m. Erano rimasti in due: lui e il cavaliere francese Dominique Maximien Garderes. Arrivarono pari e il primo premio di quattromila franchi fu diviso in due.
Trissino e Caprilli restarono amici e gareggiarono insieme numerose volte, fino alla morte di Caprilli nel 1907.Per ironia della sorte Trissino, scomparso nel 1963, non seppe mai di essere stato un campione olimpico, dato che Il Comitato Olimpico Internazionale assegnò il riconoscimento ufficiale di "gara olimpica" alle competizioni sportive di Parigi solo nel 1992.