Il cavallo vero protagonista del nostro sport
Gli ambienti equestri e la filosofia con cui si percepisce questo mondo sono molteplici e molto differenti: oggi voglio parlarvi della mia visione, quella cioè in cui l'equitazione (e tutto ciò che vi gira attorno) è al servizio del cavallo e non viceversa.
Questa visione, comunque diffusa tra molti proprietari e professionisti, si basa su un sincero amore per l'animale, considerato come un individuo a cui riconosciamo il grande supporto che apporta alle nostre vite. Questo significa che, prima di tutto, considerare il cavallo in questo modo appaga noi proprietari, infatti le cure e i sacrifici che compiamo ogni giorno fanno stare bene noi oltre che lui. Semplicemente, gli vogliamo bene e sforzarci di curaro al meglio delle nostre possibilità fa stare bene anche noi. Come si dice, “se ami qualcuno vuoi il suo bene”. Questo sentimento ha come base la gratitudine verso i nostri cavalli, per averli al nostro fianco e per la loro capacità di arricchire le nostre vite.
Sono concetti che possono fare un po' ridere chi non ha mai provato questi sentimenti per un animale ma, si sa, i cavalli sono una vera e propria “malattia” per noi! Fatta questa premessa, sembra quasi superfluo rispondere alla prima domanda, il cavallo è un mezzo o il protagonista del nostro sport? Per quanto mi riguarda, è assolutamente protagonista: lui è al centro della mia passione e della mia professionalità; gli riconosco di essere al mio fianco per una mia scelta volontaria e quindi mi sento estremamente responsabile per lui. Questa consapevolezza è ciò che mi motiva ogni giorno nel mio lavoro di trasmettere come mettere in pratica questo concetto a proprietari e a futuri proprietari di cavalli e, dato che mi occupo di equitazione mi spinge ad insegnare come la pratica equestre possa essere d'aiuto al cavallo e quindi al binomio nel suo insieme.
L'equitazione è solo un tassello del nostro rapporto con il cavallo, infatti altri aspetti entrano in gioco nella nostra relazione, come il suo stato di benessere generale, lo stile di vita e come ci relazioniamo con lui. Negli anni ho compreso che la qualità della pratica sportiva è essenzialmente proporzionale al livello di benessere del cavallo, per questo prima di parlare di equitazione mi accerto sempre che il cavallo viva in un ambiente dove stia bene e dove gli sia data la possibilità di esprimersi nelle sue esigenze etologiche fondamentali -socialità intraspecifica, possibilità di movimento autonomo in uno spazio adatto e corretta alimentazione- . In termini di priorità possiamo quindi dire che quando l'ambiente gli permette un certo livello di benessere, allora possiamo concentrare le nostre attenzioni sul praticare un'equitazione che sia veramente utile e appagante per entrambi. Che l'attività sia piacevole e utile ad entrambi non è solo un sogno ma è assolutamente possibile, auspicabile e, per quanto mi riguarda, è il vero obbiettivo dell’equitazione.
Tornando all’equitazione, il mio scopo è che cavallo e cavaliere finiscano ogni interazione o sessione di allenamento felici, motivati e rafforzati nel loro rapporto insieme. Questo è da tenere ben in mente quando ci chiediamo come rendere possibile che il cavallo si senta protagonista compreso e appagato nella relazione insieme, significa essenzialmente che dobbiamo riuscire a fargli apprezzare ciò in cui lo coinvolgiamo.
Quando non lavoriamo, ma svolgiamo solo attività “ricreative” insieme (portarlo a pascolare, camminare ed esplorare insieme, fargli coccole e grattini…) è abbastanza facile, ma come fare quando si tratta di allenamento o addestramento? In fase di nuovi insegnamenti, ancora, è abbastanza facile rendere felice il nostro cavallo, infatti, utilizzando le tecniche giuste, possiamo motivarlo a trovare soluzioni, rispondere a quesiti, e a farlo in modo tale che si senta vincitore ad ogni risposta corretta che da alle nostre domande. Utilizzando senza errori i premi, organizzando intelligentemente le sessioni di insegnamento, cioè in maniera semplice e stimolante per il cavallo, lo metteremo nelle condizioni di apprendere con entusiasmo.
Ovviamente dobbiamo conoscere bene il nostro amico, capire cosa gli piace per utilizzare efficacemente le motivazioni e farne un bilancio equilibrato con ciò invece che lui considera demotivante.
Ci saranno cose che non ama particolarmente, come ripetere uno schema o un esercizio più impegnativo, ma se sapremo controbilanciare queste azioni con motivazioni maggiori, provandogli che anche una cosa più difficile ha una sua convenienza che la rende interessante in quanto gli permette di raggiungere un valido premio, per lui “il gioco varrà sempre la candela”. Si tratta quindi essenzialmente di saper bilanciare molto bene le motivazioni con le demotivazioni affinchè sia sempre facile per lui fare la scelta di assecondarci (è questo che lo fa sentire vincitore e non vinto) anche quando gli si richiederà un certo sforzo, perché sarà comunque inferiore al vantaggio che ne potrà trarre.
Giulia Gaibazzi www.equitazioneinarmonia.it