Gli ippodromi e la sovvenzione dello Stato
Preg.mi Maria Lucia Galli e Rodolfo Galdi,
questa volta Vi scrivo in merito alla recente puntata di No Problem... Ippica, annunciata con un’informazione sugli ospiti presenti anche sul Vostro sito.
Ammetto di non seguire con assiduità questo programma trasmesso sul canale 220 UNIRETV, ieri sera, per una serie di circostanze che è inutile spiegare, ho avuto modo di vederlo, dalla sigla iniziale sino alla fine.
Spero di aver mal interpretato alcune affermazioni del dottor D’Alesio, il quale mi pare di aver capito abbia affermato di ritenere sia una “novità” l’utilizzo del termine “sovvenzione” accostato ai contributi che ricevono gli ippodromi, così come confido di aver mal interpretato il silenzio degli altri partecipanti alla trasmissione, mi riferisco in particolar modo al giornalista Luigi Migliaccio e al Consigliere ANACT Carraretto, che non sono intervenuti per correggere queste affermazioni “assolute” del presidente del Coordinamento Ippodromi.
Mi permetto, nonostante anche in trasmissione il D’Alesio abbia invitato Carraretto, con toni decisi, a parlare solo di trotto e allevamento senza invadere il campo di sua competenza, gli ippodromi appunto (pur essendo il sottoscritto un signor nessuno che probabilmente dovrebbe tacere anche di allevamento e di trotto) di far notare che la sentenza del Consiglio di Stato dell’ottobre del 2014, voglio sottolineare Consiglio di Stato e 2014, avesse già ampiamente introdotto in modo chiaro, autorevole oserei dire quasi inappellabile, il termine “sovvenzione”.
Vi propongo uno stralcio di quella sentenza (che probabilmente lo stesso D’Alesio commentò, considerato che praticamente quotidianamente trova spazio sui media per le sue esternazioni)
“… i servizi resi dalle società di corse e i finanziamenti trasferiti dal bilancio statale non si configurano come due controprestazioni dedotte nell’ambito di un rapporto concessorio …. La correlazione non misura una prestazione economica che incorpora costi di gestione e rischio operativo ma si configura in buona sostanza come una sovvenzione che il soggetto pubblico si impegna a trasferire nell’ambito di un rapporto di natura autorizzatoria per la gestione di un servizio, di rilievo pubblicistico, connesso alla organizzazione delle corse dei cavalli …”
Quindi non trovo strano nè una novità che oggi la parola sovvenzione sia stata introdotta in modo chiaro nel documento che riguarda appunto le sovvenzioni per gli ippodromi, probabilmente questo eviterà il ricorso ad una nuova consultazione del Consiglio di Stato.
Trovo invece strano che gli spettatori della trasmissione No Problem Ippica, cha non fossero stati a conoscenza della sentenza del 2014, abbiano preso per “buone” le dichiarazioni di D’Alesio, alla luce del fatto che nessuno tra i presenti in studio abbia sollevato la minima correzione.
Grato per l’attenzione, in attesa di conoscere da Voi se ho mal interpretato le parole di D’Alesio porgo i miei più cordiali saluti.
Alberto Bonati