Giulia e Keepy: un incontro che cambia la vita
Quello che ho imparato negli anni è ad andare avanti per la mia strada come fa la gocciolina d’acqua che passa nella roccia. Prima di tutto ho imparato a sognare, e poi che con la determinazione e la perseveranza, ma anche con la pazienza, posso realizzare i miei sogni, come la goccia d’acqua appunto che alla fine passerà la roccia.
I miei cavalli sono parte della mia famiglia e nell’ultimo anno mi sono messa alla ricerca di un nuovo membro. Ma chi scegliere come compagno di una vita? Ho una innata, forse malsana, tendenza alla praticità, perseguo scopi dopo scopi e forse dovrei imparare proprio a fare le cose per il semplice fare, senza pensare. Insomma, decisi di fare la mia scelta perché fosse consapevole e utile ai cavalli e alle persone che li amano: cercare un cavallo scartato dal suo ambiente per dargli vita nuova, documentandone il percorso. Il cavallo con cui ho più affinità emotiva e caratteriale è il Purosangue Inglese, sensibile al punto che la differenza tra la loro reazione difensiva o di apertura, e quindi amore incondizionato, è sul filo di un rasoio. Siamo affini, mi riconosco in questo, e con loro mi trovo nella sfera dell’intimità e dell’ascolto reciproco, quella appunto dell’amore.
Allo stesso tempo, di questi principi e principesse svenduti a basso prezzo quando non fanno i tempi alle corse, ve ne sono tantissimi, tutti cercano disperatamente casa e con essa un futuro che non sia lo strazio che a volte li attende, utilizzati per corse minori, clandestine, o per la carne (abusivamente ovviamente). Comunque, il mio ultimo amore è finito nel più tragico dei modi, una eutanasia la scorsa estate, ed io avevo troppa paura a riprendere un cavallo scartato dalla pista, una paura irrazionale e profonda.
Cercai tra i cavalli scartati e ingranati da altre discipline sportive. Ne conobbi molti, alcuni che mi rimarranno nel cuore, come il saltatore inmontabile di 5 anni, baio scuro, di cui il cavaliere voleva disfarsi, ma non certo dandolo a me. Saputo che il mio progetto prevedeva documentarne la riabilitazione, anche cambiando il nome per rispetto della privacy, questi cavalli dal dubbio futuro mi venivano allontanati. Oppure mi si chiedevano cifre assurde per soggetti totalmente ingranati e pericolosi, confermandomi che si tratta solo di beni di lusso che possono marcire in un box ma di cui il facoltoso proprietario non abbassa il prezzo. Non pensavo certo di non pagare un cavallo, ma neppure di pagare cifre assurde per uno totalmente da recuperare. Brutto mondo quello equestre, “Gli vogliamo tanto bene, come a un figlio, sei l’unica persona a cui lo possiamo affidare, mio marito però vuole realizzare almeno 9 mila euro perché quello nuovo è costato 35 mila…”.
Ero parecchio demoralizzata, certo che volevo recuperare un cavallo, ma cercavo in lui anche certe caratteristiche per non pentirmi in futuro di averlo scelto, chi entra in famiglia poi non si cambia e io, chiariamolo, amo l’equitazione, e sogno di condividerla con il mio prossimo compagno equino.
Un giorno, in treno tornando da uno stage, spulciando come al solito tra gli annunci, ne vidi uno la cui protagonista attirò la mia attenzione. Una giovane purosangue saura bruciata dal nome assurdo, Keep On Search. Sarà stata la bellezza di questa puledra, le parole scritte dalla sua allenatrice che le cercava casa con amore, il nome che mi evocava una sensazione nota e profonda, non so, fu destabilizzante. Dovevo scendere e cambiare treno, ma ero disorientata, dovetti fermarmi e pensare bene al numero del binario per riuscirci, ero scioccata, per questo successivamente ho pensato che Keepy per me sia stato un colpo di fulmine. Pochi giorni dopo ero all’ippodromo di Varese per conoscerla e cavalcarla per la prima volta. Questo accadeva tre mesi fa.
Questa cavalla non ha ancora 4 anni, la sua carriera alle corse è finita in un età in cui con me non sarebbe neppure ancora iniziata. E’ bella, apparentemente sana, è nata in Inghilterra, domata a 18/19 mesi per correre, e da allora ferrata, infortunata e fermata per un mese, riabilitata, non si è rivelata abbastanza veloce per vincere. Una storia che si ripete nel mondo degli atleti agonistici di ogni specie e razza. Perché ho deciso di prendere lei? Perché ho riconosciuto l’amore e soprattutto la professionalità della sua allenatrice Valeria Toccolini. Se ho avuto il coraggio di prendere nuovamente un cavallo da corsa scartato dalle piste, è solo perché ho passato un giorno con questa autentica donna di cavalli e visto come si prende cura della sua scuderia. Soggetti tutti molto ben tenuti e sereni, giovanissimi atleti di un mondo professionistico esigente e legato ai risultati, in cui, similmente a quello degli sportivi umani, la differenza tra il danno, a volte irreparabile, a un giovane individuo e il rispetto della sua integrità, la può fare solo la competenza e il cuore dell’allenatore. Me lo raccontava proprio un’amica, ex preparatrice della nazionale di ginnastica artistica per le olimpiadi. Sentendo i suoi racconti ho capito che è il mondo intero ad andare in questa direzione, non solo quello dei cavalli.
Una settimana dopo Keepy era a casa mia, dalle piste di galoppo all’alto appennino parmense.
Siamo arrivati al progetto, l’ho chiamato Seconda Vita, di Keep On Search ovviamente. Io e questa cavalla vi racconteremo, tramite post e brevi video, della sua conversione dal mondo ippico alla gestione naturale e a cavallo da sella. La sua storia sarà una serie di consigli in pillole per chi si trova a vivere un percorso simile, non solo dalle corse di galoppo ma in qualunque momento si decida di cambiare vita a un cavallo scuderizzato, instaurare una relazione di autentica amicizia, reimpostare totalmente l’addestramento partendo dalle basi e da qui andare avanti, insieme. Per quanto riguarda la gestione, credo che documentare la transizione sociale, alimentare, al paddock, al piede sferrato ma funzionale, di un cavallo considerato tra le razze più delicate e difficili da gestire, sarà un ottimo stimolo e un grande aiuto per chi vuole intraprendere questo percorso anche con cavalli, diciamo, più rustici. In questo progetto ho il sostegno di Cavallo2000 e del marchio Fedda. Sarò felice di condividere e diffondere il progetto con altri che vorranno aiutarmi a farne un caso mediatico. Un documentario a puntate, totalmente gratuito, che possa raggiungere chi ha bisogno di consigli e, si spera, sia anche utile a fare adottare gli ex cavalli da corsa, soprattutto in maniera consapevole.
Troverete il materiale sulle pagine social di Cavallo 2000, su quelle di Fedda e su Giulia Gaibazzi Equitazione in Armonia, in particolare, sul mio canale You Tube troverete l’intera playlist con i video. Stiamo per partire, rimanete connessi!
www.equitazioneinarmonia.it