Giovani cavalli italiani, profughi a casa propria
L’Italia è la Nazione dell’accoglienza. A confermarlo basterebbero le centinaia di profughi che ogni giorno sbarcano tranquillamente sulle nostre coste.
In fatto di allevamento sono però i cavalli del Bel Paese a fare la parte dei clandestini, con il loro esiguo numero sotto le selle di cavalieri e amazzoni che gareggiano in casa, nelle gare nazionali, e fuori. Una situazione che non è soltanto di facciata ma anche economica, visto che l’equitazione giovanile italiana è la più affezionata cliente dell’allevamento straniero, mentre quello della Penisola nel migliore dei casi naviga a vista.
Certo non gli dà una mano il Circuito Giovani Cavalli FISE Equi2000, dedicato ai soggetti da salto ostacoli di 4,5,6,7 anni italiani (ma pure stranieri) le cui finali si disputeranno dal 24 al 28 agosto all'Arezzo Equestrian Centre. Le classifiche conclusive del Circuito qualificheranno per le finali del Campionato del Mondo per Allevamenti di Lanaken (BEL) ai quali andranno tre soggetti italiani delle selezioni MIPAAF ed altrettanti stranieri, tutti classificati per le fasce d’età 5,6,7 anni. Altri due soggetti italiani verranno selezionati dal responsabile tecnico preposto dallo stesso MIPAAF.
Morale della favola, al di là del contentino di ulteriori due cavalli, in Italia - dove il Ministero delle Politiche Agricole è subentrato all’Unire come incrementatore delle nostre razze equine - essere nati in un allevamento nazionale conta come il 2 di coppe quando, a briscola, regna bastoni. Cioè niente.