Galoppo. California Chrome può portare negli States la Dubai World Cup
Muso bianco è tornato e può portare in America la Dubai World Cup. California Chrome dopo l'infortunio a metà 2015 in preparazione al Royal Ascot, sembrava un cavallo destinato all'allevamento. Ne venne annunciato il ritiro e in effetti ha trascorso sette mesi alla Taylor Made Stud. Poi il proprietario ha pensato che lo stud poteva attendere e ha chiesto al trainer Art Sherman di tornare ad allenarlo per un ritorno alle corse. Il rientro è avvenuto lo scorso gennaio a Santa Anita, pista amica per 'Muso bianco', che su quel tappeto si era rilevato a tre anni stravincendo il Santa Anita Derby con il secondo miglior tempo delle ultime venti edizioni di quel ricchissimo '1800' che ha fatto molta storia del galoppo americano. Rientro sui 1700 e vittoria di una lunghezza e un quarto senza che Victor Espinoza chiedesse gli straordinari al laureato di Kentucky Derby e di Preakness Stakes.
Da quel giorno Sherman ha pensato alla missione dubaiana, trial in febbraio scegliendo un handicap dove rendeva sette chili e mezzo agli avversari. E ancora un passo avanti, perchè California ha vinto facile, facendo la retta d'arrivo con il freno a mano tirato, dopo essere passato. Test molto molto buono, ha commentato il team e rotta sulla DWC di fine marzo, dove c'è da scrivere la storia. Cancellato il palo su calcio di rigore di un anno fa e aggiornare il conto in banca che al momento ammonta a qualcosa come 6 milioni e 532 mila dollari. California Chrome 2 sembra un cavallo meno esplosivo, ma piu' consapevole della prima edizione. Quando vinse a Churchill Downs nel mese delle rose l'unico Derby che conta per gli americani, se ne andò in retta dopo aver ingaggiato per 1700 metri una lotta furibonda con altri due concorrenti.
Nelle Preakness, per mantenere il sogno della Triplice, assaggiò la frusta nell'ultimo furlong per staccarsi dall'ultimo degli antagonisti che non voleva abbassare la guardia.Se nella grande notte di Meydan che sarà dopo Cheltenham il primo grande evento della stagione, Muso bianco centrerà la vittoria non sarà la prima volta che gli Stati Uniti si porteranno a casa la Coppa prestige di quella corsa che è diventata il must del galoppo mondiale nel villaggio globale. C'è già riuscito Curlin nel 2008, uno che a tre anni aveva fallito il Kentucky Derby – solo terzo – ma poi si era rifatto a Pimlico in una tra le piu' veloci edizioni della storia delle Preakness, volate in 1.53.46, misura non lontana dalla galoppata del secolo, quella di Secretariat.
Curlin rispetto a California Chrome vanta un centro nelle Breeders' Cup Classic, che di per sé è un riferimento che qualifica il livello internazionale di un tre anni a cospetto con gli anziani tosti e in una corsa che si affaccia sulle linee élitarie del circo del purosangue e che per filosofia è meno americana, non l'ultima perla di una serie di prove di selezione ma un target mirato da lontano dal gotha del training mondiale. California piace di piu' rispetto a Curlin così che i telegiornali americani hanno seguito il trial in Dubai con collegamenti all'ora di cena. Victor Espinoza, il jockey, è sembrato consapevole che qualche acciacco il vecchio campione l'ha ancora addosso così sia a Santa Anita nel rientro che quando ha provato le luci e il fondo pista di Meydan è stato soft e si è scordato follie tipo il giro del mondo con il quale buttò via la Triplice Corona con una monta sciagurata nelle Belmont su un cavallo provato da un tour de force micidiale.
Non è piu' la fitzgeraldiana età del jazz per un cavallo che ha dovuto far ripartire il motore dopo un lungo stop ma la sua popolarità è intatta, tanto che social, merchandising e spazio sui media vanno alla grande. Muso Bianco ha cambiato giubba e al posto di quell'acceso viola con berretto verde dei trionfi giovanili, c'è una giubba grigio vintage. Una veste nuova per un cavallo che non ha smarrito il senso della vittoria. Così nella notte di fine marzo in Dubai si può scrivere ancora un capolavoro e far urlare ai cronisti americani un 'fantastic' per quel cavallo pieno di cuore, coraggio e classe, che è saputo tornare dopo essere finito nell'abisso, che è quel momento quando proprietario e allenatore ti guardano e ti dipingono addosso un paddock e tante fattrici da deliziare. Sembra ancora una storia lontana, ci sono ancora chilometri da galoppare e grandi corse da vincere bene con un conto in sospeso anche per quella vecchia Inghilterra che crede di aver inventato il galoppo e forse ritiene ancora utopia che un purosangue a stelle strisce profani il tempio di Ascot.